L’intruso in libreria – mai iniziare un libro nel momento sbagliato

Quando ti arriva un libro è sempre una festa, finisci quello che stai leggendo e poi ti accomodi, siccome però non tutti i giorni sono uguali, capita che lo cominci e per qualche ignoto motivo (in realtà un motivo c’è ma lo capisci dopo), non riesci ad andare avanti, leggi una pagina, due ma poi ti blocchi. Siccome la cortesia di chiunque va rispettata, e nessun ufficio stampa è obbligato ad inviarti niente, se proprio un libro ricevuto ti fa orrore eviti di “recensirlo”, ma correttezza vuole che tu lo legga. L’intruso di Tana French (Einaudi) quindi, tornato sullo scaffale in attesa di un momento migliore. Nel frattempo leggevo in giro recensioni entusiaste (ora, questa cosa di non recensire se una cosa non ti piace, la facciamo in pochi, la maggioranza, almeno a che sappia io, quando riceve un libro ne parla bene e basta), lasciando da parte la mia etica comunque, mi è venuta la curiosità di capire perchè non riuscissi a proseguire, quindi l’ho ripreso in mano ed è andato giù una meraviglia. Trama perfetta e devo dire anche bella complessa, la poliziotta protagonista, mulatta e per di più unica donna nella Omicidi di Dublino, è una tosta. Parte con qualche debolezza, che te la fa stare subito antipatica, ma sa fare il suo lavoro e alla fine si riscatta alla grande, la vittima è molto più protagonista di quanto normalmente non lo sia il morto, per tutto il romanzo e il finale è davvero del tutto inaspettato. Bello, alla fine proprio un bel giallo. Ah volete sapere cos’era che mi “bloccava”? La lunghezza di alcuni dialoghi, sia con il suo partner sia con testimoni e indagati, che si intervallano alle elucubrazioni della detective Conway, nella prima parte del romanzo, superata quella (che attenzione, è solo la mia percezione), ribadisco che va giù bello liscio, appassionando anche.