E speriamo che il titolo di oggi sia di buon auspicio per quello che sta accadendo nel mondo
No, a dire il vero non mi è sfuggito lui e non mi è sfugggito il nuovo romanzo, ma è uscito a giugno, quando il caldo mi stava uccidendo e ho pur avendo letto tanto, ho scritto davvero poco.
Però vi frega poco vero? Nel senso che un libro bello e quelli dell’esimio Malvaldi lo sono indiscutibilmente, non necessita di essere letto nell’immediatezza dell’uscita, per la semplice ragione che resta bello nel tempo.
Dunque, evitiamo se è possibile qualsiasi spoiler, che se non lo avete ancora letto vi toglierei parte del piacere e parliamone. Succede qualcosa di non bello a Pineta, qualcosa che coinvolge emotivamente e praticamente la banda dei vecchietti e i le giovani leve – che insomma, ormai tanto giovani non sono puù nemmeno loro.
Ma non siamo qui a farci gli affari degli altri, quello lo lasciamo all’autore (sempre con il doveroso riconoscimento all’apporto e il supporto della consorte), qundi ciò che accade lo leggerete, parliamo invece del giallo.
Qualcuno lo definisce cosy – palesemente sbagliando la traduzione – e attribuendogli una sorta di leggerezza, qui io dissento fortemente. Certo è cosy nela traduzione letterale, è accogliente, come lo sono i romanzi che ci fanno stare bene, accolti dalle pagine. Indubbiamente c’è anche la leggerezza, merito della maestria e suppongo un pochino anche della provenienza geografica, dell’autore, ma c’è anche un bel giallo a tinte fortine.
Va benissimo farsi incantare dalle battute, dai dialoghi, dalle situazioni paradossali in cui si sono convolti i vecchietti, Massimo, Tiziana Marchino e la vicequestore Martelli, divisi fra il lavoro e la cura di due bimbi che crescono, ma senza perdere di vista le trame gialle, che sono toste, mai o quasi splatter, ma tecisamente toste.
Fra l’altro qui, così ci ha raccontato in occasione di una presentazione, i coniugi Bruzzaldi, si sono resi conto di avere infuso la propensione alla giallitudine, anche al loro figliolo, che per la cronaca è appena adolescente.
Certo non avete bisogno del mio consiglio per leggere i librini blu firmati Malvaldi, ma se, come è capitato e ricapiterà (spero), passasse di qui qualcuno che non è flippato coi gialli o che per qualche ragione a me incomprensibile non conosca l’autore e si incuriosisse, bè, ci sta e ne sarei ben contenta.












Il primo consiglio è un romanzo strano, la recensione la trovate su
Col secondo suggerimento torniamo in Italia, grave lacuna della sottoscritta che si era persa Luca D’Andrea, ho rimediato leggendo