CONSIGLI PER LE STRENNE

Nel caso non lo aveste letto, o se lo avete fatto, archiviato con un azz che bello e dimenticato, segnatevelo per uno dei pacchetti sotto l’albero. Di lui, Pierluigi Porazzi, avvocato friulano, relativamente poco social, scrittore eclettico in grado di affrontare svariati generi, come si confà a quelli bravi, Pupi Avati (non pizza e fichi) ha detto : “Un talento nella scrittura”, io (più pizza che fichi) aggiungo, leggetelo. Ha preso una cosa di cui io, che mi picco di essere abbastanza colta, nemmeno sospettavo l’esistenza, e ci ha fatto un romanzo, un giallo e che giallo. Le imagini anamorfiche. Fa impressione eh, sotanzialmente si tratta di un’illusione ottica per cui l’immagine anamorfica diventa visibile solo guardando da una determinata prospettiva o con strumenti deformanti. Voi capite che già mettere al centro di un giallo le immagini anamorfiche, la dice lunga sulla fantasia, far filare tutto senza una sbavatura, la dice lunghissima su quanto è bravo. Comunque vi basti sapere che Porazzi ci porta a spasso per Udine accompagnando la Leone e Alex Nero, ormai ex poliziotto ma dall’intuito indispensabile, nel complicato mondo del commercio artistico. Un mondo che pochi – grandi scrittori – hanno affrontato, forse proprio per la complessità delle regole che lo governano. Eppure Porazzi, lo fa con grazia e ferocia, la giusta dose di ferocia che fa di un thriller un noir perfetto. Se siete appassionati d’arte non perdetelo, se siete friulani, non fatevi mancare un romanzo che racconta anche la capitale del nord est

LA CATTIVA STRADA

Paola Barbato, scrittrice di thriller e romanzi per ragazzi e sceneggiatrice di fumetti – tra i quali è doveroso ricordare il mitico Dylan Dog -, è tornata in libreria quest’estate con il suo nuovo romanzo La cattiva strada.

Chi legge le sue opere dall’esordio sa che ci troviamo davanti una scrittrice che sorprende sempre, sia nei romanzi che nei graphic novel, perché le sue trame sono sempre originali e con finali mai banali e scontati. Pensiamo ad esempio a uno dei primissimi libri di Paola, ‘Il filo rosso’, in cui l’autrice utilizza un punto di vista inusuale nella maggior parte dei libri che leggiamo, ovvero quello dell’assassino. Oppure, in tempi più recenti, la graphic novel in 4 volumi ’10 ottobre’, in cui viene immaginato un mondo fatto di persone con una vera e propria ‘data di scadenza’. Oltrepassata quella moriranno. O ancora un’altra graphic novel recente, scritta con il compagno Bussola e disegnata dallo stesso Bussola in collaborazione con l’amico Pilliu, ovvero ‘Bacteria’ in cui si immagina la nascita di quattro bambini portatori sani di alcune tra le più mortali malattie al fine di portare morte in territori nemici.

E anche con La cattiva strada non si è smentita regalando al lettore una storia claustrofobica e adrenalinica come lei sa fare ma con due particolarità: l’ambientazione esclusiva in autostrada, lungo la A1 e una storia narrata secondo due punti di vista che sembrano due poli opposti ma che alla fine la stessa storia raccontano.

Protagonista di questa vicenda è Giouscia Gambelli, un ragazzo trentenne che non è mai maturato del tutto. Non chiede nulla dalla vita, non ha mire particolarmente ambiziose per il suo futuro ma tutto sommato è contento perché è un bravo corriere, anche se non sa esattamente di cosa. Lavora per un privato che gli commissiona dei trasporti notturni con il suo furgoncino con l’ordine di non guardare mai all’interno dei pacchi che trasporta. E lui lo fa, stando ben attento a non essere mai alterato dall’alcool, rispettando i limiti di velocità, cercando di non farsi notare. Solo qualche piccolo strappo alla regola: fa delle tappe negli autogrill lungo il percorso dove ha stretto una sorta di amicizia con alcune persone che ci lavorano.

Ma una notte le cose non vanno come dovrebbero andare. Dalla scatola che sta trasportando esce del liquido, la scatola è rovinata e bagnata e quindi decide di sostituirla. Ma per farlo deve vedere il contenuto. E da li iniziano i guai. Ma non solo per lui ma anche per le persone che loro malgrado vengono coinvolte in questa rocambolesca avventura. Giosciua capisce di essere diventato un testimone scomodo e soprattutto si accorge che chi lo ha ingaggiato è li vicino pronto ad eliminarlo e l’unica cosa che può fare è fuggire ma forse il luogo più sicuro è proprio l’autostrada che sta percorrendo…

Autostrada che ho percorso pure io andando quest’estate in vacanza dove ho potuto vedere gli autogrill menzionati nel libro e rendermi conto che determinate situazioni, in particolari orari, che durante la lettura mi sembravano piuttosto irrealistiche sono invece assolutamente possibili. Non voglio spoilerare ma provate a pensare di attraversare a piedi di notte un’autostrada come la A1! Ecco, percorrendo proprio quel pezzo sono stata presa da alcuni brividi interni rivivendo la scena letta pochi giorni prima.

La cattiva strada è sicuramente un thriller ad alta tensione, con personaggi ottimamente delineati, che acquistano spessore man mano che procediamo con la lettura e con un finale a dir poco sorprendente. Ma è anche un romanzo di crescita personale, un passaggio dall’innocenza alla responsabilità, al rendersi conto come un’azione che commettiamo possa incidere sulla vita di altre persone. E di come il male sia ovunque, anche dove mai potremo immaginare.