TEMPO AL TEMPO

Un romanzo stand alone, in due parti. De Giovanni ormai l’ha svelato e quindi per togliersi il dubbio, dobbiamo aspettare maggio 2026.

In questi tempi strani, soprattutto per noi di mezza età – lo so fa orrore ma dai 50 in poi quello siamo, se non peggio – che abbiamo visto la qualsiasi, tutto insieme, guerre pressoché mondiali, solo fatte a pezzi e bocconi, epidemie pandemie, sbarco su altri pianeti, scoperte scientifiche e dio sa cos’altro, abbiamo anche un numero sostanzioso, di talenti letterari che poco o nulla hanno da invidiare ai classici. de Giovanni è decisamente e conclamatamente uno di questi.

Nello specifico ha preso alcuni temi che evidentemente ritiene – e visto quanti lettori lo amano, direi a buona ragione – importanti. Provo a metterli in fila e raccontarveli, ma così, superficialmente, perché poi ogni lettore ne troverà altri.

È un romanzo dove le figure femminili spiccano, soprattutto nel ruolo di madri.

Madri che con i loro gesti, con le loro azioni, anche con le loro omissioni, danno il via a tutto quello che succederà.

Padri assenti che invece sono presentissimi e se ci sono madri e padri, va da sé che ciò che accade riguarderà anche i figli.

C’è l’amore, che piaccia o meno è proprio quella cosa che move il sole e le altre stelle.

C’è la ricerca della verità o se non la verità una spiegazione che permetta di andare oltre.

Ci sono le persone che fanno il loro dovere, o quello che ritengono esserlo.

Infine – o al principio – c’è il tempo, scusate, il Tempo. Quasi un personaggio anche lui.

L’orologiaio di Brest è un uomo che del tempo è stato vittima e carnefice.

Lo ha rubato ad altri, prendendosi il posto di Dio, o diventando esecutore di un disegno che non possiamo cambiare, e ha consapevolmente lasciato che gli venisse rubato, perdendo un pezzo di vita che però non ha mai dimenticato né abbandonato. Da quale “episodio” prenda il via la storia è difficile dirlo, ad ogni pagina, ad ogni capitolo, cambia la prospettiva e con lei il punto d’origine. L’ostinazione di una madre che incalza un magistrato, affinché non lasci morire la speranza di ritrovare la figlia o forse l’omicidio “politico” di un uomo che per puro caso coinvolge un’altra persona.

La ricerca dei perché di cui dicevo prima. Tanti, che cambiano a seconda di chi si pone le domande.

La tenacia di una giovane donna che rinunciando in qualche modo alla sua vita, si concentra su una ricerca che non sa dove la porterà, quali e quante vite sconvolgerà quello che riesce a scoprire e a sua insaputa diventa “complice” di chi la sconvolgerà una seconda volta.

La dedizione testarda e inspiegabile a qualcuno o qualcosa verso la quale si sente un’appartenenza totale, che travalica ogni logica e ogni morale per un bene ritenuto superiore.

Sono alcuni, perché poi c’è di sottofondo un mondo che sta cambiando, quel mondo di cui stiamo perdendo pezzi ma non memoria, un mondo in cui la maggior parte di noi “anziani”, affrontava il diventare adulti, con dolori personali che si stemperavano in un collettivo leggero, o almeno così ci sembrava. Invece, fuori dai bar, fuori dalle discoteche, dai nostri lavori che ancora avevano qualche garanzia, qualcuno lavorava per tenere ben nascosto quello che era successo prima, negli anni ’60 e ’70, negli anni che da noi sono quelli di piombo.

Tanti accadimenti, tanti sentimenti, alcuni passati, altri che continuano imperterriti sulla strada tracciata, che non cambia e probabilmente non cambierà mai.

Un romanzo che ha dentro tanti generi, che soddisferà i noiristi, gli amanti delle spy stories, chi ama i romanzi tout court. Perché come dice l’autore, la Storia è fatta da tante piccole e grandi storie, quelle che ci si palesano con una foto stampata, magari mossa o sfocata, che salta fuori da una scatola di latta che conosciamo tutti, che è in ogni casa, che quando viene aperta ci fa battere il cuore.

PREVISIONI DAL 26.10 AL 2.11

Ariete: vi sentite un po’ come dei ragazzini che si credono onnipotenti e la sensazione è giustificata – non l’onnipotenza ovviamente – ma una bella energia che vi permette di affrontare tutto, fatelo, anche se può sembrare una “battaglia”. I presupposti per farcela, ci sono tutti.

Toro: settimana bella equilibrata, date retta al vostro intuito, se vi suggerisce qualcosa è per riportarvi al giusto posto

Gemelli : nei primi giorni della settimana vedo un viaggio, non so dirvi se sarà uno spostamento fisico o un percorso che state facendo internamente, propendo per il secondo, perché poi verso il fine settimana, sarà possibile un po’ di confusione e quella probabilmente viene da cose di voi, che non avevate affatto presenti.

Cancro: voi mi partite carichissimi, ma verso metà settimana qualcosa vi fa sbarellare, dura poco e già da venerdì mattina torna tutto nei ranghi.

Leone: settimana traquilla per non dire buona, solo verso il fine settimana qualcuno vi farà salire la cazzimma. Ma non è una cosa preoccupante. Per voi.

Vergine: mi partite alla grande ma da mercoledì, qualche ombra sulle coppie, prendetevi tempo e spazi.

Bilancia: qualcosa vi insospettisce, se a ragione o torto, non so, ma da mercoledì passa tutto e torna la tranquillità.

Scorpione: qualcuno potrebbe tentare di giudicarvi, presente una schiaccia sassi, ecco, quella sarete voi, e poveretto chi ci prova.

Sagittario: tranquilli con voi stessi, un forte intuito vi farà annusare qualcosa di “storto” e la razionalità vi aiuterà a discernere e prendere i giusti provvedimenti.

Capricorno: costretti a essere “severi” e puntigliosi, anche voi sarete giudicati ma sarete in grado di spostare il focus su cose ignote a chi vorrebbe attaccarvi.

Aquario: gran settimana, per il lavoro e il denaro, sembra che il resto non vi “interessi”, le vostre attenzioni sono tutte lì, ma danno dei frutti e quindi va bene.

Pesci: ottima settimana su tutti i fronti, solo verso venerdì un filino di nostalgia potrebbe appannarvi un pochino, ma poco poco.

PREVISIONI DAL 19 AL 25 OTTOBRE

Ariete: settimana tranquilla, avete un bello spirito zen che può solo giovare, ottima per godersi mariti mogli e figli. Il lavoro fila da solo.

Toro: intuito a pieno regime, ascoltatelo soprattutto in ambito soldi (investimenti e lavoro), anche se c’è da affrontare qualche uscita, ricodatevi che chi più spende, meno spende.

Gemelli: settimana in cui, anche se non ne siete completamente consapevoli, avete la possibilità di ottenere tantissimo, avete in mano tutto quello che vi necessita. Ascoltate qualcuno di giovane, saranno suggerimenti preziosi.

Cancro: bene bene bene anche per i cancro, tranquillità e serenità vi aiutano a vedere con chiarezza quel che c’è da fare e lo farete con lucidità premiante.

Leone: cielo sereno anche per voi, friccicorini allietano da mercoledì e un aiuto concreto, come per i gemelli, arriverà inaspettato da un membro giovane della famiglia e vi solleverà da qualche fatica.

Vergine: partenza tranquilla poi a metà settimana, un piccolo intoppo vi costringerà ad alzare la voce, per fortuna c’è l’amore che potrebbe riportarvi alla calma.

Bilancia: sì ma state calmi però, cosa continuate a stare sul piede di guerra? È tutto più o meno nella norma e anzi, da giovedì si viaggia verso il top.

Scorpione : ancora nervosi e ipersensibili, se state lì ad aspettare la tempesta, va a finire che due gocce di pioggia diventano un nubifrago. Cercate di tranquillizzarvi.

Sagittario: voi mi dovete stare attenti a non arrivare sovraccarichi al fine settimana, il rischio è di incazzarvi a vuoto e soprattutto senza costrutto.

Capricorno: qualche scazzo col partner potrebbe farvi iniziare la settimana col piede sbagliato, ma grazie a una buona novella finanziaria, intorno a metà settimana, si raddrizza il colpo e vi ricaricate alla grande.

Aquario: tutto incentrato su lavoro e denaro, ma visti gli ottimi risultati, continuate pure così.

Pesci: un po’ carichi di nervosismo, bisogna tener duro fino almeno a giovedì, quando le cose gireranno decisamente in meglio.

PREVISIONI DAL 12 AL 19 OTTOBRE

Ariete: da segnalare solo un piccolo sacrificio che vi toccherà fare intorno a metà settimana,a parte questo breve momento, la settimana si presenta molto soddisfacente e polposa a livello entrate di soldini (o incarichi che li porteranno).

Toro: impegnati a godervi una situazione di coppia decisamente piacevole, probabilmente a causa di una donna (suocera mamma o comunque anziana), nel prossimo fine settimana, avrete qualche fastidio pesantino da superare.

Gemelli: settimana più sul buono che no, anzi direi che da mercoledì a venerdì va proprio alla grande e fine settimana in perfetto relax, nel senso che farete esattamente quello che vi siete prefissati.

Cancro: per voi, alcuni di voi, la settimana sarà piuttosto pesante e dovrete armarvi di tutta la pazienza possibile per fronteggiare un “attacco” che forse non vi aspettate, da giovedì però migliora di molto.

Leone: qualche leoncino potrbbe averne le scatole così piene da ruggire con una certa veemenza e spaventare un po’ chi gli sta intorno, tranquilli che rientra tutto in tempo per un fine settimana più che soddisfacente.

Vergine: siete ancora un po’ “sbarellati” dalla settimana appena finita, per il controllo commpleto, bisogna aspettare almeno giovedì sera.

Bilancia: mi siete malinconici questa settimana, sarà l’autunno, tenete botta, da giovedì torna il sorriso grazie anche a qualche soldino extra.

Scorpione: anche per voi la settimana si presenta faticosa, qualcosa vi limita e questo vi manda ai pazzi. Occhio alle vostre reazioni che rischiano di degenerare.

Sagittario: niente di particolare da segnalare, parafrasando Verdone, se score, nel fine settimana, concedetevi di sognare.

Capricorno: qualcuno sta cercando di “fregarvi”, cosa mai facile, però mi siete distratti da qualche impegno troppo pesante, mollate un attimo e occupatevi delle vostre finanze, c’è da guadagnarci qualcosina ed è megli essere lucidi.

Aquario: bene, molto bene il lavoro, ma per essere del tutto soddisfatti, urge cambiare qualcosa nel vostro essere profondo. Se ce la fate, avrete davvero fatto bingo.

Pesci: qualcosa vi disturba profondamente, è il guaio di chi è ipersensibile, tenete botta fino a giovedì che tornerà a splendere il sole.

Ciao Francesco

O Recami, non ti ho mai chiamato Francesco, è arrivata sta notizia che onestamente mi ha devastata. Era un po’ che non ci vedevamo, in quanto a manifestazione pubbliche eri peggio di Manzini, però incontrarti era sempre bello. Mi fa strano usare il passato, forse mi lascio scappare il presente. L’ultima volta credo sia stata a Cascina Anna, e poi mentre tu andavi a prendere la metro, in autobus, in piedi, traballanti e a ridere.

Avevi sempre un’aria fra lo svagato e il cosa ci faccio qui, in realtà non ti sfuggiva nulla, poi quell’umanità che guardavi con distacco (almeno all’apparenza), la mettevi nei tuoi romanzi, ci hai messo anche me in uno, me lo hai detto sghignazzando, anche se non è la parola giusta. Sornione, proprio come un gatto.

Ferocemente disincatato nei confronti dell’essere umano, un po’ come lo era Gaber. Lui lo metteva negli spettacoli, tu nei libri. Certo ho amato tantissimo il Consonni e compagnia (un legame logistico all’inizio), ma ho amato altrettanto e forse di più le commedie nere, e gli altri. Mi viene il sorriso a pensarci e va bene così.

Abbiamo parlato spesso dei “messaggi” che gli scrittori mettono nei loro romanzi, il tuo era palese, mettevi a nudo le piccolezze e le grandezze che non si vedono. Mettevi a nudo la varia umanità. Senza mai salire in cattedra, senza cattiveria. Severo ma giusto.

Se siete arrivati fin qua, fatevi un regalo, cercate i romanzi di Francesco che non avete letto e fatelo. Il ragazzo che leggeva Maigret, Mondo cane, Piccola enciclopedia delle ossessioni, I killer non vanno in pensione, Wunderland, L’errore di Platini e le Commedie e La serie della casa di ringhiera e non sono tutti.

È il modo migliore per ricordarlo, io mi tengo stretti i ricordi e mando un abbraccio a sua moglie ai figli agli amici. Se sapere che non è più qui, fa così male a chi non lo frequentava, non posso immaginare il vuoto.

Ciao allora dottor Recami, mannaggia a te mannagia, ai Librini Blu, mancheranno pagine bellissime.

Oi oi, ma mi è sfuggito il Malvaldi

No, a dire il vero non mi è sfuggito lui e non mi è sfugggito il nuovo romanzo, ma è uscito a giugno, quando il caldo mi stava uccidendo e ho pur avendo letto tanto, ho scritto davvero poco.

Però vi frega poco vero? Nel senso che un libro bello e quelli dell’esimio Malvaldi lo sono indiscutibilmente, non necessita di essere letto nell’immediatezza dell’uscita, per la semplice ragione che resta bello nel tempo.

Dunque, evitiamo se è possibile qualsiasi spoiler, che se non lo avete ancora letto vi toglierei parte del piacere e parliamone. Succede qualcosa di non bello a Pineta, qualcosa che coinvolge emotivamente e praticamente la banda dei vecchietti e i le giovani leve – che insomma, ormai tanto giovani non sono puù nemmeno loro.

Ma non siamo qui a farci gli affari degli altri, quello lo lasciamo all’autore (sempre con il doveroso riconoscimento all’apporto e il supporto della consorte), qundi ciò che accade lo leggerete, parliamo invece del giallo.

Qualcuno lo definisce cosy – palesemente sbagliando la traduzione – e attribuendogli una sorta di leggerezza, qui io dissento fortemente. Certo è cosy nela traduzione letterale, è accogliente, come lo sono i romanzi che ci fanno stare bene, accolti dalle pagine. Indubbiamente c’è anche la leggerezza, merito della maestria e suppongo un pochino anche della provenienza geografica, dell’autore, ma c’è anche un bel giallo a tinte fortine.

Va benissimo farsi incantare dalle battute, dai dialoghi, dalle situazioni paradossali in cui si sono convolti i vecchietti, Massimo, Tiziana Marchino e la vicequestore Martelli, divisi fra il lavoro e la cura di due bimbi che crescono, ma senza perdere di vista le trame gialle, che sono toste, mai o quasi splatter, ma tecisamente toste.

Fra l’altro qui, così ci ha raccontato in occasione di una presentazione, i coniugi Bruzzaldi, si sono resi conto di avere infuso la propensione alla giallitudine, anche al loro figliolo, che per la cronaca è appena adolescente.

Certo non avete bisogno del mio consiglio per leggere i librini blu firmati Malvaldi, ma se, come è capitato e ricapiterà (spero), passasse di qui qualcuno che non è flippato coi gialli o che per qualche ragione a me incomprensibile non conosca l’autore e si incuriosisse, bè, ci sta e ne sarei ben contenta.

PREVISIONI DAL 5 AL 12 OTTOBRE

Ariete: Attenzione a chi vi affidate per i risparmi o comunque può maneggiare i vostri soldi, non fidatevi di tutti, poi una volta messo in chiaro chi decide, la settimana procederà liscia e tranquilla

Toro: gran bella settimana, da lunedì a domenica prossima, bene tutto, il lavoro l’amore la famiglia. Cosa volete di più?

Gemelli: settimanella impegnativa, probabilmente vi sentirete giudicati che lo siate o no, ah, i pesi è bene distribuirli, tenerli tutti sulle spalle non è una grande idea.

Cancro: lunedì e martedì sono probabili piccoli spostamenti, da metà settimana, l’amore vi riempie le giornate, con tanta gioia e serenità, che non guasta mai.

Leone: possibile qualche discussione in famiglia, ma niente di chè, da mercoledì torna tutto nei binari consueti e la settimana prosegue tranquilla e serena.

Vergine: la testa è dietro a cose passate, che siano le ferie o qualcuno che vi manca, ma anche voi da mercoledì, tornate tranquilli. I rimpianti svaniscono e si riprende il tran tran.

Bilancia: esattamente all’opposto dei vergine, voi iniziate alla grande e verso fine settimana vi lasciate andare a un po’ di malinconia, passerà, tranquilli.

Scorpione: tutto sui soliti binari fino a venerdì quando il diavoletto che nascondete, vi stuzzicherà invitandovi a un colpo di vita. Invito che accetterete ovviamente.

Sagittario: non mancano le soddisfazioni, però avete addosso troppi carichi, e probabilmente verso il fine settimana, anche voi rimpiangerete qualcosa o qualcuno che vi manca.

Capricorno: tutto molto tranquillo, qualche friccicorino autunnale vi fa battere il cuore, ma il lavoro vi riacchiappa subito, con anche qualche soddisfazione extra.

Aquario: probabilmente starvi dietro è complicato e voi vi stufate di aspettare, proseguendo senza badare troppo a chi lasciate indietro, senza che questo vi crei alcun problema. Occhio a non allontanarvi troppo

Pesci: se quella passata (settimana) è stata soddisfacente, quella che arriva sarà anche meglio. Riconoscimenti gratificanti (che male non fanno mai)

Di Israele e Stato Arabo Di palestinesi e israeliani – parte seconda

Due giorni e tutto diventa vecchio, ma astraiamoci e procediamo per gradi.

Fermo che abbiate letto il capitolo precedente, che foste informati – oggettivamente – di vostro o incuriositi abbiate approfondito, facciamo un salto in avanti, saltiamo tutti gli anni in cui sembrava si potesse arrivare a una Pace, disarmata e disarmante come ha detto Leone, e arriviamo ai giorni nostri.

Non farò la cronocronaca, ma delle riflessioni, che spero possano essere di spunto per le vostre.

La striscia di Gaza, è da sempre, per tutte le cose che ho già scritto, il pezzetto che manca per completare il puzzle. La partita per tenersela stretta, si gioca su due piani.

Il primo è quello della gente comune, arabi, che per qualche ragione a me ignota e devo dire particolarmente ostica da capire, basa la propria intera esistenza, sull’equivalente della Bibbia.

I praticanti chiaramente. Persone di tutti i ceti, molti anche colti, molti no (ahimè), che inizia e finisce ogni frase, ogni pensiero, riportandolo alla volontà di Allah. Come se le loro menti non esistessero. Tutto è deciso guidato ispirato da un’entità superiore.

In contrapposizione, gli ebrei, altrettanto sbarellati (sempre secondo la mia personalissima visione), che però visivamente sono più vicini a noi.

Vestono più o meno come noi (dove noi è l’occidente), il loro cibo è facilmente confondibile col nostro, sotttolineo apparentemente, le loro festività (religiose), vengono tradotte e accomunate alle nostre, allora la narrazione diventa “quella che è la nostra Pasqua, il nostro Natale e ci sembrano più comprensibili. Probabilmente perché il loro libro sacro è anche il nostro. Solo la prima edizione diciamo.

Apparentemente attenzione.

La realtà è un po’ diversa, i matrimoni i “battesimi” le funzioni, sono molto più vicine ai disposti del Corano che a quelli del Nuovo Testamento. Ma si sa, la percezione spesso, è tutto.

Poi ci sono i non praticanti, quelli che appartengono per caso a una religione, perché nati in paesi musulmani, perché di madre ebrea, ma che fondamentalmente se ne fregano. Vivono serenamente la loro vita senza preoccuparsi di quale bestia sia l’arrosto in tavola, di come sia stata macellata la bestia, quelli che non si turbano se in metro hanno vicino una persona dell’altro sesso, che vanno a lavorare anche se è venerdì sabato o domenica, che si vestono come gli piace, che non pregano come i frati a orari fissi, e tante altre piccole cose di ogni giorno.

Ci interessano, sì ma non in questo articolo.

Arriviamo al secondo livello di gioco, perché poi ci sono gli altri, quelli che non sappiamo chi sono, di cui conosciamo solo pochi nomi, quelli delle banche, dei gruppi finanziari, dell’economia.

Sono questi di cui dobbiamo preoccuparci, perché sono loro che muovono le pedine – occhio che le pedine o i pedoni, sono quelli che negli scacchi (e nella vita) si possono sacrificare ma sono indispensabili per proteggere la regina o il re quando la partita arriva alle fasi cruciali –

Gaza, la Palestina in generale, fa gola a tanti. È una piccola miniera d’oro, politicamente ed economicamente e questa è l’unica ragione per cui sta succedendo tutto. Ma quello che vediamo noi, che ci vogliono far vedere, è altro. Do you remember Libano?

Da un lato c’è chi gioca pesantemente sui poveri ebrei perseguitati dall’altro chi filma gente disperata che si calpesta per un bicchiere d’acqua.

Ecco io lo capisco che emotivamente siano immagini forti, ma ci tengo a ricordare un paio di cose.

Le metto giù a mo’ di elenco

1 – il terrorismo non ha mai risolto una beata mazza (qui è Storia locale, la dovete da sapè)

2 – lo ripeto ricordando che sono di destra, centro destra, e molto più antifascista di molti sinistri. I governi (tutti, come gli inquirenti) lavorano seguendo regole che la maggior parte di noi non conosce e non conoscerà mai. Quello che vi dicono i tg o i social o l’influencer di turno, è meno di un quarto della realtà delle cose

3 – provate a guardare quello che succede senza riportarlo al vostro piccolo mondo. Che insultiate il governo, dimostra solo che non sapete neanche da che parte sta il fegato nella vostra pancia. La questione mediorientale esiste da prima che il più anziano dei nostri politici venisse al mondo

4- ricordatevi sempre che tv giornali social, vi mostrano quello che fa audience, non la verità. Ricordatevi le armi chimiche che dovevano essere in Iraq, in Siria e dio solo sa dove altro. I bambini colpiti dale bombe al fosforo che poi era gesso.

5 – lo so che è brutto da pensare e da dire, ma sappiate che una volta sfamati e al sicuro da Israele – e qui siamo nell’utopia – la maggior parte dei palestinesi, si dimenticherà di chi li ha eventualmente sostenuti e/o aiutati. Per la gran parte di loro, le vostre donne, madri mogli o sorelle, saranno delle puttane senza dio e voi sarete dei cani infedeli da sottomettere o da distruggere (perché purtroppo l’estremismo sta colpendo tutti indiscriminatamente)

6 – dei diritti di chi ha provato a difendere i loro, se ne fregheranno beatamente. Se siete omosessuali sarete da distruggere, se siete donne, da sottomettere, se siete bambini, da indottrinare. Se amate la musica sarete dei senza dio, se amate un buon cannonau ad accompagnare il porceddu, siete dei porci infedeli. Devo continuare?

Imparate a distinguere i governi dalle popolazioni, Bush riceveva Bin Laden a casa sua, ma questo non gli ha impedito di massacrare gli afgani e lasciarli tornare al burka.

Ricordatevi che perché possa nascere un palestinese che cresca libero dall’odio, ci vorrà tanto di quel tempo che non lo vedranno i vostri pronipoti, perché da generazioni nascono e crescono nella paura, con la fame, l’ignoranza, nascono e crescono con la morte, spesso violenta, come vicina di casa. Non possono che essere così, infarciti di odio.

E lo stesso vale per chi, e ce ne sono, in Israele non può essere una persona serena, sapendo che durante un aperitivo una passeggiata o mentre fa la spesa, in qualunque momento potrebbe essere ucciso da una bomba, o da una cellula impazzita armata di coltello.

Concludo così, con un pezzo copicnollato dal sitohttps://www.esteri.it/it/sala_stampa/archivionotizie/eventi/2025/09/food-for-gaza-limpegno-umanitario-dellitalia/, perché a qualcuno , bisogna decidere di credere

Grazie a Food for Gaza l’Italia ha destinato alla Striscia di Gaza circa 2.300 tonnellate di aiuti alimentari, sanitari e beni di prima necessità. Gli aiuti sono transitati attraverso il Programma Alimentare Mondiale e la Croce Rossa Internazionale, istituzioni autorevoli e imparziali, che godono della fiducia di entrambe le parti.

Fra le operazioni di maggiore portata finora realizzate, il PAM ha distribuito 2.000 tonnellate di farina. Quattro convogli sono partiti dalla Giordania nell’arco di circa tre settimane fra luglio e agosto, con l’obiettivo di assistere circa un milione di palestinesi nella Striscia.

Inoltre, con la collaborazione decisiva del Ministero della Difesa, sono stati realizzati aviolanci per paracadutare direttamente su Gaza circa 100 tonnellate di derrate alimentari.

Di Israele e Stato Arabo

Facendo una citazione, potrei scrivere “Chiedo scusa se parlo di Maria…voglio dire, di una cosa che conosco bene” 1973/74

Confesso subito di essere profondamente antisionista. Chi dovesse obiettare che è sinonimo di antisemitismo, prima legga, poi cortesemente, si levi dai miei radar.

Ah, probabilmente ho anche degli amici o conoscenti ebrei, ma questo è un altro discorso Chiusa la parentesi, spostiamoci un attimo sui libri di Storia. Sì sì, oggi parlo di flottiglie, di Palestina e di Israele. La terra era mia no era mia, c’ero prima io, no c’erano prima gli altri.  Sorpresa sorpresa, cazzate!

Vi sognereste di andare da quello che ha costruito la casa (il condominio o il supermercato) sul terreno che 10000 anni fa era dei vostri antenati? Probabilmente no, e allora perché accettare che si faccia in Palestina Giudea o come cazzo volete chiamarla?

Non è certo questo il posto dove impartire lezioni di Storia (non è il mio e non sono così presuntuosa), ma è il posto giusto dove prendere spunto per pensare. Dunque, Israele, lo Stato intendo, è lì per decisione politica, prima del 1948. 14 maggio per la precisione, semplicemente non esisteva. Dice niente la data? Bravi, post seconda guerra mondiale, quindi post nazismo e fascismo, post persecuzione insomma.

Partite da questo presupposto, tutti quelli che si sono spostati lì, in quel pezzo di terra, regalato? Concesso? Elargito? La definizione sceglietela voi, vivevano sereni in altri Stati, addirittura in altri continenti, ma avevano uno zio un nonno un qualsiasi cazzobubolo di parente che è passato dai campi di concentramento o di sterminio. Molti ci sono morti, molti ne sono usciti e quelli usciti andavano in qualche modo risarciti per la persecuzione subita. Ci sarebbe anche la questoncina antecedente, degli arabi che nel 1917 aiutarono fattivamente l’impero britannico a prendere possesso dei territori di cui parlo, ma transeat.

L’area in questione, era appunto un protettorato britannico, a sud della Siria (protettorato francese) e del Libano, a ovest della Giordania e a nord est dell’Egitto. Questa parte qui tenetela a mente, perché ha la sua importanza nel prosieguo della Storia.

La faccio cortissima, esistevano dunque gli auspicati due Stati. Lo Stato arabo e lo Stato di Israele, che però non era contenta, voleva banalmente più terra, da coltivare, da sfruttare, con il controllo totale della costa. Tanto carini gli ebrei non lo sono mai stati, un po’ fissati con la loro religione – vi ricordo solo che il povero Gesù Cristo, ebreo di nascita, l’hanno fatto mettere sulla croce loro, per motivi religiosi, ma più politici

Così, giorno dopo giorno, mese dopo mese, chilometro dopo chilometro, si sono presi, hanno letteralmente occupato militarmente, senza disdegnare una guerrettina qui e una guerrettina lì, praticamente tutti i dintorni. Lo Stato Arabo ha resistito fino a oggi, riuscendo a tenere la striscia di Gaza.

La situazione che è perdurata in questi decenni, è quella di uno Stato aiutato militarmente da praticamente tutto il mondo (ah i sensi di colpa), contro uno Stato che da anni è senza una guida. Essere senza un leader, ha fatto sì che la popolazione cominciasse a difendersi come poteva. È nata l‘intifada, gli accordi sono stati violati e un mq alla volta siamo arrivati qui, anzi, lì, al 7 ottobre.

La prima puntata finisce qui, la prossima partirà da quel giorno orribile che vero falso ingigantito o sminuito, qualcosa ha cambiato.

DI SARDEGNA IN SARDEGNA

Oggi vi accompagno in Sardegna, anzi nella Sardegna di inizio secolo scorso, in quella di oggi vi ci porto fra qualche giorno, per farlo mi faccio aiutare da un autore che amo e che di quella terra è figlio (devoto oserei), pur avendo anche ascendenze continentali).

Nella Cagliari del 1905 è ambientato IL MISFATTO DELLA TONNARA di Francesco Frisco Abate. La protagonista è Clara Simon, la prima giornalista investigativa donna per di più italo cinese, alla sua terza apparizione, più agguerrita che mai e resa più forte dall’immenso dolore di vedersi spegnere la speranza mai sopita di poter conoscere almeno il padre, (la madre è morta dandola alla luce) militare in missione all’estero di cui – all’inizio del romanzo – le viene comunicata la morte in battaglia. Resta che Clara è stata cresciuta dal nonno, un ricco imprenditore navale – status che per inciso le ha agevolato non poco la vita – che le ha dato oltre a tutto l’affetto che ha potuto, l’agio di non dover lavorare per crescere in un tempo in cui era sorte comune, una casa di prestigio, un nome che tutti in città rispettano, il diritto di studiare e scegliere cosa fare. È un personaggio di cui ci si innamora facile, giovane bella determinata e tosta, molto tosta. La trama del romanzo, in cui c’è ovviamente un colpevole da assicurare alla giustizia per aver ridotto in fin di vita una maestra, una suffragetta che sta in prima linea perché le donne abbiano finalmente il diritto di voto (che è poi di fondo il riconoscimento primario di un uguaglianza fra sessi), si srotola, come i precedenti del resto, sulla figura di questa giovane donna che non scende in piazza, ma combatte la sua personale battaglia per ottenere lo stesso risultato, conquistandosi giorno per giorno il rispetto e sempre maggiori riconoscimenti sulle pagine e soprattutto in redazione, fra le autorità, oltreché della gente. Per esplicita ammissione dell’autore, Clara è liberamente ispirata dalle donne della famiglia Abate, che di poco si discostano dal personaggio. Femministe ante litteram, donne che quando i diritti non c’erano, se li sono presi. Insieme al collega e amico svizzero Fassbinder, al carabiniere Saporito, con cui sta inesorabilmente sviluppandosi una storia d’amore, Clara si muove in una città del tutto inaspettata al lettore che approcci il personaggio per la prima volta. Una città che stupisce, piena di commerci università teatri, attività di tutti i tipi, cosmopolita, dove si intrecciano provenienze da tutto il mondo, dove il fermento culturale è palpabile pur convivendo con un’altra città, quella dei lavoratori poveri perché sfruttati, ma che stanno cominciando a dar vita a movimenti sindacali che arriveranno lontano. Abate, oltre all’amore per la sua terra e per il suo lavoro – è giornalista dell’Unione Sarda e Clara scrive su L’Unione – mette, in questo romanzo in particolare, una serie di temi, più che mai attuali, su cui lasciare che l’inconscio rifletta mentre il conscio si gode una gran bella storia. Ma bella vera.