Da Mosca all’Alto Adige o viceversa

Ancora un consiglio doppio, perchè siamo onesti, chi ama leggere ama anche variare genere trovare cose nuove e soprattutto avere tanti libri.
Il primo consiglio è un romanzo strano, la recensione la trovate su Mangialibri, se comunque avete letto e amato Bulgakov Gogol e arrivo ad accostargli anche Kafka perchè sono una donna esagerata, non fatevi scappare Il violista di Orlov. Una storia che va oltre il fantasy arriverei a definirlo onirico e visionario, la vita di un uomo con qualcosa in più (è per metà figlio di un demone) che però usa i poteri in modo del tutto diverso da come ci si aspetterebbe. A me è piaciuto davvero tanto, l’unica avvertenza è di non fissarvi sui nomi dei millemila personaggi che circondano Danilov, fra nomi cognomi patronimici soprannomi, potreste perdervi (a me fino ad un certo punto è successo).

Col secondo suggerimento torniamo in Italia, grave lacuna della sottoscritta che si era persa Luca D’Andrea, ho rimediato leggendo Il respiro del sangue, ottimo giallo con un protagonista, Tony Carcano, che ha una storia mediamente triste ma niente di troppo drammatico, che gli ha dato la spinta per diventare uno scrittore, che essendo cresciuto in quartiere difficile di Bolzano (avreste detto che anche lì ce n’è uno?), si è fatto crescere le palle ma senza bisogno di esporle, ha fatto maturare il suo senso dell’umorismo senza farlo diventare troppo invadente e dulcis in fundo, gira con un san bernardo da 110 kg. Racconta D’Andera di strane cose, di quella “magia” che spesso si trova in montagna, a cui troppo spesso si ispira la gente per fare delle realissime cose brutte.

Estate, cosa c’è di meglio che prendere al volo un Torpedone? Magari trapiantati

Lo conoscete Francesco Abate? Si dai, è quel sardo praticante che ha scritto insieme a Carlotto con Mi fido di te, poi ci ha fatto morir dal ridere con Mia madre e altre catastrofi e non solo. Ah è anche quello che su Fb ci racconta le sue disavventure da trapiantato. Sì è uno degli uomini che ha ricevuto una seconda vita (adesso è un po’ in pensiero perchè pare che i trapiantati abbiano una data di scadenza 😀 ). Uno dei pochi che ha il coraggio di parlarne col sorriso, un sorriso a volte velato di tristezza, quando ricorda Cinzia, la donna che lo ha rimesso al mondo, un sorriso divertito quando ci parla della sua vita con (mi pare) 15 pastiglie al giorno. Sorride e si sente quando parla di sua moglie di sua figlia di sua madre e di signora Corrias, ma anche quando ci racconta della fatica, sua e dei Fratelli, nell’affrontare ogni giorno una vita che deve essere davvero difficile, ma è vissuta come il regalo più grande. C’è un dolore terribile nelle sue parole, lo si intuisce solo però, c’è il dolore per chi non ce l’ha fatta, per chi ogni giorno condivide con lui/loro, la vita nuova. C’è un rispetto enorme per la vita, un rispetto che Abate manifesta con allegria, con grazia (e con Grazia), insegnandoci davvero tanto. Immancabile il Fratello che non c’è più e che molti di noi/voi, ricordiamo con un affetto immenso, il suo compagno di lavoro e di attesa, Severino Cesari. Lo so del libro non vi ho detto niente, ma voi state sulla fiducia e portatevelo in vacanza, o in tram se siete ancora al lavoro. Vi divertirete (molto), vi commuoverete (un po’), penserete e poi alla fine mi ringrazierete per avervelo consigliato, e ringrazierete lui per averlo scritto. Bè, perchè no, anche Einaudi che lo ha pubblicato.

C’era bisogno di un altra fiera? – Tempo di libri a Milano

Si è aperto in sordina, ma in un giorno infrasettimanale nella capitale del “laurà” (sono ovviamente ironica giacché mi risulta che alla faccia dei luoghi comuni si lavori anche a Roma Napoli e Palermo) era prevedibile, poi il venerdì pomeriggio qualche anima irriducibile in giro per gli stand si è cominciata a vedere. Quelli che non hanno approfittato di Pasqua 25aprile 1maggio. Partiamo dalla logistica, in città le due location si equivalgono, salvo che più di un treno dell’Alta velocità ferma a Rho Fiera e ti scarica direttamente in fiera, mi pare di avere intravisto anche un deposito bagagli quindi la comodità è assicurata. Per chi arriva da fuori città forse Milano presenta collegamenti più comodi, ma anche qui vale il discorso che dipende da dove parti, Torino in questo è forse un filo svantaggiata. Per chi come me ama poco il casino e in fiera ci va per dare un occhio (attento) agli stand e stringere rapporti con gli Uffici Stampa, il fatto che anche il sabato ci fosse gente ma si riuscisse a parlare, di novità di progetti di un po’ di tutto, è sicuramente un punto a favore. Anche la distribuzione degli stand e delle sale, su due soli padiglioni adiacenti, ben segnalati è cosa apprezzabile. Le sale dove si sono svolti gli eventi, chiamate con i nomi delle font, belle e comode, sono raggruppate in una zona relativamente piccola rendendo scorrevole passare da un evento all’altro. Gli eventi sono il solito tasto dolente, come ben sa chi frequenta Fiere Saloni e Festival, l’offerta è tanta e tale che se da un lato soddisfa una fascia amplissima di pubblico, dall’altra rende difficoltoso scegliere fra incontri che si accavallano. Hostess e personale addetto del salone, efficiente e gentile. Le Case Editrici grandi o piccole, hanno dato il meglio, come del resto lo daranno a Torino. Sugli eventi del Fuori Tempo, quelli svoltisi in città fuori dalla fiera, non sono in grado di riferire, come del resto non lo sono per il Salone Off (dopo tutta la giornata passata a girare non sono più fisicamente adatta per andare anche in giro). Insomma forse non ce n’era bisogno, ma male, almeno per quanto riguarda i lettori, non fa. Forse qualcuno dirà che è una fotocopia, ma se non hai modo, per mille motivi, di andare a uno, avere una copia originale è una bella cosa. L’augurio è che l’anno prossimo, anche le Case Editrici che per vari motivi non erano presenti, trovino il modo di esserci e ancor di più, che il programma on line venga rivisto in modo da essere più funzionale. L’ardua sentenza come sempre, ai posteri (soprattutto quelli che tireranno le somme)