Ebbene sì, dopo anni di onorata solitudine su queste pagine, abbiamo una new entry. Suppongo che la conosciate È (come si evince dal titolo) Brunella Caputo, regista, attrice teatrale, autrice di testi teatrali. Ha riadattato per il teatro i radiodrammi di Ellery Queen. Scriveper quotidiani salernitani. È Coinvolta in svariate associazioni culturali è ideatrice del progetto video-fotografico “Scritti di Luce – Autori in immagini e parole” e del progetto “Letture d’autore – la musicalità della lingua italiana” che promuove e insegna, attraverso l’utilizzo di testi teatrali e di narrativa, la lingua italiana in Brasile. Il suo racconto 24 ore a Rio è presente nell’antologia Crimini sotto il sole pubblicata da Novecento Editore.(informazioni reperite su Salernoletteratura per evitare di dimenticarmi qualcosa). Io sapevo solo regista autrice di testi teatrali e attrice, però ha trovato il tempo di raccontarci Lei era nessuno di Letizia Vicidomini, quindi godetevi la rece e anche il libro. Benvenuta Brunella.
È la sorprendente storia di una donna che ha sofferto, di una donna innamorata, di una madre sempre presente.
È la storia di Ines.
Il dolore della vita, quello che arriva a condizionare il battito del proprio cuore, rende Ines una donna indipendente e forte.
Vedova, con due figlie a cui dedica tutta la sua vita tranne piccoli spiragli d’amore sconosciuto.
Sola, ma con un uomo misterioso a riempire i suoi vuoti; forse ad abitarli.
Giuseppe abita i vuoti di Ines, quelle voragini incolmabili all’apparenza ma profonde fino al profondo dell’anima.
Giuseppe l’ha resa felice per vent’anni.
Un uomo all’apparenza unico, che la riempie d’amore.
È in paradiso Ines, nel paradiso dei sensi ogni volta che i loro corpi si sfiorano.
È felice.
Ma quanto dura la felicità?
È eterna o è solo un attimo che fugge anche se quest’attimo dura tanti anni?
Improvvisamente Giuseppe scompare.
Manca ad un incontro senza nessuna spiegazione.
Ines cade nell’abisso della disperazione. Si era fidata di lui, di ciò che le raccontava.
Aveva l’amore e non le serviva altro, tantomeno approfondire dettagli di vita.
A cosa serve un dettaglio insignificante se c’è l’amore e se c’è un perfetto contatto fisico a suggellare questo amore?
Domande, infinite domande.
Giuseppe scompare.
Potrebbe essere morto.
Nessuno avvisa Ines perché nessuno sa di lei.
“Lei era nessuno nella vita di quell’uomo”.
E Giuseppe? Anche lui era nessuno?
È testarda, Ines.
Deve sapere.
Saprà.
Bella, uso l’aggettivo più comune ma l’unico efficace, una storia bella.
Bello, lo uso anche al maschile, un noir bello senza necessità di indagini scientifiche, senza assassini da scoprire.
Una storia dell’animo umano e di tante sue possibili deviazioni.
Una storia di tutti i giorni, che racconta che il nero, quello vero, germoglia molto spesso nella normalità.
“Da chi meno te lo aspetti”, anche se questo “chi”, poi, ha il suo immenso nero a tormentargli l’anima, a renderlo ciò che forse non sarebbe stato senza un passato di dolore.
Circa trecento pagine che raccontano, con brillante naturalezza e con la poesia che contraddistingue la scrittura di Letizia Vicidomini, il senso del nero della vita quotidiana.
Circa trecento pagine per spiegare che il nero dell’anima non sempre è il nero del cuore.
Circa trecento pagine per scoprire che il serial killer dell’amore…è l’amore.
