


La vergogna (per come la vedo io)
Quando aprii il blog, molti anni fa ormai, il primo articolo si apriva con una domanda : cui Prodest? Parlavo di euro, inteso come moneta, si cominciava a capire che qualcosa non era andato esattamente come ci avevano raccontato. Per la precisione, come ci aveva raccontato il signor Romano Prodi. Di poche persone ho disistima come del professore, politicamente ed epidermicamente, potreste anche pensare che non conosca l’italiano, invece no, epidermicamente lo uso a ragion veduta, perché il signore in questione l’ho incontrato e siccome sono una persona educata – a differenza sua – quando nei corridoi della RAI allungava la mano indistintamente ai presenti, la mano gliel’ho stretta anche se di mio certamente non lo avrei fatto. Transeat. Ho visto come tutti il video della domanda di Lavinia Orefici che ha fatto infuriare il caro anziano signore, al punto di toccare una perfetta sconosciuta. Tecnicamente alzare le mani.
Quando ero piccola e fra bambini ci si “picchiava”, mi hanno ripetuto fino alla nausea “gioco di mano gioco di villano”. Villano. Sinonimo di villico direi no? In contrapposizione alla persona educata. Il villico, il villano, non conosce le buone maniere, è uso avere a che fare con la terra, con le bestie, non con persone educate. D’altra parte io sono fermamente convinta che signore ci nasci, puoi ripulirti, imparare più o meno a comportarti, ma la tua natura uscirà sempre fuori a qualche punto. Normalmente quando sei in difetto e ciò che ho visto è stata la dimostrazione di quanto sopra esposto.
Il problema non si porrebbe se stessi parlano di qualcuno che non ha incarichi pubblici, che ha potuto influire pesantemente sulle nostre vite, che ancora (credo), siede in un parlamento.
Ma andiamo ancora oltre, facciamo un passettino più avanti. Vi siete chiesti perché l’esimio signore si è così risentito? Provate a non essere tifosi ma onesti osservatori se vi riesce (che il tifo come dice un grande scrittore, è poi pur sempre una malattia). La giornalista chiede all’esimio se condivida un’affermazione. Chiedetevi quale sarebbe la vostra prima reazione quando cogliete una citazione. Un sorriso vi scappa? A me sì. Accade invece che l’esimio resta per qualche secondo, letteralmente basito, poi chiede con un tono estremamente scocciato che rasenta l’indignato, più o meno questo: quando mai avrei detto questo? L’ingenua Orefici, giornalista evidentemente non abbastanza sgamata, non approfitta dell’occasione, non coglie al balzo l’immane cazzata che l’esimio ha appena pronunciato. Precipitosamente, specifica che si tratta di una citazione dell’ormai stranoto Manifesto di Ventotene. L’esimio esala (letteralmente) un fiato e si ricarica alla velocità della luce, lui, a differenza della povera giornalista è molto sgamato. Il tono è la versione senile del gne gne infantile, (io che sono una vecchia carogna, ho anche visto il fumetto del non detto “soccia che figura, non l’avevo riconosciuta, devo girare la frittata a spese di questa ingenuotta”) le parole oltre al tono, sono la versione senile dell’infantilissimo “non mi hai fatto niente faccia di serpente”. Certo che lo so cos’è la frase che hai detto, per chi mi prendi? (vedi foto 1) E parte col pippone della contestualizzazione, non riuscendo a trattenersi dall’allungare una mano, salvo nel tragitto, parliamo di frazione di secondi, ricordarsi che no, non sta parlando a uno dei suoi studenti ma a una giornalista davanti a delle telecamere, quindi deviare dalla guancia (secondo me obbiettivo primario) e pizzicare una ciocca di capelli.
È andata, tutti si ricordano della mano e il fatto che palesemente non avesse colto la citazione, pensando che fosse qualcosa di attribuito a lui, è bellamente passato sotto silenzio. Ecco cosa vi è sfuggito, NON HA RICONOSCIUTO LA CITAZIONE e da politico consumato qual è, ha fatto in modo che non ve ne accorgeste, né da una parte né dall’altra. È così che la politica e i politici vi fottono, coi giochi di prestigio. Non continuate a cascarci, per l’amor diddio di patria e soprattutto di voi stessi.
