Di Israele e Stato Arabo Di palestinesi e israeliani – parte seconda

Due giorni e tutto diventa vecchio, ma astraiamoci e procediamo per gradi.

Fermo che abbiate letto il capitolo precedente, che foste informati – oggettivamente – di vostro o incuriositi abbiate approfondito, facciamo un salto in avanti, saltiamo tutti gli anni in cui sembrava si potesse arrivare a una Pace, disarmata e disarmante come ha detto Leone, e arriviamo ai giorni nostri.

Non farò la cronocronaca, ma delle riflessioni, che spero possano essere di spunto per le vostre.

La striscia di Gaza, è da sempre, per tutte le cose che ho già scritto, il pezzetto che manca per completare il puzzle. La partita per tenersela stretta, si gioca su due piani.

Il primo è quello della gente comune, arabi, che per qualche ragione a me ignota e devo dire particolarmente ostica da capire, basa la propria intera esistenza, sull’equivalente della Bibbia.

I praticanti chiaramente. Persone di tutti i ceti, molti anche colti, molti no (ahimè), che inizia e finisce ogni frase, ogni pensiero, riportandolo alla volontà di Allah. Come se le loro menti non esistessero. Tutto è deciso guidato ispirato da un’entità superiore.

In contrapposizione, gli ebrei, altrettanto sbarellati (sempre secondo la mia personalissima visione), che però visivamente sono più vicini a noi.

Vestono più o meno come noi (dove noi è l’occidente), il loro cibo è facilmente confondibile col nostro, sotttolineo apparentemente, le loro festività (religiose), vengono tradotte e accomunate alle nostre, allora la narrazione diventa “quella che è la nostra Pasqua, il nostro Natale e ci sembrano più comprensibili. Probabilmente perché il loro libro sacro è anche il nostro. Solo la prima edizione diciamo.

Apparentemente attenzione.

La realtà è un po’ diversa, i matrimoni i “battesimi” le funzioni, sono molto più vicine ai disposti del Corano che a quelli del Nuovo Testamento. Ma si sa, la percezione spesso, è tutto.

Poi ci sono i non praticanti, quelli che appartengono per caso a una religione, perché nati in paesi musulmani, perché di madre ebrea, ma che fondamentalmente se ne fregano. Vivono serenamente la loro vita senza preoccuparsi di quale bestia sia l’arrosto in tavola, di come sia stata macellata la bestia, quelli che non si turbano se in metro hanno vicino una persona dell’altro sesso, che vanno a lavorare anche se è venerdì sabato o domenica, che si vestono come gli piace, che non pregano come i frati a orari fissi, e tante altre piccole cose di ogni giorno.

Ci interessano, sì ma non in questo articolo.

Arriviamo al secondo livello di gioco, perché poi ci sono gli altri, quelli che non sappiamo chi sono, di cui conosciamo solo pochi nomi, quelli delle banche, dei gruppi finanziari, dell’economia.

Sono questi di cui dobbiamo preoccuparci, perché sono loro che muovono le pedine – occhio che le pedine o i pedoni, sono quelli che negli scacchi (e nella vita) si possono sacrificare ma sono indispensabili per proteggere la regina o il re quando la partita arriva alle fasi cruciali –

Gaza, la Palestina in generale, fa gola a tanti. È una piccola miniera d’oro, politicamente ed economicamente e questa è l’unica ragione per cui sta succedendo tutto. Ma quello che vediamo noi, che ci vogliono far vedere, è altro. Do you remember Libano?

Da un lato c’è chi gioca pesantemente sui poveri ebrei perseguitati dall’altro chi filma gente disperata che si calpesta per un bicchiere d’acqua.

Ecco io lo capisco che emotivamente siano immagini forti, ma ci tengo a ricordare un paio di cose.

Le metto giù a mo’ di elenco

1 – il terrorismo non ha mai risolto una beata mazza (qui è Storia locale, la dovete da sapè)

2 – lo ripeto ricordando che sono di destra, centro destra, e molto più antifascista di molti sinistri. I governi (tutti, come gli inquirenti) lavorano seguendo regole che la maggior parte di noi non conosce e non conoscerà mai. Quello che vi dicono i tg o i social o l’influencer di turno, è meno di un quarto della realtà delle cose

3 – provate a guardare quello che succede senza riportarlo al vostro piccolo mondo. Che insultiate il governo, dimostra solo che non sapete neanche da che parte sta il fegato nella vostra pancia. La questione mediorientale esiste da prima che il più anziano dei nostri politici venisse al mondo

4- ricordatevi sempre che tv giornali social, vi mostrano quello che fa audience, non la verità. Ricordatevi le armi chimiche che dovevano essere in Iraq, in Siria e dio solo sa dove altro. I bambini colpiti dale bombe al fosforo che poi era gesso.

5 – lo so che è brutto da pensare e da dire, ma sappiate che una volta sfamati e al sicuro da Israele – e qui siamo nell’utopia – la maggior parte dei palestinesi, si dimenticherà di chi li ha eventualmente sostenuti e/o aiutati. Per la gran parte di loro, le vostre donne, madri mogli o sorelle, saranno delle puttane senza dio e voi sarete dei cani infedeli da sottomettere o da distruggere (perché purtroppo l’estremismo sta colpendo tutti indiscriminatamente)

6 – dei diritti di chi ha provato a difendere i loro, se ne fregheranno beatamente. Se siete omosessuali sarete da distruggere, se siete donne, da sottomettere, se siete bambini, da indottrinare. Se amate la musica sarete dei senza dio, se amate un buon cannonau ad accompagnare il porceddu, siete dei porci infedeli. Devo continuare?

Imparate a distinguere i governi dalle popolazioni, Bush riceveva Bin Laden a casa sua, ma questo non gli ha impedito di massacrare gli afgani e lasciarli tornare al burka.

Ricordatevi che perché possa nascere un palestinese che cresca libero dall’odio, ci vorrà tanto di quel tempo che non lo vedranno i vostri pronipoti, perché da generazioni nascono e crescono nella paura, con la fame, l’ignoranza, nascono e crescono con la morte, spesso violenta, come vicina di casa. Non possono che essere così, infarciti di odio.

E lo stesso vale per chi, e ce ne sono, in Israele non può essere una persona serena, sapendo che durante un aperitivo una passeggiata o mentre fa la spesa, in qualunque momento potrebbe essere ucciso da una bomba, o da una cellula impazzita armata di coltello.

Concludo così, con un pezzo copicnollato dal sitohttps://www.esteri.it/it/sala_stampa/archivionotizie/eventi/2025/09/food-for-gaza-limpegno-umanitario-dellitalia/, perché a qualcuno , bisogna decidere di credere

Grazie a Food for Gaza l’Italia ha destinato alla Striscia di Gaza circa 2.300 tonnellate di aiuti alimentari, sanitari e beni di prima necessità. Gli aiuti sono transitati attraverso il Programma Alimentare Mondiale e la Croce Rossa Internazionale, istituzioni autorevoli e imparziali, che godono della fiducia di entrambe le parti.

Fra le operazioni di maggiore portata finora realizzate, il PAM ha distribuito 2.000 tonnellate di farina. Quattro convogli sono partiti dalla Giordania nell’arco di circa tre settimane fra luglio e agosto, con l’obiettivo di assistere circa un milione di palestinesi nella Striscia.

Inoltre, con la collaborazione decisiva del Ministero della Difesa, sono stati realizzati aviolanci per paracadutare direttamente su Gaza circa 100 tonnellate di derrate alimentari.

Di Israele e Stato Arabo

Facendo una citazione, potrei scrivere “Chiedo scusa se parlo di Maria…voglio dire, di una cosa che conosco bene” 1973/74

Confesso subito di essere profondamente antisionista. Chi dovesse obiettare che è sinonimo di antisemitismo, prima legga, poi cortesemente, si levi dai miei radar.

Ah, probabilmente ho anche degli amici o conoscenti ebrei, ma questo è un altro discorso Chiusa la parentesi, spostiamoci un attimo sui libri di Storia. Sì sì, oggi parlo di flottiglie, di Palestina e di Israele. La terra era mia no era mia, c’ero prima io, no c’erano prima gli altri.  Sorpresa sorpresa, cazzate!

Vi sognereste di andare da quello che ha costruito la casa (il condominio o il supermercato) sul terreno che 10000 anni fa era dei vostri antenati? Probabilmente no, e allora perché accettare che si faccia in Palestina Giudea o come cazzo volete chiamarla?

Non è certo questo il posto dove impartire lezioni di Storia (non è il mio e non sono così presuntuosa), ma è il posto giusto dove prendere spunto per pensare. Dunque, Israele, lo Stato intendo, è lì per decisione politica, prima del 1948. 14 maggio per la precisione, semplicemente non esisteva. Dice niente la data? Bravi, post seconda guerra mondiale, quindi post nazismo e fascismo, post persecuzione insomma.

Partite da questo presupposto, tutti quelli che si sono spostati lì, in quel pezzo di terra, regalato? Concesso? Elargito? La definizione sceglietela voi, vivevano sereni in altri Stati, addirittura in altri continenti, ma avevano uno zio un nonno un qualsiasi cazzobubolo di parente che è passato dai campi di concentramento o di sterminio. Molti ci sono morti, molti ne sono usciti e quelli usciti andavano in qualche modo risarciti per la persecuzione subita. Ci sarebbe anche la questoncina antecedente, degli arabi che nel 1917 aiutarono fattivamente l’impero britannico a prendere possesso dei territori di cui parlo, ma transeat.

L’area in questione, era appunto un protettorato britannico, a sud della Siria (protettorato francese) e del Libano, a ovest della Giordania e a nord est dell’Egitto. Questa parte qui tenetela a mente, perché ha la sua importanza nel prosieguo della Storia.

La faccio cortissima, esistevano dunque gli auspicati due Stati. Lo Stato arabo e lo Stato di Israele, che però non era contenta, voleva banalmente più terra, da coltivare, da sfruttare, con il controllo totale della costa. Tanto carini gli ebrei non lo sono mai stati, un po’ fissati con la loro religione – vi ricordo solo che il povero Gesù Cristo, ebreo di nascita, l’hanno fatto mettere sulla croce loro, per motivi religiosi, ma più politici

Così, giorno dopo giorno, mese dopo mese, chilometro dopo chilometro, si sono presi, hanno letteralmente occupato militarmente, senza disdegnare una guerrettina qui e una guerrettina lì, praticamente tutti i dintorni. Lo Stato Arabo ha resistito fino a oggi, riuscendo a tenere la striscia di Gaza.

La situazione che è perdurata in questi decenni, è quella di uno Stato aiutato militarmente da praticamente tutto il mondo (ah i sensi di colpa), contro uno Stato che da anni è senza una guida. Essere senza un leader, ha fatto sì che la popolazione cominciasse a difendersi come poteva. È nata l‘intifada, gli accordi sono stati violati e un mq alla volta siamo arrivati qui, anzi, lì, al 7 ottobre.

La prima puntata finisce qui, la prossima partirà da quel giorno orribile che vero falso ingigantito o sminuito, qualcosa ha cambiato.