Un bel tacer…Con quel che segue

untitledFacciamo il punto? Non mi pare strettamente necessario ma due righe ci stanno. Equitalia impazza, la gente si suicida, le imprese chiudono e quelle che aprono lo fanno con soldi riciclati dalla mafia – di qualunque nazionalità essa sia – e i nostri signori parlano.

Parlano di povertà come se la cosa li riguardasse, come se conoscessero il significato della parola, cosa di cui onestamente dubito, credo che ad andare a cercarlo non se ne trovi uno che sappia cosa vuol dire non avere il denaro per fare la spesa, non sapere come pagare le bollette e chi più ne ha più ne metta.

Fanno le manifestazioni contro la povertà, e non ditemi che ‘sta roba non fa ridere i polli. Immagino la signora povertà che si spaventa tantissimo e se la da a gambe. Su tranquilli, avete le cartelle esattoriali che popolano le vostre notti? Da lunedì scompariranno.

Parlano di legalità, ma la priorità nell’assegnazione delle case è di chi a volte delinque, a volte no, ma vive da anni in situazioni che legali non sono. Non voglio difendere i palazzinari, in fondo godo quando gli emuli di Arpagone che affittano ad extracomunitari si ritrovano con le case occupate per anni senza prendere un euro, l’avidità genera effetti che evidentemente non vengono presi in considerazione. Però mi chiedo perché gente che non paga l’affitto da anni, debba essere privilegiata rispetto a qualcuno che ha sempre rispettato i contratti e le leggi, spesso con fatica.

Parlano di dialogo, ma sindaci assessori e compagnia sono delle entità raggiungibili solo durante le manifestazioni in piazza, e ti stringono la mano sorridendo come ebeti, ma se cerchi di raggiungerli nei loro sancta santorum, puoi morire nell’androne, o al limite tentare con una seduta spiritica.

Un popolo strano che continua a lasciarvi spadroneggiare forse si merita questo trattamento, ma da parte vostra egregi signori, non è onorevole comportarvi così. E allora chiedo, se proprio il vostro mestiere non lo sapete fare, almeno tacete. Fate un gesto nobile per una volta.

Panem et circenses – ovvero come ti intorto il popolo

Ascolto i nostri politici presenti ai vari talk show (certo vorrei sapere quando vanno in aula ma è un particolare irrilevante a quanto pare) e mi sorge l’ennesimo interrogativo. Per governare un paese, è o no necessario conoscerlo? Non sono un mostro in storia, ma se penso anche vagamente alla nostra storia partendo da quella antica, mi chiedo se qualcuno si ricordi chi siamo. Come si può pensare ad una legge sul conflitto di interessi, in un paese in cui dai tempi dell’impero romano vige la corruzione, vige la legge del più forte, vige la distinzione in ceti? Certo le cose andrebbero adeguate ai tempi, ma questo è un paese in cui si sono fatti gli imperi sulla formula “panem et circenses“, un paese in cui il popolo o il popolino se preferite, accetta e ha sempre accettato tutto a condizione di avere appunto di che mangiare e di che divertirsi. Al popolo italiano, fin da quando l’Italia non c’era, non interessa come, interessa che gli venga garantito il pane. Forse non solo agli italiani per altro, se pensiamo alle teste ghigliottinate. Resta il fatto che davvero bisognerebbe capire prima di candidarsi alla guida, che non si può pensare di insegnare agli asini a volare, e promettere le ali a tutti è una presa in giro. E come i politici si dimenticano o non sanno la storia, altrettanto fanno gli asini che li votano, dimenticandosi che fino ad oggi, nessun asino è mai riuscito a volare.

Non sono stato io – ad libitum

Facciamo un gioco e immaginiamo di avere dei soldi da investire, decidiamo di comprare un’azienda. Bene individuato il settore e le aziende in vendita, optiamo per quella che ha grandi potenzialità ma anche una situazione di debito, d’altra parte un’azienda florida costerebbe molto di più. Bene, se siamo imprenditori seri avremo messo in preventivo che quei debiti li abbiamo acquisiti insieme alla possibilità di guadagno. Ora la mia domanda è: passiamo le giornate a dire ai creditori che non possiamo pagare e che i debiti non li abbiamo contratti noi, posticipando ad libitum l’inizio della fase di guadagno? O non pagheremmo invece i debiti e cominceremmo a produrre? Io credo che la logica faccia propendere per la seconda ipotesi. E adesso spostiamoci in politica, se mi candido, so che qualora fossi eletta mi troverei a fronteggiare situazioni che si trascinano da decenni. E qui la domanda diventa: mi metto al lavoro per tentare di risolvere la situazione – nei limiti del mio mandato? O passo da un salotto tv all’altro spiegando che i debiti non li ho fatti io e la situazione è drammatica per colpa di altri? Cari politici, è un bene che andiate da un talk all’altro, ma vogliamo cominciare a vivere i talk come cassa di risonanza su quello che avete fatto, non su quello che non avete potuto /saputo fare. Non me ne frega niente di sentire proclami su quanto vi abbasserete lo stipendio – anche perché poi chissà com’è non si abbassa mai – non mi interessano più le analisi accurate sulle colpe pregresse, voglio una politica che faccia, non che dica. Iniziate a pagare lo scotto di sedere su quelle comode poltrone e agite. A meno che non avesse ragione  Max Weber, e in quel caso signori siamo messi davvero male.

Marò che due marò

Evvai tutti felici sì? Gli assassini torneranno a farsi giudicare dove hanno commesso il fatto. Come è giusto che sia. Però aspetta cos’è che mi sfugge? Ah sì per l’omicidio – perché questa è l’accusa – in India è prevista la pena di morte. Come dite? Ah bé se hanno promesso che non l’applicheranno è tutta un altra storia, allora possiamo fidarci. Sì è vero che secondo tutte le convenzioni internazionali i diplomatici non si toccano e il governo indiano ha privato della libertà il nostro ambasciatore, ma che c’entra, una promessa è una promessa dai. Certo una domanda mi si è presentata e un po’ ‘sto tarlo mi rode, ma per caso, dico solo per caso, i due pescatori morti, quando andavano in giro per il loro bel paesino non è che si sentivano autorizzati a stuprare, eventualmente anche fino alla morte, qualche donna che girava da sola? No perché mi pare che lì in India, funzioni così, ma sono morti e ben si sa che dopo morti son tutti santi. E quindi? Niente di nuovo sotto il sole, un governo capace di usare il pugno di ferro su chi non ha – per sua scelta – voce. Capace di massacrare i suoi cittadini con tasse spropositate leggi inique e una spocchia inimmaginabile, ma pronto a calarsi braghe e mutande, nei confronti di chiunque alzi appena la voce. E noi stiamo a guardare, anzi una parte di italiani, sta lì con la bava alla bocca, ricordando molto – almeno alla sottoscritta – le iene (con tutto il rispetto, visto che quella è natura), ferme un po’ indietro a lanciare il loro grido agghiacciante, pronte a sbranarsi quel che resta dei corpi sbranati da altri. Al netto di qualunque valutazione umana politica e di diritto, l’ennesima figura di merda di un Paese che magari fosse solo allo sbando. Buon viaggio ragazzi, e non vi preoccupate, se dovessero condannarvi a morte, il governo e tutta Italia si stringerà attorno alle vostre famiglie.

Ah mia lingua si bella e perduta

Elezione-Papa-Francesco-il-racconto-di-chi-c-era_h_partbIo ho sorriso la sera dell’elezione quando il Papa Francesco spontaneamente ha salutato dicendo ci vediamo domani, un po’ come se salutasse gli amici dopo una cena, poi mi son fermata a riflettere sul fatto che stava parlando in una lingua che non era la sua e probabilmente non sapeva bene che tipo di obblighi liturgici avesse. Poi ieri ho seguito la messa, da agnostica e ho apprezzato davvero tanto l’omelia a braccio, Papa Francesco mi ha strappato un ulteriore sorriso di comprensione, quando l’ho visto esitare e cercare la parola, alla fine gli è uscita “confessione”. E va benissimo, abbiamo capito esattamente cosa intendeva dire, ed essendo di confessione cattolica nonché madrelingua straniera, l'”errore” ci sta. Non ci sta che da ieri sera decine di giornalisti vaticanisti sproloquianti di professione, PAGATI per diffondere le notizie, continuino a massacrare la lingua italiana riportando che il Papa ha indicato la confessione come uno degli obiettivi da perseguire. Signori giornalisti, emeriti cretini, mangiapane a tradimento ignoranti patentati – che se dipendesse da me sareste arrestati per ingiurie al popolo – la parola corretta era PROFESSIONE, si professa la propria fede e si confessano i peccati e i reati.

Conclaviamoli tutti

Si da inizio alle danze in Vaticano  e ripensando all’origine della parola conclave, il desiderio di utilizzare l’antico metodo ampliandolo ed applicandolo ad altri ambiti, si fa più forte di ora in ora. Partiamo dal presupposto che uso delle iperboli, ma non troppo. Ora provate per un attimo ad immaginare gli attuali governo e parlamento, chiusi a chiave, con viveri razionati e isolati dal mondo, niente telefoni niente internet niente esterno insomma, rinchiusi fino al momento in cui, tramite fogli cartacei fatti passare sotto la porta, non mandino fuori una nuova legge elettorale (credo che un decreto legge sarebbe la cosa più veloce) e una piccola norma transitoria, che abroghi ogni qualsivoglia legge decreto disegno o quant’altro sia in vigore, che riguardi indennizzi indennità emolumenti stipendi e rimborsi, ponendo -sempre a tempo determinato – un limite di 5000 euro al mese, che tu sia il presidente della repubblica o il commesso, o un quadro dirigente eccetera in una società che sia partecipata dalla cosa pubblica,  in ogni sua forma, Stato Comuni Regioni Province, anche solo per un 1%. L’eccedenza in un fondo ad utilizzo immediato per saldare i debiti della PA nei confronti della PMI. Non dimentichiamoci che anche se sono state fatte le elezioni quello di Monti è ancora il governo in carica.  Firmato il decreto e stabilita la data per le nuove elezioni, li facciamo uscire. Lo so è antidemocratico, non si fa eccetera, ma se ci pensate, democrazia significa potere del popolo, è palese che signori delegati da noi, non hanno finora fatto il nostro interesse, riprendiamoci il potere con un giro di chiave. Fin qui siamo rimasti nella capitale ma spostiamoci in quella che una volta era l’altra capitale, Milano. Più precisamente in corso di Porta Vittoria, a palazzo di giustizia. Prendiamo il collegio giudicante, l’accusa e la difesa, e li chiudiamo in aula, senza ulteriori udienze, senza ulteriori testimonianze, e procedano ad arringarsi fra loro a leggere rileggere gli atti di ogni processo,  li lasciamo a panini e acqua minerale fino a quando non fanno uscire da sotto la porta le sentenze per ogni processo di qualunque ordine e grado riguardi Berlusconi. A quel punto se è innocente ( lo so volevo sdrammatizzare un attimo) che sia fermata la macchina, se è colpevole che sia arrestato e sconti la sua pena. Non ha incarichi politici non esiste motivo per cui non possa essere definita la questione. Mi obbietto da sola che una certa sensazione di accanimento personale c’è anche in chi come me, non lo ama particolarmente, Ma non è cosa di oggi e se trasferimento del processo /i andava chiesto, lo si doveva fare molto tempo fa. Adesso è tardi e quel che è fatto è fatto.

AAA fegato nuovo cercasi

Poi ci sono delle notizie che ti mandano al manicomio e ti chiedi citando Gaber se per caso “sei tu che non capisci più un cazzo”.

Il notizione del giorno è che la Svizzera non fornirà più, diminuendo gradualmente, il plasma e il sangue alla Grecia. Questo a fronte di un debito di qualche milione. Orrore e raccapriccio naturalmente, il fatto che il sangue costi e venga offerto gratuitamente, e i costi siano sostenuti per la corretta conservazione e il trasporto, ovviamente non viene in mente, e anche nell’articolo del prestigioso quotidiano, questo particolare è riportato in due righe, a fondo articolo.
Ora la domanda è: perché diavolo i greci non dovrebbero come tutti andare a donare il sangue? Per quale astrusa ragione il resto del mondo deve sentirsi in obbligo di fare un gesto che dovrebbe essere assolutamente logico e naturale, che però a loro non viene in mente? Ovviamente a fronte di notizie certe e documentate sono pronta a dare lo stesso risalto alla smentita.

La seconda botta di oggi è uno spot sui bambini africani denutriti, io la storia della conservazione della specie eccetera la conosco, ma onestamente quando ho visto l’immagine di quella bimba piena di croste e dio solo sa quali malattie, dovute alla malnutrizione ho avuto un solo pensiero: datemi in mano i due delinquenti che l’hanno messa al mondo. E non mi venite a raccontare che mettono al mondo i figli perché la chiesa non vuole che usino i preservativi o che le donne fanno i figli perché violentate. Qui non si tratta di chiesa o di cultura, se tu metti al mondo un figlio sapendo che non potrai nutrirlo, con la speranza che qualcuno se ne prenderà cura, o nel caso morisse ne farai un altro, non sei concepibile come essere umano. Non sei paragonabile nemmeno alle bestie propriamente dette, perché quelle figliano per istinto.

La terza mi è arrivata a domicilio, suona il campanello una volontaria di Save the children e mi dice che il progetto di cui si stanno occupando è combattere la tratta dei bambini vergini. Sì sì avete letto bene. Il che presuppone bambini non vendibile perché già abusati. Mi si è stretto lo stomaco e ho pregato un dio in cui non sono sicura di credere, di fulminare sul colpo chi vende i figli. Lo so che la colpa è di noi occidentali che abbiamo sfruttato queste povere popolazioni rendendole prive di ogni dignità, ma se vendi tuo figlio, un bambino, io ti riserverei lo stesso trattamento che ho in mente per chi lo compra. E ve lo risparmio perché sarebbe troppo cruento anche per il più sordido assassino.

La virtù che sta nel mezzo – non al centro –

Su coraggio che ci siamo, è l’ultima settimana e poi finalmente andremo a votare. Le bacheche di facebook resteranno intasate ancora per qualche giorno dai risultati, qualcuno esulterà qualcuno sarà incazzato nero, ma dopo qualche giorno state tranquilli che ognuno tornerà ai suoi impegni, la politica uscirà dai social network, e tutto riprenderà come prima. Partiranno le analisi e le disamine, e poi passeremo al conclave. Come? Ah no il fatto che non andiate in chiesa dai tempi della prima comunione non ha nessuna importanza. Che non sappiate la differenza fra un vescovo un cardinale e un curato non vi impedirà di discettare su quali saranno le conseguenze dell’elezione di uno al posto dell’altro. Quindi ricapitolando sul tavolo abbiamo qualche tema che pare imprescindibile. Ne vogliamo parlare? Son qui apposta e quindi sì, ne parlo. Partiamo dal matrimonio omosessuale. Mi chiedo dove siano finite le coppie eterosessuali non sposate? Ce n’erano un sacco e sono miracolosamente scomparse. Mi permetto di ricordarvi che nel caso il vostro compagno si ammali, e non siate coniugati davanti a Dio e al sindaco, non potete chiedere al medico come sta. Nel caso si debba procedere ad un intervento chirurgico, non sarete interpellati. In rianimazione non ci entrate. E questo dove ci porta? Ad avere un’opinione sempre più bassa di questo nostro popolo che definire civile mi sembra un’esagerazione. Quelli che dovevano essere i DICO o PACS sono scomparsi nelle nebbie padane, o sei omosessuale o quasi quasi non sei nessuno. Quella vecchia – e lo so che vecchio è una parola che non vi piace – buona regola per cui nel mezzo sta il giusto, per cui una torta con le giuste dosi di zucchero è buona e con troppo zucchero diventa nauseante? O per cui la pasta è immangiabile sia che manchi del tutto il sale sia che ce ne sia troppo? Tutti a seguire Cracco e pendere dalle labbra di Ramsey ma di imparare le basi non se ne parla eh. Il lavoro è diventato la priorità, ma a quanto pare solo sulla carta (straccia) delle promesse elettorali. La riforma Fornero che ha sfornato gli esodati, senza dubbio ne sfornerà altri, il meccanismo è ormai avviato e ricadrà a cascata sulle prossime generazioni di lavoratori/pensionati. Io non ho sentito nessuno dire che rivedrà la riforma, e voi? Non ho sentito un giornalista chiedere al senatore Monti – che per la cronaca è ancora titolare della presidenza del consiglio – che fine abbia fatto la raccolta firme che è stata fatta per indire il referendum abrogativo della legge che stabilisce gli emolumenti dei parlamentari, e di tutte le leggi decreti disegni che negli anni hanno permesso ai nostri rappresentanti di avere legittimamente dei compensi che definire faraonici è riduttivo. Però tranquilli, ridurranno o aboliranno l’imu l’irap l’irpef e forse anche il girovita di mia zia, con quali numeri non lo sapremo mai, ma che ci frega in fin dei conti. Poi volendo ci sono i tagli alla scuola e alla ricerca, lo so lo so che mandare i figli a scuola con la carta igienica è una cosa fastidiosa, ma personalmente troverei più fastidioso che andassero in una scuola bellissima, avvolti da kilometri di carta igienica morbidissima dove gli insegnati sono per il 60% ignoranti come sassi di fiume, ma è questione di gusti, e i miei sono sofistici.

Cui prodest?

Politicamente scorretta come nella mia natura, oggi parlo del cantante degli Almamegretta. Che senso ha avuto la mossa di presentarsi ad una manifestazione del calibro di Sanremo, vetrina importante e con una sua innegabile risonanza (se mi passate il gioco di parole), per poi dichiarare la defezione per motivi religiosi del cantante? Per come la penso io, nella vita di un essere umano ci sono cose che devono trovare integrazione nel massimo rispetto di e da chiunque, in primis il sesso e la religione. Trovare integrazione significa letteralmente che devono essere diritto inalienabile della persona e contemporaneamente non interferire creando “disturbo” nella vita degli altri.

Fatta questa premessa, e stabilito che di sesso parliamo un’altra volta, oggi mi concentro e faccio della dietrologia sulla scelta di ammettere al Festival un gruppo il cui cantante solista non avrebbe potuto essere sul palco in almeno una delle serate.

Mi si dirà che la serata di ieri era fuori gara, che era un omaggio alla storia del Festival, che non era fondamentale. Beh signori mi dispiace ma vi sbagliate. Durante una competizione che si spalma su più giorni, ogni singola apparizione ha un suo peso sui votanti e sugli spettatori – per conferma chiedere ai politici in campagna elettorale – così come un loro peso hanno avuto le presenza di Coleman e Senese. La domanda adesso è perché? Cui prodest? Alla comunità ebraica internazionale che in questo periodo cerca consensi per poter giustificare un eventuale attacco di Israele alla Siria? Alla comunità ebraica italiana che senza alcuna ragione sembra essere un puntello indispensabile alla sinistra? (Ribadisco e ricordo che siamo in campagna elettorale) non fosse altro che in contrapposizione alla destra?

E come vogliamo collocare l’esibizione giovedì sera di Asaf Avidan, acclamato novello capolavoro della natura, guarda caso anche lui ebreo, e guarda caso salito agli onori delle cronache grazie al remix – non fatto da lui – di un suo pezzo scritto la bellezza di quattro anni fa, che ben poco successo aveva ottenuto. Non sono certo un critico musicale, lungi da me attribuirmi competenze che non ho, ma francamente questo testo debolino che può riferirsi a tutto e a niente, cantato con la voce di Donald duck, mi ha lasciata freddina e piuttosto indifferente, salvo farmi chiedere se non siamo diventati tutti un  po’ vittime dell’ex tubo catodico ora tubo e basta, dove a forza di clik si diventa dei.

Ma come hanno detto e ripetuto il buon Fazio e la sua spalla Lucianina, non abbiamo modo di intervenire su eventuali abusi da parte dei call center, figuriamoci se possiamo averlo sui milioni di falangi armate appartenenti ai possessori ed utilizzatori di pc smartphone e simili, che nella maggior parte dei casi ahimè, hanno accesso oltre che al tubo, alle cabine elettorali.