QUEI BRAVI RAGAZZI

Giulia Cecchettin – foto ANSA

Credevo che ormai non mi facesse più di tanto effetto, certo la rabbia c’era, c’è, ad ogni femminicidio, ma questa ragazza mi è entrata nel cuore, ho addosso una rabbia feroce, ho sperato che l’avesse rapita e lei stesse cercando di convincerlo a tornare, poi è uscita la notizia dell’aggressione, ho sperato che fosse stato un attimo di mona come si dice dalle mie parti, che il sangue fosse di una ferita di quelle che sanguinano tanto ma non sono gravi. Ovvio che una vocina diceva che mi stavo illudendo, ma non volevo ammeterlo, per rispetto a quel padre così pacato, probabilmente conscio che stava sperando in qualcosa che non era più possibile. Oggi, quando si è saputo che Giulia, il suo corpo era stato ritrovato, è stato troppo. Per qualche attimo ancora ho sperato che l’avesse composta perché l’irreparabile era successo ed era andato nel panico o nella disperazione, per avere involontariamente spezzato una vita che amava. Invece no. Conosco i luoghi dove l’ha gettata, non ci vai per caso. Adesso sento che è stata accoltellata più volte. Peggio mi sento. Di quell’essere immondo non voglio parlare, non lo voglio neanche nominare. Adesso prenderei letteralmente a calci i genitori di quello schifoso, altrettanto schifosi. Perché è evidente che hanno guardato da un’altra parte, non hanno voluto vedere chi era quel bravo ragazzo. Hanno lasciato che uno psicopatico senza empatia, stroncasse una vita che non era la sua. Io sono una di quelle persone che crede nei raptus, so che può succedere, ma normalmente vivaddio, non viaggio con un coltello in borsa. A 20 anni l’amore deve essere gioia, o dolore immenso quando finisce, a vent’anni devi saperlo che può succedere, ma devi avere degli amici che ti portano a casa 5 cartoni di birra e ti lasciano ubriacare finché il dolore annega, stanno con te il giorno dopo e quello dopo ancora, finché diventa sopportabile, finché capisci che andrai avanti anche senza di lui o di lei. A vent’anni hai il diritto di lasciare il tuo ragazzo, hai il diritto di avere altri desideri altri sogni che non lo contemplano. Giulia avrà per sempre ventidue anni, quella mezza sega uscita male, spero marcirà di fuori come è già marcio dentro, in galera in un fosso vivo o morto, non ha importanza, non si può dare importanza a un essere così. Ai genitori di femmine, bambine, ragazze che diventeranno donne, per amor di Dio, insegnate loro a cogliere il più piccolo segnale, perché ci sono sempre. Diteglielo che il lupo esiste e spesso sembra un agnello, spiegate loro che non devono rinunciare alla vita, che appena si sentono scomode in un abbraccio, devono scioglierlo, che non devono vedere l’uomo nero ovunque, ma che devono imparare a difendersi. Che non vuol dire andarsene al primo schiaffo, vuol dire capire che quello schiaffo prima o poi arriverà e andarsene prima. Vuol dire denunciare certo, ma in primis parlare con i genitori le amiche gli amici, uscire in compagnia, non dargli spazio, non dargli agio di vendicarsi dei torti che pensa di avere subito. Vuol dire che a quell’ultimo incontro per un chiarimento, dirgli che sì, ci andate, ma al bar della piazza, che non andrete a parlare con calma da qualche parte voi due soli. Significa dirgli chiaro e tondo, ti ho sgamato, so che non mi posso fidare, qualunque cosa farai io sarò in guardia, sarò pronta ad affrontarti con alle spalle il mio mondo sano. Perché chi va all’appuntamento con un coltello è un vigliacco che se sa di essere stato scoperto scapperà, poi ci proverà a prenderle di sorpresa. Forse qualcuno ci riuscirà anche ma non sarà più lo stillicidio quotidiano. Ditelo alle vostre figlie, che possono essere buone e pulite com’era Giulia, che non è necessario vivere nella paura, ma preparate sì. Perché il mondo è pieno di vigliacchi, ma loro, le nostre figlie sorelle amiche, potranno contare sempre su tutto il resto del loro mondo pulito.

Cuori selvaggi a Torino

Tre giorni tre al @SalTo2022 e farei prima a scrivere gli amici che NON ho incontrato anziché quelli che ho incrociato, sono riuscita a salutare e i millemila eventi a cui non sono riuscita ad accedere per cause multiple. La prima un momento (lungo) di pigrizia mentale che mi ha impedito di studiare il programma e decidere quali eventi privilegiare a scapito di altri. La seconda, rispetto a ottobre scorso ero in compagnia e avevo una sola intervista in programma, per cui ho preferito la compagnia. Poi aggiungiamo la ricchezza dell’offerta – 1446 eventi –  spalmati su 50 sale, dividendo il numero per i giorni, significa 289 incontri al giorno, decidere e selezionare è un’impresa davvero non da poco.

Con questi numeri, e un aumento di oltre il 59 % degli accrediti Stampa per i giornalisti e del 100% dei blogger – più 168000 visitatatori, si è creato un piccolo (ma anche no) problema di organizzazione – spero per la prossima edizione riescano a risolvere, ma ho seri dubbi – Le prenotazioni possibili on line previste sono state 25.000 su 90.000 posti, tornando al numero degli accreditati è palese che sono troppo pochi rispetto a quello che vorrebbe fare chi poi ci dovrebbe scrivere. L’area è davvero grande – anche se gli spazi sono stati ottimizzati – ma per andare da un posto all’altro ci vuole tempo. Se devi fare la fila per entrare nelle sale il tempo “sprecato” nel senso di non utilizzabile, diventa veramente tanto. Ora io mi auguro che la prossima direzione del Salone, prenda in considerazione questo aspetto del problema, che alla fine non è irrisolvibile. I giornalisti delle testate nazionali, televisive o comunque diciamo “di nome”, sono spesso relatori e/o legati professionalmente agli autori nonché accreditati alla Longue (dove si ha la possibilità di posti tranquilli per le interviste le chiacchiere o i momenti di relax), il problema è dei blogger, che sono oggettivamente tantissimi. Allora io dico, per ogni evento, prevedi 5/10/15 posti riservati. Se il blogger non si presenta entro 10 minuti prima dell’inizio, liberi il posto. Non mi sembra una cosa complicatissima no? Certo mi si potrà obiettare che si rischia la “discriminazione” di qualcuno, ma se hai un blog di cucina, e ti piace leggere i gialli, avrai il tuo posto riservato agli eventi legati al tuo ambito e gli altri te li prenoti. Piccola nota personale, senza mettere minimamente in dubbio la serietà di nessuno, se entri come blogger, il marito i due bimbi con passeggino e il cane, magari li puoi lasciare a casa. Come si evince dai numeri sopra, è evidente che meno di un quarto dei posti prenotabili, è decisamente troppo basso.

Rimane il fatto che andare al Salone per tanti non è una gita da fare il sabato o la domenica ma un vero e proprio ritorno a casa, e finalmente liberi dai legacci della, si spera passata pandemia, un’occasione di lavoro che diventa condivisione e vita.

Pippons number one

La differenza fra fare le cose “alla Carla” invece che “alla Carlona”

Ve l’ho detto che stavo tornando più mannara che mai, oggi vi dico la mia sui recruiter, i responsabili HR (perché ufficio del personale pare brutto) in particolare di quelli che lavorano per le agenzie interinali. In genere è richiesta una laurea per farlo, materie umanistiche, il perché è un mistero glorioso che temo rimarrà tale. Sono in genere giovani e belle fanciulle che avendo il culo saldamente appoggiato a una poltrona che nessuno gli toglierà, fanno né più né meno da passacarte. Non è che ce l’ho con loro sia chiaro (bé a parte qualcuna che ho incontrato di persona di cui la spocchia era la caratteristica predominante). È il sistema sbagliato probabilmente.

I CV che arrivano dalle piattaforme vengono selezionati da algoritmi secondo delle parole chiave, va da sé che tantissimi vanno diretti nello spam. In definitiva questi (uso il maschile in riferimento al genere umano) si limitano a cercare determinate caratteristiche standardizzate, seguendo pedissequamente le indicazioni dei committenti. Purtroppo le indicazioni di cui sopra sono decise dai titolari che non hanno alba dei millemila decreti leggi e quant’altro che il governo, nella sua pochezza beninteso, emana ogni due per tre. I diktat in genere riguardano età (che non dovrebbe essere chiesta ma è uno dei dati obbligatori) e date relative alle esperienze. Faccio un esempio personale che secondo me è indicativo. Qualche tempo fa rispondo a un annuncio con caratteristiche e competenze richieste esattamente sovrapponibili al mio cv, non idonea. Pr un colpo di fortuna riesco a risalire a chi aveva gestito il cv. Chiamo e chiedo spiegazioni. La povera crista mi risponde che dall’ultima esperienza erano passati troppi anni. Le faccio presente che il fatto di non aver praticato la mansione negli ultimi tempi, non implica che io non mi sia tenuta aggiornata sui cambiamenti che sono subentrati. Sconvolta. Cioè lei si è tenuta aggiornata su una cosa che non fa più? Sì anima candida. Mi dice che proprio non ci aveva pensato e le dispiace perché sarei stata proprio la figura che cercavano. Vi starete chiedendo dove voglio arrivare, a ricordare che la carta si lascia scrivere, che se manca il rapporto umano, il guardare in faccia una persona, una conoscenza anche minima della prossemica, se chi raccoglie cv e dovrebbe in teoria incrociare domanda e offerta si sente investito del potere di stoc***o, la disoccupazione non calerà mai. Che se la stessa ricerca (e qui onestamente non ho capito come funziona anche se mi sto facendo un’idea) appare su trentaquattro piattaforme e sottopiattaforme, la confusione continuerà a regnare sovrana, i posti di lavoro a rimanere vacanti e la gente disoccupata. Un suggerimento ce l’ho, figuriamoci se non, ma ripristinare i buoni vecchi uffici del personale, dove qualcuno che conosce l’azienda sia in grado di gestire un colloquio e abbia quella puntina di intuito, invece di affidarsi alla rete o al passaparola, potrebbe sembrare un costo iniziale, ma porterebbe a dei signori risultati.

PER MANO MIA – coming out

Come da titolo questo è un coming out, una confessione o se si preferisce una presa d’atto. L’ultima presumibilmente. Al termine della breve esperienza lavorativa presso un prestigioso Centro, prendo atto di un paio di cose, ho deciso di analizzarle pubblicamente a che nessuno in futuro, qualunque cosa mi riservi, abbia a dire che sembravo diversa. Non sono più disposta a scendere a compromessi, ho taciuto, ho visto cose che voi umani…ho abbozzato e fatto le cose seguendo pedissequamente le istruzioni ricevute, bè, non funziona, non dà risultati. Semplicemente. Gli obiettivi sono raggiunti in maniera provvisoria, le magagne abilmente (o almeno così crede chi le cela) nascoste, in realtà sono ben presenti e come nella loro natura, corrodono da dentro. Non sarò mai un capo, eventualmente posso essere un leader per le persone così intelligenti da capire quanto valga la pena ascoltarmi. Per mia sfortuna sono come uno scanner elettronico, vedo all’interno, sgamo i mezzucci e soprattutto, i bluff con me non funzionano. Se dico che sono in grado di raggiungere un risultato lo raggiungerò, ma c’è una conditio sine qua non, devo essere lasciata libera di fare la strada che decido io. Se i toni sicuri vi irritano, probabilmente è perché siete degli insicuri, se sentite minacciato il vostro ruolo è perché sapete di non meritarlo, se vi sembra che vi stia prendendo in giro, non sono io, è la vostra coscienza. E se avete questo tipo di problemi, statemi alla larga, non ci provate nemmeno a ingabbiarmi. Non tentate di costruire atti d’accusa senza prove perché da oggi in poi, non saranno tollerati e dio vi guardi dall’ira dei miti o peggio dall’ira di chi la trattiene per pietà nei vostri confronti. Per la sfortuna di chi tenta di prendermi per i fondelli, ho delle mutande di ghisa foderate in titanio. A dire la verità in questo momento sono un po’ logore, o meglio si è logorata la capacità di indossarle, ma ho fatto talmente tanti lavori nella vita, ho incontrato talmente tante persone e personaggi, che dovendo fare una scommessa su se e quanto resisterò, onestamente non saprei su cosa puntare. Potrei stupire ancora una volta, perfino me stessa. Vi sembro presuntuosa? Errore madornale, sono consapevole di me stessa, alla faccia di chi ha potuto decidere della mia vita (professionale) e di chi volendo avrebbe potuto fare e invece ha preferito fingere di non vedere, il lbene che voglio ad alcuni, non mi ha impedito in passato né mi impedisce ora di vedere. Avrei forse potuto imparare a fingere, pare sia la strategia vincente di questi tempi, ahimé è l’unica cosa che non ho imparato.







Riepilogo professionale
Impiegata molto motivata, con solida esperienza maturata negli oltre 25 anni di attività in diversi settori. In ambito assicurativo ho sviluppato competenze complesse e complete.
Nel comparto  sanitario. Ho acquisito padronanza nello svolgimento di mansioni di segreteria e affari generali. In altri settori ho ricoperto ruoli di gestione archivi, tenuta prima nota, paghe e contributi.
Utilizzo diversi gestionali  Precisione e organizzazione a 360° del lavoro. Capacità di gestione del lavoro sia in team che in autonomia. Forte resistenza allo stress.      
Capacità Organizzative Precisione Gestione del pubblico e dei rapporti con  colleghi e superiori.
Conoscenza dei social
Problem solving
Discreta conoscenza lingua inglese            
Hobby e interessi diversi Appassionata lettrice, dal 2008 collaboro con il sito http://www.Mangialibri.com occupandomi di recensioni e interviste, ho curato gratis et amore dei (ma non si ripeterà) l’editing di numerosi romanzi poi pubblicati.
Ho partecipato all’organizzazione di diversi eventi artistici, acquisendo esperienze e competenze in ambito organizzativo e della comunicazione
Carla Colledan  
carla.colledan@gmail.comcarla.colledan@pec.it   
Agevolazioni fiscali e contributive over 50 – iscritta a Dote Unica Lavoro di Regione Lombardia in caso di assunzione entro il 31.03 è previsto l’ottenimento per l’impresa di sgravi contributivi fino ad euro 8.000,00 cumulabili con le altre agevolazioni previste dai decreti vigenti  
Esperienze professionali 01/2008 – Attuale Freelance Editor  revisione testi correzione bozze redattrice Mangialibri  
01/2010 – 01/2015 Aziende diverse Collaboratrice a Progetto Gestione e  aggiornamento continuo e costante delle anagrafiche – Tenuta contatti clienti e fornitori. Gestione documenti e pratiche inerenti e necessarie allo svolgimento dell’attività, e reperimento documentazione eventualmente mancante
Gestione e controllo attrezzature ufficio e cancelleria
Tenuta prima nota e contatti con commercialisti e banche    
10/2007 – 12/2009 Fondazione Giorgio Gaber | Milano, Italia Collaboratrice a Progetto Gestione digitalizzazione e riordino archivi audio e video  
12/1999 – 09/2007 Allianz Assicurazioni Impiegata Front/Back Office Accoglienza clienti e successiva gestione degli stessi. Preventivazione emissione polizze RCA (anche flotte) e Rami danni. Gestione sinistri dal ricevimento  ai contatti con la Direzione i legali o i periti, fino alla liquidazione.Valutazione e analisi iniziale delle esigenze del cliente per individuare la soluzione più adatta nell’interesse dell’azienda e del cliente.Reperimento e analisi della documentazione richiesta e/o necessaria per l’espletamento delle pratiche.
Supporto al capo ufficio operativo nelle funzioni operative quotidiane.
Collaborazione diretta con gli uffici preposti della direzione allo scopo di ottenere eventuali soluzioni non direttamente effettuabili.            
Istruzione 2021 Progetto Europa Amministrazione del Personale: Paghe e Contributi Conseguimento di Attestato di Certificazione delle Competenze di Regione Lombardia  
2020 Newpeople | Milano Segretaria Di Studio Medico: Salute  
2011 CFTA | Milano Addetto Paghe Contributi
2008 Abilitazione alla professione di counselor  
1988 N.U.M.E. | Bologna Diploma In Shatzu E Reflessologia Connettivale: Salute  
1985 Diploma Di Maturità | Milano Operatore Turistico: Turismo  
Autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel mio CV ex art. 13 del decreto legislativo 196/2003 e art. 13 del regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei singoli cittadini in merito al trattamento dei dati personali            

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Oggi riflessioni sparse

Lo so, siete abituati al fatto che più o meno si parla sempre di libri, ma siccome libri e librerie in questi giorni sono inflazionato come argomento, faccio qualche riflessione spaziando qua e là.
Oggi è l’anniversario del mio miracolo personale, costole vertebre naso mano e caviglia rotte, 200 e rotti punti di sutura sparsi, un finestrino tolto dalla faccia con le pinzette, ed ero quella che stava meglio, a parte il figlio di puttana ubriaco che ci è venuto addosso, ma vabbè. Dice ma che c’entra? C’entra perché, a seguito di una conversazione, ho messo a fuoco due o tre cose che confermano le teorie che mi accompagnano da una vita. La prima è che i millemila morti (e ne parlo con tutto il rispetto per il dolore dei loro cari), se anche non ci fosse stata la pandemia provocata dal covid19, sarebbero mancati esattamente nello stesso momento, per un incidente un ictus un infarto la caduta di un aereo un albero in testa uno squalo troppo vicino a riva in Australia. Solo che non lo avremmo saputo, semplicemente sarebbe stato un fatto personale di chi era coinvolto. Per conferma, senza nulla togliere alla gravità del momento, fare una ricerca seria, sui morti quotidiani, imparare a fare calcoli statistici elementari e poi paragonarli.
Nel 1988, non era il mio momento evidentemente, ecco il link.
Ieri parlavo con una persona che ha dei nipoti, sugli otto anni, un’età importante, (ma attenzione anche ai più piccoli, intorno ai 4 o 5) in cui si formano le persone, ecco forse non tornerà tutto come prima, ma ho pensato che forse la speranza sta proprio in questi bambini che quando saranno adulti, avranno fra i ricordi più cari le visite se possibili o le video chiamate coi nonni, l’ossessiva ripetizione del mantra che ci vuole buonsenso, che proteggere gli altri equivale a proteggere noi stessi (imparando quindi la vera solidarietà) e si comporteranno di conseguenza.
Quindi un consiglio (non richiesto ma che mi frega), care mamme papà nonne/i zie e chiunque abbia a che fare con loro, state attenti a cosa fate, dite e fate passare nelle testoline dei vostri ragazzi, ricordatevi che sono spugne, assorbono tutto ma tutto, quello che diciamo e quello che non diciamo, ma soprattutto quello che facciamo. Forse è questo il momento e l’unico modo che noi grandi, abbiamo di trarre vantaggio da questo gran casino. Fare sì che il domani sia un posto migliore per tutti. Per noi tornerà una normalità che sarà più o meno come prima, ma davvero potremo lasciare qualcosa di grande ai nostri ragazzi.
Forse questa “prova”, con questa impreparazione (di tutti), è il modo con cui il mondo ci sta dando la possibilità di cambiare il dopo. Non si scappa al destino, ma assecondarlo può cambiare tutto. Non è cosa da poco sapete.

Gli idioti e la pandemia

Chiedo scusa ma oggi si va di veleno, come il mamba verde, o lo espello o muoio. Adesso se siete arrivai su questo articolo, fate i bravi e leggetelo, con attenzione, con molta attenzione, anche se è lungo. Non perché io sia diventata una virologa infettivologa medico economista o dio sa cos’altro, ma perché ringraziando Dio, ho ancora la lucidità per vedere la bolla dal di fuori, e francamente mi sembra ce ne sia un gran bisogno.
Allora, partiamo da una premessa: 1) non ho paura per me, non sono indispensabile per nessuno. A volte è brutto, altre, come in questi casi, è decisamente un sollievo, appena appena doloroso ma un sollievo. 2) ho delle persone che amo, come tutti credo, sono in pena per loro? Il giusto, confido che siano saggi abbastanza da tutelarsi al meglio, che la sorte sia clemente e nel caso non lo sia, che la loro salute sia abbastanza da superare indenni un eventuale attacco. Questo mi fa passare la paura? Certo che no, ma non ho molta scelta.
Dunque,fatta questa doverosa premessa, devo constatare che ahimè, anzi, ahivoi, continuate imperterriti a leggere solo determinate fonti, quelle a cui siete abituati, a credere di essere nel giusto, senza se e senza ma. Ho una notizia, non lo siete. O meglio lo è chi non pontifica, chi non crede a tutto, siano notizie catastrofiche o siano miracoli di questo o quel laboratorio.
La cosa è molto semplice, i virus i batteri gli organismi perniciosi,esistono esattamente da quando esiste l’uomo, anzi, a dirla tutta, l’uomo è arrivato un bel po’ dopo di loro. Unico scopo di questi organismi è riprodursi e vivere, siccome non hanno un cervello pensante, ma sono solo un mucchietto di dna, non fanno altro che aggrapparsi dove possono, dove trovano un ambiente confortevole e si installano per poter procedere alla loro riproduzione. Abbiamo modo di combatterli? Sì, quelli noti, nei confronti degli altri, tipo il covid19, abbiamo una sola e unica possibilità, evitare di fornire un ambiente adatto, rendere noi stessi un terreno infertile.
E qui arriviamo al punto 1 – l’isolamento, certo che sì, è il primo provvedimento da adottare, ma noi siamo animali sociali, l’isolamento non è nella nostra natura, magari per un po’ ci riusciamo, ma dopo un po’, a meno che non viviamo in un mondo nostro, ideale, dove possiamo essere autosufficienti in toto, la cosa diventa difficile. Allora io dico usiamo il buon senso. Siete obbligati ad andare al lavoro? Fatelo utilizzando tutte le protezioni possibili, mettete qualcosa davanti a naso e bocca, e se inevitabilmente toccate qualcosa, qualsiasi cosa, non portate le mani vicino alle mucose, naso bocca e occhi. E lavatevi le mani il più spesso possibile. Non serve la mascherina ospedaliera, basta qualcosa che faccia da barriera, tipo la distanza oltre a qualcosa davanti alla bocca. Siete costretti ad usare un treno o una metro? Pretendete, e sottolineo il verbo, che siano potenziati i mezzi nelle ore diciamo di punta, pretendete che gli orari di arrivo e di uscita dal lavoro siano scaglionati, diluiti, e già così una parte del problema lo abbiamo risolto. Avete un malessere da raffreddamento? Vi sentite le ossa e i muscoli doloranti?, avete magari un 36 e 8 di febbre? Telefonate al lavoro e dite che non ci andate, 90 su 100, in tre giorni ne siete fuori. Magari se è possibile, in casa isolatevi, così da non impestare gli altri. Vabbè, gioco facile perché vivo sola, ma se avete quel metro quadro in più a casa, usatelo.
Punto 2 Comunque la pensiate, non scrivete sui social le vostre soluzioni, non siamo in grado (la maggior parte di noi almeno), di discernere, quale sia la filiera che sta dietro a quello che noi consideriamo essenziale, due esempi per chiarire. Le mucche del covid se ne fregano e fanno il latte ogni giorno, idem le galline, sì le uova non il latte ma il concetto è chiaro no? Qualcuno quelle mucche le deve mungere, il latte va portato allo stabilimento dove i meccanici e i tecnici devono stare perché le macchine che pastorizzano il latte e/o lo smistano affinché finisca nei cartoni (che qualcuno deve produrre) e poi sugli scaffali dove noi lo prendiamo. Ovvio che non ci arriva da solo vero? Che qualcuno lo ha controllato imballato trasportato consegnato e infine sballato ed esposto. Il conto di quanta gente ha lavorato dietro un litro di latte ve lo fate da soli vero?
I pomodori pelati che mettete sulle pizze che tutti state diventando bravissimi a fare in casa, Lo sapete vero che non hanno alba di quando sono maturi e che per essere corretti dovrebbero scendere dalla pianta, andare da soli in catena dove si lavano si bollono si pelano ed entrano nelle latine e nelle bottiglie. Sì lo sapete, solo che le lattine e le bottiglie non si autoproducono nemmeno loro, né una volta riempite vanno da sole al supermercato.
Questo in generale dovrebbe essere un esempio abbastanza chiaro, e siccome è un esempio, applicatelo a tutto quello che vi viene sottomano, sì sì, oggetto per oggetto. Adesso stilate la lista di chi deve chiudere (ma non postatela, fatelo come esercizio)
Punto 3 Quanto alle scoperte miracolose dei medici, oggi allo Spallanzani domani al Sacco poi al Pascale eccetera, beh, ho una notizia anche qui, fonti certe, ma molto certe, mi dicono che i farmaci le cure i protocolli, benché a volte beneficino di particolari intuizioni, richiedono mesi di studi e sperimentazioni, quindi i miracoli, potete evitare di condividerli (questo in genere avviene sui social, ma ahimè anche la pubblica informazione non se la cava male a sensazionalismi). Lo stesso vale per il resto. Ogni Paese conta i morti i malati i guariti gli infettati, secondo criteri diversi, che questo cambia radicalmente le cose lo si capisce vero? Ogni medico, virologo immunologo rianimatore, ha una sua opinione su quali procedure applicare, non è che oggi mi danno un manuale e io posso andare in rianimazione a far funzionare le macchine, e come è normale che sia, ognuno, in quei pochi minuti che ha liberi, ne parla con la moglie, ne parla con la sorella il marito la zia o l’amico,che magari fa l’idraulico, capisce lombi per lobi e poi di post in post, di bacheca in bacheca di trasmissione tv in trasmissione tv, salta fuori che il coronavirus colpisce il sistema renale. Scusate la lunghezza del post, grazie per la pazienza e credetemi se vi dico che in tasca, ho nè più nè meno le verità che avete voi. Quindi facciamo i bravi, torniamo a postare gatti cani fiori storie d’amore e canzoni. Il resto, lasciamolo fare a chi sa o a chi deve. Ah, scusate un’ultima cosa, l’italiano, comprendetelo, siate umili e usate i dizionari se qualche parola vi sfugge

Non è di maggio

Ho letto un romanzo che forse non vedrà mai la luce, e se così fosse, sarebbe un gran dispiacere, perchè confermerebbe che per l’editoria in Italia, c’è poca poca speranza, che l’apparenza vale sempre più della sostanza, che non è vero che quando si sbaglia basta scusarsi. Sarebbe anche la triste dimostrazione, che se sei nessuno ma ti pompano abbastanza, il mondo piccolo della letteratura, si schiererà dalla tua parte, indipendentemente dal tuo reale valore.
Quello di cui vi accenno è un romanzo che spazia nel tempo e nei luoghi, senza praticamente uscire dai pochi km quadrati che conta Procida.
Un romanzo di amori, finiti e spezzati dal destino o dall’incapacità umana, amori che vanno oltre l’umano, come quello di una madre per un figlio autistico. Amori incomprensibili che sono colla fra due anime perse in altri universi. Amori che si spostano da chi non c’è più a chi c’è ancora e capisce l’importanza di quell’amore senza parole.
Un romanzo di rancori che si trascinano per anni e come un seme o una croce piantata sulla sabbia, resistono e alla fine diventano altro, girano nell’universo attraversando muri che non vediamo, spostandosi nel tempo e nello spazio come dicevo prima, mescolando la magia e la realtà con quello che oggi sappiamo essere la fisica quantistica, cosa di cui ai tempi di Marquez (che per inciso ha “inventato” il realismo magico) non si conosceva. Bambini indaco e autistici con i loro mondi che sono altro da noi, ma non per questo sono meno reali.
Non so se ci siano addetti ai lavori fra i frequentatori di questo blog, non so se qualcuno avrà il coraggio di tirare fuori le palle e decidere di pubblicarlo, il rischio è che un tot di Nomi, non li faccio perchè sono pur sempre una signora, facciano fronte compatto, in nome di qualcosa che serve solo a fare rumore, a ricordare al mondo che esisti e una volta hai scritto una cosa bella, tentando di far dimenticare che poi l’impresa non ti è più riuscita. Se l’autore mi dirà che posso scrivere chi è, lo farò, o può palesarsi tranquillamente, qui o sulla pagina Fb o su tw. Io ve l’ho detto, spero davvero che per una volta il buonsenso abbia la meglio, che un bel romanzo, davvero molto bello, possa essere goduto dai lettori, indipendentemente dalle cazzate che può aver fatto chi l’ha scritto. Chiudo ricordandovi che Cesare Battisti (il delinquente) è pubblicato da Feltrinelli.

E usiamo anche la categoria – I sassolini nella scarpa

Probabilmente mi perderò un tot di gente che legge quel che scrivo relativamente ai libri, spero di no, perchè sarebbe una sconfitta. Non a livello di like che tanto non ci sono lo stesso, ma personale, perchè vorrebbe dire che ho sbagliato a valutare chi mi segue, come persone intelligenti e che sanno andare oltre. Non stupitevi della precisazione, in due (vabbè, di due mi sono accorta, sia pure in ritardo), mi hanno bannata per le mie esternazioni “politiche”. una cosa che secondo me, neanche all’asilo mariuccia. Transeat. Sto seguendo la diretta dal senato. Tanto di cappello alla Casellati, poche volte ho visto trattare così fermamente tutti, senza mai perdere la cortesia. Mi dispiace molto che Conte vada a rimettere le sue dimissioni, è stato (e spero possa cambiare idea), uno dei pochi presidenti del consiglio che ha agito, almeno per quello che abbiamo potuto vedere, correttamente e rispettosamente, certo, a mio avviso, il palliatone pubblico a Salvini se lo poteva risparmiare, così come si poteva risparmiare, sempre secondo me, di prendersi tutto il merito per aver evitato le procedure d’infrazione e di quelle poche altre cose (definitive e non salvo intese), che sono state fatte. Se, e qui entriamo proprio solo nell’opinione, i ministri dei 5stelle, avessero lavorato un pochino meglio, avremmo accordi sicuri, parlo di Toninelli Di Maio e Trenta, anzichè accordi che salteranno per mancata intesa.
Vabbè, nel complesso però non ho di che lamentarmi troppo. Passiamo a Salvini, se ce la fate a mettere da parte le cazzate, tipo il cuore immacolato o le braccia allargate a fare il bersaglio e la parte comizio, ha detto molto francamente che ha aperto la crisi perchè si è rotto i coglioni. Di dover combattere per ogni quisquilia per ogni cosa media e non parliamo delle cose grosse. Si è rotto i coglioni di essere insultato (e a onor del vero lui non ha insultato nessuno). Ho perso gran parte dell’intervento di Renzi, la diretta fb andava e veniva e sono arrivata a casa solo per l’ultima parte, mi è sembrato anche quello un comizio elettorale, ma siccome mi è antipatico (non lo reggo), mi astengo. Non so cosa deciderà Mattarella, ovviamente, aspetto come tutti. Aspetterò esternando il meno possibile perchè non sopporto più le tifoserie da stadio, da ultrà. Non ne posso più di gente che non sa discutere senza posizioni estreme. Non so cosa accadrà, ma certamente auspico qualcosa che sappia riportare prima ancora della stabilità, prima ancora di tutto, al dialogo, inteso come confronto civile, senza bisogno di insulti e possibilmente con qualche idea che possa essere attuata. Ecco, i sassi li ho tolti, non tutti, ma sono troppi e rischierei di sbugiardare tutto quello che ho scritto e a cui cerco di attenermi.
Solo un’altra considerazione su cose dell’ultimo minuto. Vorrei rassicurare tutti che il Mimmo Lucano ha fior di avvocati che provvederanno se non lo hanno già fatto e non c’è una sola ragione al mondo per cui venga negato, a chiedere che possa andare da suo padre.
Nel caso ve lo stiate chiedendo, sì sono una che adesso è di destra (facciamo centro destra), che quando, ragazzina ben lontana dal poter votare, andò ad ascoltare Alessandro Natta, ve lo ricordate? Pianse. Piansi perchè capii che il comunismo, quello che avevo respirato in casa fin dalla culla, quello che si fondeva col socialismo ma sempre nell’interesse del popolo. La notte del sorpasso ero davanti alla tv, come tutti quelli di sinistra, che ormai di comunisti ce n’erano pochi e anche lì ho pianto, perchè pensavo che fosse la volta buona. Adesso voto Salvini, vedete voi come mi ha ridotto il PD. Ah, se siete arrivati fino a qui, magari vi interessa sapere che non sono razzista, non sono omofoba, non sono forcaiola e non sono neanche un po’ fascita.

Il mio #SalTo19


Come prima cosa mi corre l’obbligo di ringraziare Mangialibri, perchè se è vero che gli editori prestano attenzione anche ai piccoli blog come questo, leggere scrivere ed essere parte di uno dei maggiori siti dedicati al settore è una medaglia prestigiosa di cui sono fierissima e orgogliosa. Il Salone è come sempre una specie di delirio felice, si corre come dei dannati per ascoltare qualcuno, per seguire un evento fare un’intervista, si stringono rapporti ci si incontra, si scoprono nuovi autori, si rinsaldano legami. Per me in particolare è occasione felice di abbracciare persone con cui per un anno ho dei proficui scambi e dei tremendi scazzi via social, vi assicuro che quegli abbracci sono la conferma che gli “amici” che ti sei e che ti hanno scelta, sono persone che meritano la tua stima. Dei libri visti presi recensiti e che recensirò, ne parleremo ovviamente, adesso, detto della parte umana, passiamo alla parte materiale. A Lagioia povero amore, per quanto riguarda l’evento, va solo fatto tanto di cappello, ospiti relatori autori (vabbè c’è stato il piccolo casino con la Altacosa lì, ma non è colpa sua, la politica dovrebbe star fuori dalle balle, TUTTA), tutto di prim’ordine, ma per quanto ce la metta tutta,l’organizzazione pratica, spicciola, quella non è cosa sua. Ottimo il nuovo padiglione, se escludiamo il fatto di doversi fare un tunnel che pareva infinito, ha il vantaggio di essere grande pieno di luce con raggruppate le CE più grosse, il che rende il tutto meno claustrofobico, rovescio della medaglia, ti perdi un sacco di cose, di stand e di eventi, magari minori ma comunque interessanti. Ci sarebbero anche un sacco di considerazioni personali, ma suppongo interessino poco e le SalTo. Una sola domanda mi porterò dietro probabilmente a vita. Perchè ci fosse uno stand enorme (bellissimo tra l’altro) chiamato Sharja (che è uno dei 7 emirati), in cui tutti parlavano solo arabo, hanno fatto un mucchio di incontri, rigorosamente in arabo. Credo parlassero di libri di cultura e cose belle, ma detto fra noi, quanti dei visitatori potevano parlare l’arabo? Mah

La ragazza che chiedeva vendetta – Alex nero è pronto a scoprire la verità

Una morte accidentale di quelle che potrebbero rovinare carriere scolastiche futuro e buon nome delle famiglie. Una vita finita e la storia sembra dimenticata. Ma se noi dimentichiamo il passato lui non dimentica noi e torna in modi e tempi che non immaginiamo. Noi non li immaginiamo, ma lo fa egregiamente Pierluigi Porazzi, in libreria con il quarto romanzo che vede protagonista Alex Nero, è già tornato da un po’ a dire il vero (con un cambio di Casa Editrice) ma io ve ne parlo oggi. Un giallo bello pulito, senza protagonisti e digressioni inutili, asciutto senza essere scarno. Un autore che a mio parere meriterebbe molto più spazio nel panorama letterario italiano ma anche straniero, che sa tenere il lettore inchiodato alle pagine dosando sapientemente la narrazione i colpi di scena ed i flashback. Il romanzo si snoda a partire dall’omicidio di un chirurgo estetico e prosegue poi con degli omicidi che sembrano del tutto senza spiegazione, le ipotesi degli inquirenti diventano più inquietanti di pagina in pagina fino all’inaspettata conclusione. Le reazioni dei lettori (almeno quelle che ho sentito io, sono entusiastiche e personalmente concordo assolutamente). La ragazza che chiedeva vendetta ha diritto di avere giustizia e il modo migliore di dargliela è leggere la sua storia.