Tornano i consigli veloci, quelli senza una rece vera e propria, per la piscina il prato in montagna, insomma dove vi va di andare andate, ma fatelo con un libro che è meglio.
Riccardino – Sellerio – lo trovate in due versioni, singola oppure con anche la prima versione, cambia solo la lingua (il vigatese inventato da Camilleri che si è evoluto nel corso degli anni). La soluzione che il maestro si è inventato per concludere la serie (pronto da anni), è effettivamente ottima anche se non nuova, ma evidentemente come ha funzionato nel passato, continua ad essere efficace. C’è nel romanzo la freschezza che ultimamente (mi perdonerete ma le opinioni sono personali), aveva un po’ lasciato il posto a una stanchezza – di autore e personaggio – per chi ha amato Montalbano assolutamente imperdibile, e per chi non lo conosce o non lo ama, l’occasione per dargli una chance, magari partendo dall’inizio.
Un Lansdale fuori dalla serie di Hap e Leo, uno di quelli che ti bevi come una bibita fresca sotto l’ombrellone. Anche in Una cadillac rosso fuoco – Einaudi – la scrittura del texano è sempre piacevole e scorrevole, le storie – questa non fa eccezione – sono più o meno leggere più o meno incasinate, non si sa mai dove andrà a parare. Non mancano, sia pure toccati da lontano, i temi cari a Lansdale e una velata denuncia sociale. Come sempre un autore che va letto.
Ultimo ma non meno accattivante romanzo da mettere in valigia o nel reader, è l’esordio di Alessia Tripaldi, Gli scomparsi – Rizzoli – un thriller psicologico che vede protagonista nientepopodimeno che un discendente del discusso Lombroso. Il focus si capisce che indirizza alle scomparse dei minori, a volte ritrovati a volte per sempre, partendo dal ritrovamento di un ragazzino e di un cadavere che lui indica come il padre. Ottimo lavoro e ottimo thriller.
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Sangue e limonata
Hap Collins e Leonard Pine, avremmo mai immaginato che c’è stato un tempo in cui non esisteva questa coppia? Eppure per i loro primi diciassette anni di vita sono cresciuti l’uno senza l’altro, Collins in una famiglia molto modesta, bianca (in un periodo in cui esserlo faceva la differenza), etero e democratico. Pine, nella stessa città, nero (e qui la differenza si subiva), omosessuale e conservatore. Eppure a causa di un combattimento clandestino (più o meno), pur così apparentemente diversi i due ragazzi si scoprono uguali. Hanno gli stessi principi e se fra loro si pigliano per il culo senza pietà, intanto danno vita ad un’amicizia che li porta a diventare grandi insieme, e a fare muro contro tutte le discriminazioni e le ingiustizie. Giustappunto questo ci racconta Lansdale, facendo rievocare ai due soci le innumerevoli avventure che li hanno visti coinvolti stringere sempre di più il legame fra loro. Un bel modo per conoscerli in situazioni diverse, quasi sempre guai comunque, anche prima che decidessero di cercarli per mestiere. L’ironia che ormai sappiamo essere il modo di Lansdale per sbeffeggiare quello che a quanto pare, continua ad essere un problema nella testa di troppa gente.Non solo in Texas.
in fondo alla palude
Nella collana Super Et di Einaudi, in libreria da pochi giorni, In fondo alla palude di Lansdale. L’ambientazione è quella classica, il Texas. Non quello iconografico dei film, poco deserto niente cactus giganteschi sotto il sole battente, ma le paludi i boschi e le lagune della parte orientale del Paese. La storia è un mix di generi, un po’ noir un po’ thriller con un pizzichino di horror, quindi fondamentalmente un Romanzo (senza genere che non mi pare obbligatorio). Harry, ormai anziano e pragmaticamente in attesa di morire in una casa di riposo, si lascia andare ai ricordi, pensa a come è cambiato il mondo da quando lui era un bambino, di come i fatti – anche i più banali – diventino notizie a livello mondiale, a differenza di quando restavano dove erano accaduti, come accadde per quella brutta storia, successa nel ’33, quando lui era un bambino e l’America soprattutto lontano dalle città, stentava a riprendersi dalla grande depressione. La trama non sto a raccontarvela che tanto la trovate ovunque, leggetelo per la scrittura per il linguaggio, diversi da quelli degli altri romanzi dell’autore, molto più soft se vogliamo, ma incisivi nella loro semplicità (niente di più complicato che scrivere in maniera semplice). Il focus come spesso accade è una denuncia del razzismo, ma quello vero, quello che fa male che difficilmente si riuscirà a sradicare. Un tema caro all’autore che per parlarne si è inventato un personaggio come Leonard Pine, nero e gay che fa il detective (privatissimo e scorrettissimo), insieme a Hap Collins bianco etero e altrettanto scorretto, ma a differenza di quanto accade nella serie degli amatissimi due, in questo romanzo, forse per il periodo in cui si svolge o per la crudeltà della storia è particolarmente coinvolgente. Insomma, se lo avete letto a suo tempo, è una buona occasione per rinfrescare la memoria, se non lo avete letto, l’occasione per leggere un gran bel romanzo.
