Brian Freeman

Potrebbe far finta di nulla Jonathan Stride, ha taciuto per tanti anni, la storia è morta e sepolta esattamente come il corpo di Ned Baer, dato per annegato e disperso nel fiume sette anni prima. Potrebbe non dar peso alle parole che Steve Garske gli dice poco prima di morire, potrebbe lasciare che i morti riposino in pace. Ma non lo farà. La principale caratteristica dei thriller di Freeman è proprio di mettere al centro della storia le vicende personali dei suoi protagonisti facendole diventare Il Caso. Abilissimo nel costruire trame intricate in cui si intrecciano più storie apparentemente slegate, fino alla conclusione che riunisce tutti i fili. in questo romanzo, la morte di Baer che si scopre essere stato ucciso, riporta prepotentemente all’attenzione della cronaca fatti che trent’anni prima hanno visto Andrea, diventata poi la seconda moglie di Stride, vttima di una violenza sessuale che molti anni dopo, viene attribuita a un politico. Il Caso riguarda Stride tanto strettamente, che il tenente si trova ad essere sospeso dal servizio in quanto principale indiziato dell’omicidio. La trama parallela riguarda invece la giovane Cat, ragazza problematica, più volte abusata, abbandonata e diventata giocoforza una prostituta, che i coniugi Stride hanno accolto a casa amandola come una figlia. La ragazza è vittima di stalking da parte di un ammiratore sconosciuto ed estremamente pericoloso, al punto che le viene messo vicino un agente che la protegge h24. Vicenda che si scoprirà strettamente intrecciata a quello principale. Non ha niente del “supereroe” il tenente Stride, se non un’etica ormai rara, condivisa con Serena e la sua vice Maggie e una capacità di amare fuori dal comune, oltre alla rara capacità di unire davvero le forze e riuscire insieme a trasformare i problemi in opportunità, a trovare serenità dove non c’è. Dire di più sulla trama di questo thriller non si può perché il piacere maggiore dei lettori di Freeman deriva dalle sorprese continue e dai colpi di scena che si susseguono fino all’ultima pagina. Chi sceglie di leggere Freeman, uno degli autori americani più amati, sa cosa aspettarsi e non rimane deluso. Nemmeno questa volta. “Restarono in silenzio, a guardare la risacca e il sole scintillante sull’acqua. Sulla sinistra, la città si stendeva sulla collina. All’orizzonte, una nave da carico piena di minerale grezzo si dirigeva verso il ponte mobile. Era una giornata perfetta a Duluth.”
