Jeffery Deaver

È bello quando non ci pensavi da un po’ e incontri un amicoa cui non pensavi da un po’, Deaver evidentemente lo sa e ogni tanto ci riciccia fuori l’amato consulente Lincoln Rhyme con tutta la banda e tutti in forma smagliante. Negli ultimi anni ci ha regalato un nuovo personaggio, Colter Shaw, che personalmente mi è entrato nel cuore insieme agli altri, ma quando penso a lui mi viene in mente Linc, tipo Pavlov. Lo schema è il consueto Lui studia ogni singolo frammento di qualsiasi materiale per farlo diventare una prova, sua moglie trasforma le sue intuizioni in indizi che portano al colpevole. La chicca è che per ragioni politiche, il nostro eroe si trova a vedersi impedita la collaborazione con la polizia. Fuori, non deve sapere niente non può accedere alle prove raccolte né avvicinarsi alle scene del crimine. In caso di trasgressione non sarà lui a pagare ma Amelia e i suoi collaboratori storici che della polizia fanno parte. Ancora più complicato perché ormai Amelia e Linc sono marito e moglie e nella casa coniugale c’è anche il sofisticatissimo laboratorio. Un bel problema, anche perché sul caso in questione, lui ha già cominciato a lavorarci quando la tegola gli cade sulla testa. Il caso è di quelli che sembrano impossibili, se sembra impossibile sappiamo tutti chi è l’unico che può risolvere il rebus. Insomma un cane che si morde la coda. Nel frattempo, Il Fabbro, così si firma orgogliosamente il delinquente, continua imperterrito ad entrare nelle case altrui, non forza le serrature, non ruba, non uccide, quindi perché? Il terrore che può suscitare svegliarsi e avere prima l’impressione e poi la certezza che qualcuno è entrato in casa tua mentre eri inerme, addormentata, che ha messo le mani nei tuoi cassetti ha bevuto il tuo vino e dio solo sa cos’altro è indescrivibile. Per gli altri. Deaver lo rende palpabile e non ha nessuna importanza che tu sappia con certezza quasi matematica che verrà fermato, tu intanto vai a letto con un occhio aperto. Credo che si sia anche parecchio divertito a inventarsi gli escamotage che si rendono necessari per evitare di far finire in carcere il nostro Rhyme, io mi sono divertita molto a leggerli. C’è un tema per così dire sociale nei romanzi di Deaver e già da qualche tempo con la penna ben mirata, ci (ri)mette in guardia dall’uso sconsiderato dei social, ci ricorda, inutilmente temo, che dovremmo stare un po’ più attenti a quanta vita esibiamo e mettere sui piatti della bilancia se pesi di più l’invidia o comunque la “popolarità” o il rischio che qualcuno di molto attento, usi tutto per i suoi scopi anche se questi potrebbero danneggiarci. Non è l’unico spunto di riflessione, ma lascio a voi il piacere di scoprire cos’altro c’è nelle 464 pubblicate come sempre da Rizzoli, che trovate in libreria o se siete pigrissimi qui.
