I PROBLEMI DELLA RICCA MILANO

È un articolo lungo, vi chiedo scusa ma le “denunce” vanno fatte per bene, vi chiedo fra l’altro il favore di condividerlo sulle vostre pagine social.

Chi vive a Milano nord nord ovest, aspetta da anni la promessa riqualificazione, è periferia sì, ma se sono riusciti (non certo questa amministrazione), a rendere vivibile e piacevole, gran parte della “famigerata” Quarto Oggiaro, non si capisce dove stia il problema nel tratto che va da Piazzale Accursio a Quarto appunto e verso il cimitero maggiore. Stanno pubblicizzando già da un po’ il Certosa District, alla fine di via Varesina, in effetti, come potete vedere dalle foto aprendo il link, un paio di edifici nuovi, con all’interno uffici sedi di aziende e quattro o cinque locali ci sono, ma hanno evidentemente qualche problema. All’interno del complesso, ci vanno solo quelli che ci lavorano. Alle 20/21 circa, il cancello si chiude, diciamo che insomma, non è di gran richiamo.

Attraversato l’incrocio con via Pailizzi, c’è la fermata dei due solo mezzi che portano all’ospedale Sacco (un polo piuttosto importante) L’8 settembre, partiranno i  lavori di ripristino dei binari e si spera che per qualche anno saremo a posto. Fermo restando che in viale Espinasse non passerà alcun mezzo. Da un paio d’anni hanno rifatto le pensiline, con le discese per le carrozzine, peccato i buchi rimasti sulla strada. Agevolo

Superata l’entrata di un condominio (cui parliamo più avanti), dove una volta c’era la sede della Sandvik, c’è un cantiere, con enormi cartelloni che riportano le foto del già costruito di cui dicevo più sopra, e un parco, che al momento è una foresta abbandonata, ma dalle foto diventerà splendido. Al momento cantiere e verde sono così

Cantiere misterioso e Area verde impenetrabile

Proseguendo oltre il cantiere, hanno costruito un secondo piccolo polo, in cui oltre alla sede prima di Whirpool ora Beko, c’è un bar (famosissimo mi dicono) in cui un caffè e una brioches (ottime ma senza esagerare), ti costano dai 4 € in su, senza servizio al tavolo, con una zuccheriera aperta, che credo sia anche fuori norma, appoggiata sul bancone, in tazzine senza cucchiaino – devi chiederlo- e un ristorante arabo, che al momento è aperto dalle 12 alle 14 o 15. Ah, c’è anche una minuscola panetteria, credo di una catena, che apre alle 11. Il pane è buonissimo, ma lo compri due volte e poi basta visto che ci lasci un rene.

Detto questo, in attesa di capire cosa nascerà dal cantiere (in piedi da 4 anni) vi racconto la situazione attuale, i marciapiedi di via Varesina, ossia davanti ai due “poli”, sono bellamente tappezzati di immondizia varia ed eventuale, ma soprattutto di cacche e pipì, per la maggior parte umane e non canine come si potrebbe pensare.

Ma il bello viene adesso, via Palizzi, procede verso Quarto Oggiaro, con il famoso ponte Palizzi, tranne che per qualche centinaio di metri, che procedono paralleli ma sottostanti fino a terminare a ridosso dei binari delle Ferrovie Nord.

Piccola legenda esplicativa: la stradina chiara che parte di fronte al distributore, è la parte incriminata di via Palizzi. Le frecce indicano la porzione di strada dove sono posizionati i binari del tram. A un livello più basso (un paio di metri) inizia la zona verde. I tre quadratini sono gli ex orti comunali (al momento occupati da rom) mentre in quello rosso, è ospitata una colonia felina, che con la collaborazione del comune e dei volontari, stiamo catturando e sterilizzando. In verde, la giungla.

Ora, questo pezzettino di via, dopo i primi 150 metri, su cui affacciano un condominio e un giardino privato, è diventata terra di nessuno. Molti anni fa il comune ha installato un cancello, purtroppo ormai da anni è rotto e sempre aperto. Superando il primo pezzo di sentiero, lungo il quale si affacciano quelli che una volta erano gli orti comunali, da anni ormai dismessi abbandonati – adesso occupati da rom e cinesi-, la vegetazione, mai curata dal Comune, è diventata una giungla. Ovviamente senz’acqua, senza servizi igienici senza luce (se non per qualche breve periodo in cui si attaccano alla rete elettrica, allacci abusivissimi che il gestore ovviamente stacca a intervalli regolari). Riuscite a immaginare come sia ridotto quello spazio che dovrebbe essere verde pubblico? Agevolo con qualche foto.

AMSA il municipio 8 e la polizia, stanno facendo il possibile, ma dopo mezz’ora dallo sgombro e la pulizia, rientrano e il giorno dopo è peggio. Da brava razzista, così vengo spesso qualificata, ogni santo giorno parlo con loro, senza mai trascendere, senza offendere. A forza di dai, la maggior parte di loro hanno deciso di andarsene, spero in un posto dove abbiano perlomeno acqua e luce, i pochi rimasti, alla mattina ritirano i materassi e passano la scopa togliendo quel che riescono, credo un caso più unico che raro. Ora, viste le foto, non è difficile immaginare il rischio igienico sanitario che è in essere, oltre a non poter usufruire della passeggiata nel verde. Mi auguro che l’assessore del municipio 8 con cui sono in contatto dott. Fabio Galesi e AMSA, provvedano a mantenere l’impegno preso, ossia ripulire e ripristinare la chiusura del cancello, in tempi brevi se non brevissimi. Mi premeva comunque che chiunque parla di accoglienza, di convivenza di integrazione, capisca che non è questo il modo. Rinnovo la richiesta di condivisione. Nell’interesse di tutte le parti coinvolte. Grazie

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Autore: Coleichelegge

Innamorata perennemente incazzata politicamente scorretta inesorabilmente libera

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