UN SALTO A CASA DELLE ASSASSINE

  • Della piccola casa editrice tutta femminile vi ho già parlato più volte, lo rifaccio segnalando qualche titolo perché                                                                                                
  • 1 –  i titoli che segnalo li ho letti e valgono sia il tempo che il denaro, li raggruppo in un articolo unico perché – come mi pare di aver già detto – il tempo è poco e i libri tanti.
  • 2 – anche questo l’ho già scritto ma repetita juvant, Tiziana Prina, fondatrice e cacciatrice di romanzi, ha un gran fiuto e in questi anni dove anche i romanzi  dei nomi più grossi, salvo pochissimi, fanno fatica a restare a galla, anche un gran coraggio, ha scelto di pubblicare solo autrici, andando a pescare nel passato con la collana Vintage e portando in Italia autrici da tutto il mondo, anche da quegli angoli che normalmente non colleghiamo, noi lettori normali, alla letteratura, le autrici di Oltreconfine. E se posso scrivere una piccola cattiveria, e mò vedemo chi me lo impedisce, delle tante difensore delle donne a oltranza che vedo sui social, non ne ho viste incoraggiare e sostenere una CE così particolare. Cià che passo ai libri

Crimini di prima classe Elizabeth Gill

Classe 1901 americana, racconta di un delitto avvenuto a bordo di una nave in viaggio dall’Inghilterra agli Stati Uniti. Già visto già letto? Sì, ma scritti molto dopo e ambientati nel passato, qui la scrittura è attuale (per l’epoca) e l’ambientazione abbastanza fresca e nuova.  L’indagine non è svolta da un poliziotto ma da un passeggero, le domande a partire dal perché una simpatica e bonaria signora sia stata uccisa, sono tante i moventi si moltiplicano e il tempo per assicurare alla giustizia un assassino prima che sbarchi nella Grande mela, si consuma velocemente.

Un colpevole in giuria

Ruth Sanborn

La signora qui invece è nata nell’800 addirittura, tre romanzi e un centinaio di racconti nel curriculum. Siamo in pieno proibizionismo (con tutto quel che ne consegue nei sotterranei) e alla sbarra c’è una donna accusata di aver ucciso l’amante. In giuria c’è la terribile e potente mrs Vanguard che tutti temono, quasi tutti, il perché lo scoprite dopo che qualcuno l’ha uccisa. Con subdole manovre ha tenato di influenzare i pochi innocentisti ma evidentemente qualcuno dei giurati non ha gradito. Il romanzo è una via di mezzo fra il delitto della camera chiusa e un resoconto coinvolgente dove i colpi di scena si susseguono con un ritmo insolito per l’epoca. Personaggi variegati e uno alla volta segreti – qualcuno di pulcinella – che vengono alla luce svelando insospettabili intrecci e moventi come se piovesse. Non posso che consigliarvelo. Buona lettura.

IL BIANCO E IL NERO

Amal Bouchareb

Leggendo i romanzi che Le Assassine pubblica nella collana Oltreconfine non ci si limita a un tempo più o meno lungo di relax o di svago, anzi, nel caso de IL BIANCO E IL NERO dell’algerina Amal  Bouchareb, si entra in un mondo ai più sconosciuto.  Non sono certa che si possa considerare un giallo, anzi direi che decisamente il giallo è l’ultima cosa importante in questo romanzo. Si parte con un morto, un artista di fama internazionale italoalgerino che è tornato ad Algeri inseguendo un’ambizione, quella di dipingere il quadro perfetto attraverso un viaggio a ritroso nelle sue origini. Ma la sinossi la trovate al link, quello che importa in questo polposo racconto è tutto quello che gira intorno. C’è la Storia, la colonizzazione francese certo, ma anche la presenza degli ebrei che hanno dato e preso, c’è la religione o meglio quella parte di islam di ebraismo sufismo e tanto altro che ha influenzato lo sviluppo di tante tradizioni che insieme al resto identificano una cultura, c’è la geografia, perché l’autrice con gli spostamenti dei protagonisti e del racconto ci porta a spasso e non è possibile semplicemente archiviare i nomi dei posti nella memoria. Ho parlato dell’ambizione di dipingere il quadro perfetto, non è un caso se ho usato la parola ambizione e non ricerca o ispirazione, perché ambire a qualcosa che sia o tenda alla perfezione non viene dal desiderio di realizzare qualcosa per gli altri, ma per sé e una spinta così potente può venire solo dal fuoco che accende dentro la filosofia. Poi c’è la magia, quella bianca e quella nera che si incrociano a Torino, insomma non manca nulla e per di più è scritto bene. Volete un termine di paragone, A che punto è la notte, sì sì, proprio quello di Fruttero e Lucentini. Ecco, non è un romanzo da leggere per rilassarsi, richiede concentrazione e spesso un accesso a san google.  Non so se sia una strada facile quella scelta da Le Assassine, vendere è più facile se dai al lettore solo pagine da relax, ma la lettura è altro e qui lo troviamo, per di più, c’è la scelta di pubblicare solo donne, in un momento in cui ogni giorno c’è notizia di un omicidio che vede soprattutto vittime femminili uccise senza una ragione che non sia impedirne l’autonomia. Che poi va a finire o almeno c’è il rischio che cercando di approfondire quel tanto che basta, si arrivi a capire quel che abbiamo intorno, – che non è esattamente il massimo – a capire come si può e si deve rapportarsi agli altri con la conoscenza reciproca. Non un romanzo semplice, ma io so che chi passa di qua a leggere le mie opinioni, ama anche scoprire cose nuove, modi diversi di approcciare la lettura e quello che se ne può ricavare. 

LA CASA AL CIVICO 6

di NELA RYWIKOVA

Una scomparsa che viene sottovalutata dalla polizia, una telefonata presa per caso da un poliziotto costretto a dormire in ufficio e qualcosa che scatta, forse quella madre ha ragione, forse non è stato indagato abbastanza a fondo su quel ragazzo, potrebbe essere che davvero qualcuno lo abbia ucciso. Così, da una telefonata insolita quanto reiterata, prende il via un’indagine che oltre a portarci alla soluzione del caso che giaceva da troppo tempo, ci accompagna in un viaggio che pur svolgendosi a pochi (metaforicamente) passi da casa nostra, ci svela quanto siano diverse le cose. Un giallo sociale si potrebbe definire. La vicenda si svolge a Ostrava, una cittadina della Repubblica Ceca cresciuta intorno al complesso industriale per l’estrazione del carbone. Sono stati costruiti palazzi ed edifici per i lavoratori della fabbrica, ma gli architetti non hanno pensato al verde, nulla di nulla. Il colore predominante è il grigio, quella della polvere di carbone che copre e uniforma tutto, soprattutto il palazzo ormai mezzo in rovina ma in cui resistono stoicamente alcuni inquilini a cui gli appartamenti erano stati assegnati. Il poliziotto si accorgerà presto che lì, in quell’edificio al civico 6 di U Trati (che letteralmente significa alla ferrovia, deve trovarsi la soluzione della scomparsa di Martin e probabilmente anche il movente della sua morte che sembra essere la risposta. Per me il primo approccio alla letteratura di una parte di mondo che mi è oscura, un mondo a ridosso del nostro dove la libertà è un concetto del tutto diverso, ancora legato in qualche modo al totalitarismo imposto dall’Unione Sovietica. Non una lettura rilassante, anzi, potrebbe anche disturbare perché al di là della trama gialla, che è perfettamente delineata, sopra a tutto salta agli occhi quel grigio, quella polvere che negli anni è penetrata nell’anima di chi l’ha respirata condizionandone comportamenti atteggiamenti e vite. Lontana anni luce da Praga, capitale che oggi è una meta turistica culturalmente vivissima. Una lettura consigliata per uscire dai soliti schemi restando nella comfort zone del genere. Un viaggio diverso che però vale la pena fare.

SCELTE SBAGLIATE

Edizioni Le Assassine continua nella sua costante e ascendente ricerca di autrici e romanzi, contemporanee e non, senza sbagliarne una. Nello specifico parliamo di un’autrice finalmente non nordica (mi perdonerete ma io di paesaggi banchi freddi e desolati, per quanto bellissimi mi sono un po’ stufata). Nella collana Oltreconfine, troviamo Scelte sbagliate di Susan Hernàndez, autrice Catalana ( di cui spero di trovare tradotti gli altri romanzi). Siamo oltre il noir siamo oltre il giallo psicologico. La storia relativamente e apparentemente semplice di due coppie o forse di quattro persone, due fratelli il cui nome nel piccolo centro della Catalogna dove vivono, è sinonimo di ricchezza di benessere di potere. Sono i Badia. Eredi del salumificio che sostiene quasi tutta l’economia del paese. Àxel è stato dichiarato affetto da un disturbo psicotico, dovuto all’abuso di alcol e droghe e dal quel momento praticamente ripudiato dal padre che sposta ogni aspettativa sul fratello più giovane Rai, accettando di tenere il figlio maggiore in azienda a fare qualcosa di poco impegnativo, togliendogli ogni responsabilità e buona parte dell’eredità. I due sono sposati con due amiche, super Carla, la donna perfetta, professionista affermata elegante sempre impeccabile, moglie e madre di Joel, ha “incastrato” Rai nel modo più banale, restando incinta, Àxel ha spostato Lisa, amica di super Carla. I due non hanno figli, per scelta di Lisa, e non sono riusciti a mantenere una vita normale se non benestante. La voglia di rivincita, di “vendetta” di rivalsa sulla vita fa sì che venga fatta la prima scelta sbagliata, e a volte il prezzo da pagare è altissimo.

Perché lo consiglio caldamente? Perché è scritto bene, tradotto bene, perché descrive un mondo che nonostante tutte le speranze di no, esiste. Perché Rai super Carla Àxel o Lisa, potremmo essere noi e Joel nostro figlio. Perché uscire dalla confort zone degli autori che conosciamo e amiamo è utile. Perché dovreste leggerlo? Perché sapete di potervi fidare di quello che consiglio (spero), se così non fosse non si capisce cosa facciate qui.