BEDELIA

‘Vi innamorerete di una stronza’ ci avvisa Leo Ortolani in quarta di copertina del suo graphic novel ‘Bedelia’ pubblicato da Bao Publishing.

E si, Bedelia è un personaggio che se inizialmente appare particolarmente odioso forse perché ricorda chi nella vita ci ha fatto soffrire poi invece ti accorgi che ti entra dentro, non te ne vuoi separare finito di leggere questo ‘romanzo a fumetti’ , come lo definisce l’autore, e ci si rimugina su, si parteggia per lei, si pensa a quali altri finali fossero possibili. Bedelia fa la modella, è una modella, il suo corpo – poco – coperto dalla lingerie Segreti, è su tutti i cartelloni pubblicitari della città. Il corpo di una dea con praticamente tutto il mondo, in particolare modo la parte maschile, ai suoi piedi. E’ egoista ed egocentrica, non si cura degli altri, è totalmente insensibile ai rapporti umani, compresi quelli con la madre e l’ex fidanzato. Ma il giorno in cui gli anche gli dei vengono tirati giù dal piedistallo è sempre arrivato e Bedelia non fa eccezione: Segreti ha deciso di sostituirla con una nuova modella, bellissima ma soprattutto molto più giovane, dell’età che aveva lei quando intraprese la carriera. Affiancata da un nuovo angelo custode, Gaudio, vediamo Bedelia cercare di combattere contro questa scelta ma soprattutto assistiamo al suo lento cambiamento, fino a capire quale sia la sua sorprendente ma forse inevitabile scelta. Non vi voglio raccontare molto di più di questo perché nel romanzo a fumetti ci sono delle piccole particolarità che è veramente un piacere scoprire leggendolo e osservando i disegni, in particolar modo i rapporti personali di Bedelia con la madre e con Aldo, l’ex fidanzato, già protagonista di ‘Venerdi 12’, un altro graphic novel dello stesso autore. Leo Ortolani ci regala una storia dai disegni tipici a cui ci ha abituati, questi volti disegnati in modo da assomigliare a musi di scimmia dagli occhi particolarmente espressivi, senza mai far mancare il suo consolidato tratto umoristico, che permette dei piccoli stacchi quando la storia sembra prendere una piega troppo seria.

Un romanzo a fumetti divertente ed intrigante con un pizzico di malinconia.

SCIROCCO

IL VENTO DELLE EMOZIONI

Ad un anno dalla sua comparsa nelle fumetterie e librerie, Scirocco di Giulio Macaione (Bao Publishing), festeggia il primo compleanno con la vittoria del torneo Letterario di Robinson delle Graphic Novel in cui vengono chiamati a votare e recensire lettori forti e circoli di lettori di tutta Italia.

Un ottimo riconoscimento per quello che definirei un graphic novel o fumetto che dir si voglia, generazionale perché racconta di una famiglia, composta da Mia, un’adolescente che lotta per poter vivere la sua più grande passione, la danza; Gianni, il padre di Mia, che per troppo tempo non ha amato e ora di fronte ad una possibile nuova relazione ha paura; e infine Elsa, la nonna, che si trova di fronte ad una scelta importante sul come affrontare una malattia. È proprio Elsa il personaggio cardine in questa storia, che dà il via a tutte le vicende raccontate e conseguentemente porta a galla le emozioni e gli stati d’animo dei protagonisti.

Le scelte grafiche sono decisamente interessanti ed estremamente accurate, a partire dal disegno tipicamente europeo che è chiaro e realistico a cui l’autore ha unito due bicromie che caratterizzano le diverse ambientazioni, siciliana e veneziana usandole anche per sottolineare le emozioni dei protagonisti. L’azzurro che delinea la prima parte, quella veneziana, una sorta di graduale inizio in cui conosciamo i protagonisti ma anche sinonimo della malinconia di Elsa, sfocia in un tenue lilla per l’epilogo di tutte le vicende, con il passaggio al più acceso e caldo giallo per la Sicilia, un colore più deciso ed evocativo della terra d’origine, che ricorda il sole, il paesello natio, il primo amore e la gioia di vivere.

Una storia di passioni, amore, dolore ma anche di speranza, determinazione e coraggio. Non entro troppo in dettaglio nella trama per evitare spoiler perché rischierei di non rendere il giusto merito alle vicende, che se al primo impatto possono dare l’impressione di cose già viste, grazie alle scelte grafiche di cui parlavo prima, prendono una strada diversa, diventando uniche e speciali. Diventando un inno alla libertà di scegliere, un inno alla vita.

CITÉ

Forse non tutti sanno che Massimo Carlotto, oltre che autore di Noir che non serve certo presentare, scrive anche soggetti per fumetti – che tecnicamente si chiamano Graphic novel – si tratta di veri e propri romanzi brevi illustrati. Dalla collaborazione con Irene Carbone nasce la graphic novel Citè, pubblicata da Round Robin Editrice nella collana Tempesta curata da Mirko Zilahy.
Cité è la Marsiglia di oggi del Mediterraneo, è il porto è il carcere delle Baumettes è il luogo delle bande del Milieu, dei nuovi boss del crimine, dei killer, degli spacciatori. E’ il luogo dove i cattivi sono cattivi…ma i buoni forse sono anche peggio.
Protagonista di Cité è B.B. ovvero Bernadette Bourdet, commissario che i lettori hanno già incontrato in Respiro corto, che si trova ad indagare sull’omicidio di un agente spagnolo avvenuto nella suite di un albergo di lusso.
B.B è un commissario decisamente carismatico; è ribelle brutta lesbica e combatte il male con il male. Non amata dalla malavita e malvista dai piani alti della Polizia, ma è brava, risolve i casi evita disordini e riesce mantenere una specie di pace.
Anche in questo caso si avvarà dell’aiuto di un boss della malavita, una vecchia conoscenza…( E basta così perché qui non facciamo spoiler e non vogliamo togliere il piacere di godersi l’intrigo della trama e le atmosfere che caratterizzano questo graphic novel).
Atmosfere rese benissimo da Irene Carbone, grazie alla scelta di colori particolari per dare maggior effetto alle ambientazioni e all’anima dei personaggi.
Come ha spiegato durante la presentazione al SalTo22, ha scelto di utilizzare delle palette ‘disturbanti’, in particolar modo il rosso (che indica tendenzialmente i cattivi con il male, la violenza, la morte) e il verde acido (per indicare i buoni o ‘i meno cattivi’, le loro azioni al limite della morale e della legalità) e soprattutto nella prima parte del volume, un utilizzo sapiente dell’arancione che rimanda alla morte, quasi a voler mettere in primo piano i personaggi.
Cité è un graphic novel che merita di essere letto, per scoprire una Marsiglia diversa da quella che siamo stati abituati a leggere, un personaggio particolare e una trama degna del miglior Carlotto e per godere dell’abilità illustrativa di Irene di cui prossimamente sentirete parlare ancora.