Un consiglio al volo di quelli da non trascurare – Guccini racconta – Tralummescuro

Il consiglio di oggi è Trallumescuro, una parola sola che indica la famosa ora che volge al disio e ai naviganti intenerisce il core, di Foscoliana e Dantesca memoria. Quel momento in cui il giorno lascia spazio alla notte ma ancora non se n’è andato del tutto. Un lungo riandare indietro messo a confronto con l’oggi, scritto con la passione che il Maestrone – dai adesso chiedetemi di chi parlo se avete il coraggio – ha sempre messo in quello che ha scritto, ma con in più la velata tristezza di chi, arrivato a ottanta primavere non ha paura di dire le cose come stanno, anche se proprio belle non sono – oddio non che il Guccio abbia mai avuto scrupoli a dire quel che aveva da dire – neanche quando le cose sono velate dal rimpianto di quel che non è più. Un lungo racconto che mescola italiano e pàvanese, che racconta quel paesino a cavallo dell’appennino, quell’angolo di mondo dove, deciso di “terminare” la carriera di cantante (per quanto sia poco come definizione di quel che ha fatto). si è ritirato nella casa che fu dei nonni. Un viaggio un po’ a ritroso e un po’ in avanti, senza soluzione di continuità. Un continuo di ricordi, quello che poi ha fatto in buona parte di lui l’uomo che è diventato e tanto ci ha dato. Non è il primo lavoro di Guccini ad essere scritto in forma di lunga ballata – il sottotitolo è Ballata per un paese al tramonto – è il primo però che usa le parole (alla fine c’è un lungo elenco di note con traduzioni e origine dei vocaboli) come mezzo di trasporto, fra nomi di piante frutti paesi modi di dire e abitudini ormai dimenticate. Un libro per tutti, perché l’arte vera, non ha confini di nessun genere.

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Autore: Coleichelegge

Innamorata perennemente incazzata politicamente scorretta inesorabilmente libera

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