Dai che avete ancora tempo
Ancora con qualche regalo da fare? E io vi faccio andare a colpo sicuro , almeno in libreria. Che poi, ok i regali agli altri, ma anche avere qualcosa di bello da leggere nei momenti di relax, è una bella cosa.

L’ho scoperto dopo un po’ che è diventato “noto”, secondo me non abbastanza ma transeat, parlo di Orso Tosco e precisamente dei romanzi che vedono protagonista Il Pinguino. Li trovate qui Il Pinguino delle Langhe, non è ovviamente il simpatico animale, bensì un commissario ligure, finito in Piemonte, qui c’è il primo punto a favore di questo autore, non indulge nella spiegazione del perché e il percome, viene trasferito e non ne fa un dramma, continua la sua vita andando quando può a immergersi in mare – che Piemonte e Liguria non son poi così lontane – e quando non riesce, si immerge dove può. Ha un amore “impossibile”, ma non sta sempre lì a parlarci e a pensarlo, solo qualche volta, nel frattempo gestisce quel che deve, compresa la squadra balenga che gli è toccata in sorte. Una scrittura fresca, il modo con cui Tosco usa l’ironia, senza mai arrivare al sarcasmo (che da maneggiare è materia delicata assai). L’amore, dichiarato con discrezione tipicamente piemontese, per il territorio e last but not least, una trama “pesante” per gli argomenti che tocca, senza buchi (ahimè più frequenti di quanto si pensi), ma raccontata in modo tale da non farti mai arrivare all’angoscia, che ben ci starebbe. Tutte queste cose insieme, hanno fatto sì che il Pinguino mi abbia conquistata e sia fra i personaggi di cui aspetto le nuove storie e secondo me, se lo leggete/lo fate leggere, non sarò la sola

Altro autore leggermente sottovalutato dalla massa, ma molto più che valido, è Tullio Avoledo, si muove in scioltezza fra diversi generi e in tutti riesce benissimo. A partire dall’esordio con L’elenco telefonico di Atlantide (distopico surreale e forse un filo fantascientifico), passando per tutti, nessuno escluso, fino all’ultimo nato – che per inciso non sarà un unicum – Come si uccide un gentiluomo (che invece è un giallo noir). A chi può piacere? A tutti quelli che non cerchino botte di adrenalina a ogni pagina, ma una “leggera” pressione continua e costante, storie in cui puoi riconoscere i luoghi, dei tipi umani che tutto sommato si possono riconoscere. A chi ama la bella scrittura senza buchi, con quel tantinello di incredula sospensione che rende un romanzo, un bel regalo da fare.


Il terzo consiglio non è propriamente definibile un romanzo, è un’autobiografia che copre poco più di un anno della vita dell’autrice. Sophie Kinsella, scomparsa da pochi giorni, ha voluto regalare ai suoi lettori la storia del suo incontro con il mostro. La scoperta di avere un glioblastoma. Una sentenza di morte annunciata. Eppure Cosa si prova, è un inno alla speranza, alla voglia di vivere quello che resta, con la consapevolezza della propria fine, godendosi nei limiti del possibile il tempo che rimane. È una dichiarazione d’amore nei confronti della vita, della “fortuna” avuta, nello scoprirsi scrittrice, nell’avere un enorme successo, nell’avere incontrato l’anima gemella, quella persona di cui vuoi stringere la mano e sentire la voce, quando inevitabilmente sarà il momento dell’addio. La fortuna di avere avuto cinque figli ed averli cresciuti felici. Lo racconta col sorriso, giocando un po’ sui momenti “tragici”, accettando il proprio destino, grati di ciò che è stato. Anche questo è un regalo per tutti, perché il mostro può colpire chiunque, a sorpresa, indipendentemente da quanto ci si prenda cura di sé. Un memento mori che, se me lo perdonate, paragono al “mò me lo segno” di Troisi. 90 pagine da leggere e conservare, per quando i momenti neri colpiscono a tradimento.

