

E anche vero, che sorridere, non esclude volere/dovere capire quello che è accaduto, Il futuro è figlio del presente e nipote del passato.
Mettiamo in chiaro una cosa che mi sembra non essere chiara per niente. Dal primo romanzo che ha pubblicato, ad ogni intervista ad ogni presentazione in ogni occasione insomma, ha detto e ribadito in tutti i modi, che anche se firmati Marco Malvaldi, senza la partecipazione di Samantha Bruzzone, ossia la sua consorte, non avrebbe scritto nulla. Questa precisazione perché su 10 commento/recensioni che leggo, 8 trovano che la scrittura, da quando appare anche Samantha sulle copertine è cambiata. Datevi una regolata e magari prima di scrivere cavolate, informatevi meglio. Detto questo, il romanzo che consiglio oggi, ha già qualche mese sulle spalle, ma come dico sempre, non è detto che tutti siano flippati e leggano i romanzi appena usciti – oddio, Sellerio un po’ questo effetto lo fa – ma insomma. Veniamo a noi dunque, il personaggio di Serena, chimica per formazione, sommelier per passione, moglie e madre per scelta. Sullo status di disoccupata, se volontario obbligato o altro, ci sta ancora lavorando. Ci lavora così tanto, che le offrono un lavoro proprio come sommelier; occhio, siamo in Toscana, e quando si dice vino, oltre che del piacere, si parla di aziende, di lavoro, di denaro. L’industria del vino non è poca cosa. Per una serie di ragioni che chiunque abbia letto più di tre gialli in vita sua conosce perfettamente, Serena è diventata amica di Corinna, una sovrintendente di polizia sfigatissima con gli uomini, ma estremamente efficiente, oltre ad essere anche molto carina, la cui peculiarità è di essere altissima, e finisce sempre con l’inciampare in qualche cadavere (ovviamente ucciso), e partecipare attivamente alle indagini, cosa che accade anche ne La regina dei sentieri. Personalmente adoro i Bruzzaldi – crasi approvata dagli stessi – mi piace lo stile che hanno deciso di utilizzare, come per esempio citare in apertura di capitolo, le norme di polizia giudiziaria per cui Corinna fa o non fa qualcosa, così come le spiegazioni tecniche (non dimentichiamo che i due sono davvero dei chimici), oh, io son convinta che ogni occasione sia buona per imparare. Poi ci mettono se stessi e un bel po’ dei loro amici, dicono. Son toscani, la battuta la presa in giro la canzonatura, ce l’hanno nel dna, e a me piace assalissimo. Last but not least, sanno esattamente come si costruisce una trama gialla. Per altro, visto che sono ancora pochi, consiglio di partire dal precedente Chi si ferma è perduto. Ah se nel leggerlo aveste una sensazione di deja vù…No niente, vi lancio la sfida e aspetto di sapere se individuate il perché.
Se invece aveste voglia di risvegliare la coscienza sociale e politica che quasi certamente alberga da qualche parte dentro di voi, vi consiglio di leggere Il figlio peggiore – Fandango libri. È un viaggio all’indietro negli anni ’70 del secolo scorso, che detto così fa un po’ impressione, ma in fin dei conti, stiamo parlando dell’altro ieri, della nostra adolescenza e poco oltre (parlo di chi oggi ha fra i 55 e i 65). Che fossimo in quinta elementare alle medie o ai primi anni di superiori, quello che è successo in quel decennio ce lo abbiamo tatuato sulla pelle, perché un cugino un amico un vicino di casa un conoscente, che ha pagato il biglietto all’eroina, ce lo abbiamo credo più o meno tutti. Senza contare il rapimento con conseguente omicidio di Aldo Moro, che credo, è quello che più ci è rimasto addosso. Pochi sono in proporzione, quelli che sono andati oltre, fra questi Peter D’Angelo e Fabio Valle che hanno cercato di capire da dove fosse arrivata, praticamente all’improvviso, l’eroina che ha decimato letteralmente una generazione, ma soprattutto perché, quali legami ci siano stati fra le due cose, dall’eversione all’obnubilamento totale, perché un legame palesemente c’è, anche se è più “comodo” non andare a cercarlo, non vederlo, ignorarlo. Oggi si guarda all’America e a quelli che vengono chiamati zombie, i drogati di Fentanyl, eppure le similitudini sono tante. L’eroina prima e il fentanyl adesso, probabilmente hanno la stessa funzione. Quella di “distrarre” le menti di chi potrebbe cambiare lo status delle cose. Le “cose” sono la politica a tutti i livelli, tutto quello che viene deciso sopra le nostre teste, a scapito delle nostre vite. Un “romanzo” che va letto, perchè è scritto bene, perché è una fiction ma si basa su solidi documenti reali, perché risvegliare quel poco di coscienza che è rimasta è ancora viva sotto la brace, in molti spero, ritengo sia indispensabile.
