
Uscito nel 2018 ‘Anatomia di uno scandalo’ di Sarah Vaughan torna nelle librerie con una nuova copertina in omaggio all’omonima serie tv tratta dal romanzo con protagonisti Sienna Miller, Rupert Friend, Naomi Scott e Michelle Dockery. Serie tv che tutto sommato è piuttosto fedele al romanzo, a parte qualche piccolo stravolgimento sicuramente operato per dare più suspense alla storia.
Ci troviamo a Londra. James Whitehouse, uomo di potere, attraente, di buona famiglia, sposato con figli viene accusato di violenza sessuale da una sua assistente, Olivia Lytton. La moglie Sophie è convinta della sua innocenza e decide di stargli accanto anche se, pian piano inizia a vacillare, complice l’abile lavoro di Kate Woodcroft, avvocato dell’accusa. Ma c’è un passato in grado di spiegare molte cose e quindi, tramite dei flashback, le vicende si spostano ad Oxford, ai tempi dell’università dove James e Sophie si sono conosciuti, alle vicende che li hanno visti coinvolti, ai segreti da custodire, alle persone conosciute e dimenticate.
Ho letto prima il libro e poi curiosa di vedere come alcune vicende e soprattutto alcune emozioni fossero state trasportate sul piccolo schermo, ho deciso di vedere la miniserie prodotta da Netflix.
Perché l’argomento è veramente scottante.
E porta a riflessioni anche molto profonde. Lo stupro. Quando può essere veramente definito tale? La fiducia. Fino a dove arriva la fiducia nel partner, ancora di più se accusato di un terribile crimine? Il tradimento. Per quale motivo siamo disposti o meno ad accettarlo?
Queste sono solo alcune delle domande che mi facevo mentre leggevo il libro perché in realtà si viene attirati nella psicologia dei personaggi come non troppo spesso accade e le domande si sommano una su l’altra. E da non sottovalutare inoltre quella che è una vera e propria denuncia dei privilegi di chi ha potere, del comportamento della società e delle istituzioni di fronte a certe eventi.
