NERO LUCANO

PIERA CARLOMAGNO

Decisamente diverso dai  romanzi precedenti, che per il mio personalissimo parere sono degli ottimi gialli con una puntina di noir, questa volta la giornalista scrittrice Piera Carlomagno, condizionata credo dall’aver ambientato il romanzo in una terra che tradizionalmente è dura misteriosa e diversa dalle altre regioni, ha dato sfogo ad un vero noir. Mi permetto di partire dalle cose che non mi sono piaciute particolarmente – faccio subito un mea culpa, sono particolarmente poco incline a concentrami in questo periodo e potrei semplicemente non avere colto io qualcosa – messe le mani avanti, ho trovato poco chiaro il ruolo di Viola, l’anatomopatologa protagonista. Probabilmente o mi è sfuggito o non è specificato, oltre ad essere un medico legale è anche consulente e con qualche specializzazione in criminologia, non si spiega altrimenti la partecipazione attiva alle indagini con partecipazione a riunioni ufficiali e iniziative indagatorie non concordate. L’altro punto che mi ha lasciata perplessa è l’alone di “stregoneria” che alla fine sembra vedere solo lei.   Certamente l’ambiente familiare, la nonna lamentatrice funebre, che evidentemente è tanto rinomata e ricercata perché a causa della sua empatia riesce ad esprimere il dolore dei congiunti più profondamente e realisticamente rispetto alle altre, utilizzando anche gesti antichi, il nonno farmacista che preferisce comunque affidarsi a quell’alone di misterioso guaritore, le hanno segnato una via che aggiunta al fatto che per lavoro fa “parlare” i morti, la fanno essere un po’ diversa dagli altri, ma questo pregiudizio che lei sente tantissimo, io negli altri non l’ho trovato. Tolti subito i punti secondo me dolenti, devo dire che il romanzo nel suo complesso è assolutamente godibile e bello. La Lucania è una di quelle regioni che salvo per qualche famosissima località turistiche, è tutto sommato misteriosa per i più, forse la posizione geografica, stretta fra Campania Calabria e puglia, coda finale della spina dorsale d’Italia, mescola nel suo territorio tutte le caratteristiche possibili. Paesaggi durissimi e angoli di bellezza dolcissima. Eppure la sua gente ha mantenuto un’identità precisa, diversa dai campani dai calabresi e dai pugliesi, con tradizioni simili ma peculiari. La Carlomagno, che lì ha le sue origini, è riuscita a rendere perfettamente quello che è la vita in quello specifico ristretto contesto. Tocca inoltre un problema di cui si parla poco, l’impatto sociale ma nascosto che ha la mano della “malavita” nello sfruttamento delle risorse naturali. Ho scritto malavita con le virgolette per evitare spoiler, ma in effetti l’indagine e l’analisi della Carlomagno va molto più in profondità. Molto più noir degli altri dicevo, anche per come entra nella psicologia dei personaggi, personalità forti e alcune decisamente fuori dal comune, ma anche quelle, probabilmente molto più comuni (sebbene nascoste) di quello che si potrebbe pensare.  In conclusione, fatte salve le mie perplessità personali, è un romanzo da leggere perché è un bel noir, perché è scritto bene e per scoprire una realtà che forse davvero pochi conoscono.

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Autore: Coleichelegge

Innamorata perennemente incazzata politicamente scorretta inesorabilmente libera

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