Carlotto e le Variazioni sul noir

Variazioni sul noir, così si intitola la raccolta di racconti di Massimo Carlotto pubblicata da CentoAutori per “celebrare” i suoi 25 anni di libri.
Sostengo da sempre che il racconto è una delle forme più ostiche con cui uno scrittore può cimentarsi, oltre al talento e se parliamo di noir la cosa si complica, è necessario avere il dono della sintesi, soprattutto mentale che permetta di dire tutto in poche pagine. Bisogna saper cogliere l’essenziale e far arrivare al lettore solo quello.
Va detto che è un dono che Carlotto padroneggia totalmente. I racconti sono sette di cui due inediti mentre gli altri sono apparsi negli anni in antologie giornali raccolte eccetera. Personalmente me li ero persi e sono di molto grata a CentoAutori che li ha pubblicati.
Parlano di uomini e donne apparentemente normalissimi che fanno cose inenarrabili, un paio sono davvero diabolici, uno agghiacciante e gli altri ottimamente neri.
La particolarità di Carlotto (anche se ammetto che la mia percezione della scrittura potrebbe essere falsata dalla percezione personale dell’uomo) è la capacità di descrivere le peggiori atrocità con una freddezza e un distacco che lo rendono riconoscibile dopo poche righe. Nessuno dei suoi personaggi sbraita urla o dà in escandescenze. Sono glaciali nel bene e nel male, anche le vittime. E attenzione, per quanto possa sembrarlo non è una critica, anzi è un punto di merito perché focalizza l’attenzione sull’azione e quello che la scatena, che sia frutto del presente o del passato.
Se è vero che ognuno di noi è la somma del suo vissuto, Carlotto è una delle persone (spero che mi perdoni questa considerazione in virtù degli ormai parecchi anni di conoscenza stima e affetto da parte mia) che come insegna Stanislavskij, ha metabolizzato una parte della sua vita, ed è riuscito a trasferire nelle parole tutte le emozioni, dalle migliori alle peggiori, senza lasciare che lo divorassero. (No, non sto facendo la psicanalisi da salotto, ma solo da quello e dal puro talento, può venire il distacco di cui parlavo prima).
Alla fine, converrete che questa capacità, è esattamente quello che fa la differenza fra un grande e un mediocre.

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Autore: Coleichelegge

Innamorata perennemente incazzata politicamente scorretta inesorabilmente libera

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