
Capita anche a voi di scovare un libro di un autore – autrice nello specifico – della quale eravate convinti di aver letto tutto? A me sì ed è una goduria non da poco. Non ho idea del perché mi fosse sfuggito, in genere sono piuttosto attenta, rimane il fatto che Un mare di silenzio non lo avevo proprio letto. A me la Ardelia Spinola, vuoi perché è un medico legale – lo so, le bambine di solito sognano di fare altri lavori io invece avrei voluto fare quello – “normale”, lontanisima da una Kay Scarpetta, vuoi perché è una donna di poco più giovane di me, senza superpoteri, nel senso che a fine giornata è stanca ma non disdegna un aperitivo con un amico o amica, che ama cucinare anche per se stessa, vive con i suoi gatti, sta bene quando è in coppia ma anche quando è single , vuoi perché il suo cuore è equamente diviso fra il mare e le colline tendenti alla montagna e e last but not least è una discreta casinista o meglio ha una ingestibile propensione a ficcarsi in situazioni incasinate, molto incasinate, mi piace assai. Insomma mi ci ritrovo. Aggiungiamo che sa essere un’amica preziosa e che Cristina Rava, la donna che se l’è inventata, scrive benissimo e nelle storie che le fa vivere ci mette quello che c’è nella vita di tutti, a parte i morti ovviamente. Affronta tutto con una delicatezza rara che non è mai fragilità, con partecipazione vera. Lo so che gli scaffali delle librerie sono pieni di cose nuove e belle da leggere, ma se non la conoscete o magari avete letto solo qualcosa, fate un salto in libreria e prendeteveli tutti che tanto i libri belli non vanno mai in prescrizione e quando avete bisogno di un libro leggero ma non troppo, rilassante ma mai noioso, avvincente senza che vi manchi il fiato, ne prendete uno di questi e garantisco che siete a posto.
