


Tre autori completamente diversi, due Case Editrici e qualche ora (giorno) di buone letture. Janice Hallett, la fascetta la descrive come la nuova Agatha Christie e in versione moderna in effetti ci può stare, è una giornalista e sceneggiatrice inglese, L’assassino è tra le righe è il suo romanzo d’esordio. Spiazzante all’inizio, ci si mette (io ci ho messo) un attimo a entrare nel mood, ma una volta iniziato, non ci si stacca fino alla fine, non tanto per la suspance quanto per la modalità. Come Fami e Charlotte, due studentesse di legge, il lettore affronta la sfida lanciata dal patrocinante per la Corona Roderick Tanner, mediante l’invio della documentazione relativa a un caso, chiedendo di leggerla e riferire le loro impressioni. Quello che non dice loro (né a noi) è quale sia il reato o cosa si debba cercare. Si tratta solo di mail e messaggi i cui mittenti e destinatari appartengono a una piccola comunità, Lockwood, in cui tutti si conoscono e a vario titolo collaborano con la compagnia teatrale locale facendo riferimento alla famiglia più influente (ricca), che si trova improvvisamente ad affrontare la necessità di reperire moltissimo denaro per una cura oncologica disponibile solo negli Stati Uniti. Con Romolo Bugaro, autore Padovano, entriamo nella vita de I ragazzi di sessant’anni, che poi sarebbe uno, un assicuratore forse o un funzionario di banca, con le loro abitudini e piccoli riti che li accompagnano nella presa di coscienza dell’età, i sessant’anni appunto, che ovviamente non si sentono minimamente, il loro sguardo distaccato sulle vite degli altri, di varie età, sul loro matrimonio, le vicende della moglie dei figli. Particolarissimo, tenero e spietato, in una Padova raccontata e scandita dai locali dove fare l’aperitivo, che è quasi rigorosamente uno spritz, fino a che…Ma qui ovviamete mi devo tacere perché qui non si fanno spoiler. Dopo i due Einaudi il consiglio passa a Edizioni Le Assassine, che come sempre riserva qualche piacevole sorpresa. Luisa Valenzuela partendo da un episodio di cronaca, la morte del Procuratore Nisman nel 2015, accusatore della presidentessa Kirchner, inizialmente attribuita a suicidio, ne Il procuratore muore fa incontrare il commissario della polizia federale, Santiago Masachesi – forzatamente pensionato per ragioni politiche – con la sua prima fidanzatina. Si incrociano la dolcezza dei ricordi di due ragazzini, con quello che poi la vita gli ha dato. Qualche rimpianto perché non tutti i sogni si riescono a realizzare, potrebbe forse essere risarcito dalla forza che timidamente, traggono l’una dall’altro, cambiati cresciuti ma delicatamente decisi a realizzare quello che è ancora possibile. Un romanzo, anzi più d’uno, all’interno del romanzo stesso. Si sfiora quello che viene definito Realismo magico, e d’altra parte l’autrice è argentina, ed è il Sud America la patria del genere letterario con Gabriel García Márquez. Un’autrice che sebbene meno nota, che non fa rimpiangere i grandi nomi.
