UN GROSSO SI E UN “ANCHE NO”

In attesa tornare in forma, (ma quanto è lunga la forma influenzale quest’anno) vado a raccontarvi un po’ di quello che ho letto e cosa ne penso.

Ordunque, c’è ovviamente Donato Carrisi, con La casa dei silenzi, sempre più estremo se così vogliamo dire, epperò, siccome lo conosco da tanto tempo, so che prima di mettere qualcosa nelle pagine di un libro, si documenta fino all’ultima lettera, pe quanto folle possa sembrare quello che racconta, tocca crederci. Non che faccia testo, ma a me è piaciuto molto, più dei precedenti. Ancora Pietro Gerber e il suo rapporto con i bambini che cerca di aiutare, i metodi a volte possono sembrare estremi, in realtà di estremo ed eccezionale, c’è solo la sua bravura nel creare l’atmosfera in cui accadono le cose. Cupe, capaci di metterci in una condizione di tensione a priori, ovviamente questo fa sì che anche la cosa più banale risulti ammantata da un sintomatico mistero. Last but not least, il tema di fondo, l’abuso, più che mai attuale, più di sempre trattato con delicatezza ma di una forza prepotente. Se lo amate, non lasciatelo sullo scaffale dei non letti a lungo, concedetevi qualche ora e immergetevi in quella splendida follia che riesce sempre a creare.

C’è un romanzo che invece potete tranquillamente lasciar attendere, eh sì, lei, la superanatomoatologa, zia di un genio e sposata con il top dei servizi segreti nonché partner del buzzurrissimo Pete Marino – che per inciso è anche suo cognato – Non ce la fa. Io ogni tanto ripenso al primo anatomopatologo della fiction, ve lo ricordate il dottor Quincy? Buona che avesse un microscopio, ma quanto lo abbiamo amato. Ora, per carità, la scienza va avanti il progresso e la grandeur americana, ma dio santo. Ci sono le auto, ma no, l’ineffabile Lucy si sposta solo in elicottero – e che elicotteri – indossa gli occhiali smart h24 (perché lei non dorme) e mentre parla con la zia, pilota in mezzo alle tempeste, riceve messaggi inoltra mail controlla le videocamere di sicurezza di almeno 4 posti e magari si fa uno snack. Ok la supereroina ci sta – oddio – ce la facciamo stare, ma l’acerrima nemica che sembra più che altro un’ araba fenice… La arrestano e quella evade (scomparendo), ha sul gobbo qualcosa come una decina di omicidi – noti – ma non è ancora andata a processo definitivamente, probabilmente perché con la pena di morte finirebbe il gioco. Riesce regolarmente a penetrare le barriere di casa Benton Scarpetta, datele le chiavi santo cielo, che facciamo prima. Dulcis in fundo, tralasciando il fatto chesull’omicidio aleggiano gli UFO, questa cosa che la bella Kay deve rimarcare le sue origini italiane, perdonatemi ma du palle. Pasta alla marinara (sugo preparato da lei e congelato, che quando trovi il tempo rimane un mistero glorioso), serviti con abbondante parmigiano e accompagnati da pane all’aglio (ma da quando è una specialità italiana?) e udite udite, un corposo chianti. Mi pare abbastanza no? Patricia Cornwell insomma, la sua Kay Scarpetta e le Cause innaturali, possono tranquillamente attendere che non abbiate niente ma niente di meglio da fare.

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Autore: Coleichelegge

Innamorata perennemente incazzata politicamente scorretta inesorabilmente libera

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