A proposito di razzismo – parliamone con un libro – Cristiani di Allah

Lo avete letto? Nel caso non lo abbiate fatto, rimediate, rimediate subito, così quando vi verrà voglia di mettervi alla tastiera e digitare come forsennati sull’ignoranza degli altri, usando immagini frasi e ridicole scemenze, magari vi fermate un attimo e riflettete. Leggo ogni giorno – troppe volte al giorno ahimè – che dovremmo ricordarci di quanto noi bianchi cattivoni abbiamo sfruttato l’Africa. Ora, siccome non sono nè una negazionista nè una revisionista, non nego che gli europei ne abbiano fatte di ogni, ben imitati dagli americani per altro, ma non è questo il punto. Il punto è, e lo scoprirete o vi tornerà in mente quello che dovreste aver studiato, leggendo Cristiani di Allah, che state dimenticando la Storia. Carlotto voleva parlare di omosessualità, i protagonisti sono una coppia di uomini costretti (come tanti) ad abiurare per poter vivere la loro vita. Certo sottostando ad alcune regole di facciata, ma tutto sommato tranquilli. Secondo me, ma si sa che ognuno nei libri ci trova cose che non necessariamente l’autore aveva in mente, non è venuto fuori un gran servizio alla causa, nel senso che uno dei due è evidentemente innamorato (e in quanto tale fedele), mentre l’altro, pur dichiarandosi innamorato, va allegramente in giro a fare sesso per amore di bellezza (diciamo così). Su questo fatto mi sono già espressa, è l’esatta dimostrazione che come fra gli etero ci sono persone capaci di amare e altri meno. Ma c’è un aspetto storico in questo libro, che sempre a mio parere andrebbe approfondito. Lo schiavismo. Le descrizioni che Carlotto fa, ovviamente documentato come sempre a prova di bomba, del mercato degli schiavi, di come e perchè poteva capitare che si finisse in quel mercato. Valutati come bestie al mercato, in base al peso alla necessità del compratore alle caratteristiche iconografiche legate alla provenienza e ai propri talenti, sono eccezionali. Gli schiavi e le schiave, non hanno colore. Non sono i poveri neri sfruttati, no, sono africani olandesi francesi italiani. Sorpresa eh, vi eravate dimenticati che lo schiavismo ha radici molto più lontane di quelle che vi ricordavate – e sono buona non mi spingo all’impero romano e oltre – Lo so ho un po’ deviato dal solito e del libro vi ho detto poco, ma anche a questo servono i libri, soprattutto quelli di autori garanzia come Massimo Carlotto, a dare spunti di riflessione, ad andare a fondo di tanti argomenti, in buona sostanza a stimolare il pensiero.