ZAMORA

Non è un libro ma viene da un libro – “Zamora” di Roberto Perrone – è stato tratto, quindi tutto sommato è nel posto giusto.

Qualche giorno fa, è arrivato nelle sale Zamora, il film che ha visto all’esordio in regia Neri Marcorè.

È un racconto dolce ma non sdolcinato, si svolge in un periodo che noi ragazzi del secolo scorso ricordiamo bene, ho visto un ufficio come quello del mio papà, con le calcolatrici che srotolavano kilometri di carta, le acconciature e gli abiti che ritrovo nelle foto della mia mamma, le tavole apparecchiate, le stanze con buffet e controbuffet, l’immancabile nuvola di fumo che stazionava ovunque, nei bar nei cinema negli uffici stessi, ma più di tutto, quel modo di essere, naturalmente educato in pubblico e il turpiloqio, che oggi non è nemmeno riconoscibile come tale, che era già una tragressione, riservato al privato.

Una storia d’amore delicata che innesca la voglia di rivincita, dà il la al diventare adulto a un “ragazzo” di provincia. Un ingresso che non avviene con il lavoro ma grazie alla spropositata passione per il calcio del cavalier Tosetto che…

Ho riso tanto, anche grazie alla lungimiranza di Neri che ha lasciato una certa libertà ad attori che maneggiano palcoscenico e telecamera con maestria e allo stesso modo ho pianto, perché alcuni dei protagonisti sono lo specchio di quello che sarebbe necessario per un mondo sano. Ho provato tenerezza per figure che non ci sono più e un moto di orgoglio femminile per le splendide figure di donne, quelle che senza parere, tenevano in piedi tutto.

Persone che sono cadute che sono state sul punto di cadere ma si sono riscattate, non agli occhi del mondo – non tutti – ma agli occhi di se stessi, uomini che hanno recuperato l’amor proprio e forse il loro posto nel mondo.

C’è un mondo in quell’ora e mezza, un mondo per il quale proviamo tutti, più o meno inconsapevolmente, una profonda nostalgia.

Rileggendo mi rendo conto che non ho trovato le parole giuste per descrivere quanto mi sia piaciuto, ma forse non è un problema di parole, perché raccontare la meraviglia di una sinergia perfetta, quella fra regia attori casting, scenografia sceneggiatura fotografia per arrivare ai trovarobe all’ufficio stampa alla social media menager e il talento, non si può raccontare ma solo vedere e vivere.

Io ho avuto la fortuna di avere dopo il film, l’opportunità di ascoltare Neri stesso e Alberto Paradossi, alla fine di un interminabile applauso, chiacchierare col pubblico, e credetemi che è stato spettacolo nello spettacolo.

Sulla pagina facebook di Neri, trovate le date e le sale in cui potrete incontrarlo in giro per l’Italia, gli altri, non se lo perdano.

È molto raro che quando un film finisce gli appalusi invece continuino e continuino e continuino (Guido Meda) – evidentemente è successo e continua a succedere in ogni sala –

PS: non ho nominato gli attori e le attrici perché sono tantissimi e ognuno indispensabile