
Cosa definisce uno scrittore? Domanda ovviamente retorica che ci si pone in ogni ambito in cui gravitino una o più persone che abbiano pubblicato qualcosa. Oggi vi parlo di uno che fa un altro mestiere, che ha scritto libri per bambini poi un romanzo, che forse definire giallo è improprio “Il debito dell’ingegnere” e poi un giallo propriamente detto “la pesca dello spada”. Se la piglia con calma il ragazzo, dalla Pesca sono passati giusto cinque anni, ha sceneggiato un film tratto dal suo libro e prosegue la sua carriera in mezzo ai numeri.
Detto questo, per chi conoscendolo ha avuto la pazienza di aspettare che fosse soddisfatto di quelle 675 pagine e per chi voglia conoscere un autore non notissimo ma che porca miseria se sa scrivere, in libreria già da qualche mese – mea culpa ci ho messo un po’ prima di prenderlo in mano – trovate un romanzo dal titolo particolare, Maradàgal, come lo Stato inesistente trasposizione della Brianza in Sud America, in cui Gadda ha ambientato La cognizione del dolore. Bè diciamolo, fa molto più figo così che un libro intitolato Brianza.
Con questa premessa mi pare superfluo specificare la location, c’è qualche incursione a Milano, dove vive il commissario Cattaneo – protagonista anni dopo di La pesca dello spada – allora ancora solo sovrintendente e in servizio di scorta a una magistrata che lo tratta come un figlio. A tirarlo dentro una storiaccia da cui non riuscirà ad uscire fino a che non avrà trovato il bandolo della matassa, è un tizio che gli ha prestato degli appunti per un esame universitario, non sono amici ma si sente in dovere di ricambiare il favore. Il laureando Paolo Vertemati “rifugiatosi” a Basileggio – un paesino che è esattamente quello che ci si aspetta di trovare in questo pezzo di Lombardia – capannoni villette e palazzine e cantieri, tanti cantieri aperti. Che poi le infrastrutture siano quel che siano, è poca cosa, tanto gli imprenditori che vanno a vivere in Brianza ci han tutti il SUV, così come lo hanno i locali a cui quei cantieri hanno fruttato tanto. Convivono a poche strade di distanza con extracomunitari che occupano le vecchie cascine, rigorosamente in nero o quasi, e con i vecchi che non hanno mai voluto lasciare il paese. Tutti sanno tutto di tutti e molti sanno i segreti che non devono vedere la luce, Roba vecchia ma che inesorabilmente riverbera i suoi effetti sul presente. Paolo in attesa di scrivere questa benedetta tesi, collabora con un giornale locale, redazionali perlopiù e qualche notizia per quello che può succedere in un posto di 10000 anime. Nello specifico il redazionale è per un’impresa edile che sta realizzando l’ennesimo agglomerato di palazzine, la cronaca è che “lo scemo del villaggio” è scomparso. Paolo non ha grandi relazioni e amicizie con gli altri giovani del paese, che rispecchiano perlopiù i loro genitori e nonni, con qualche eccezione. Nel suo cercare notizie si imbatte in qualcosa che potrebbe collegare, almeno secondo lui, le due cose di cui si sta occupando, incalzato da una delle eccezioni di cui sopra, che risponde al nome di Francesca e mentre fa la barista nel locale del padre studia canto, che si preoccupa di che fine abbia fatto il Soldo – così è soprannominato lo scomparso – e lo coinvolge. Di nome in nome di domanda in domanda, Paolo decide di riscuotere un vecchio “credito” . Quegli appunti a Cattaneo che come poliziotto ha più strade di lui. In virtù di un 30 ad un esame Libero Cattaneo, sovrintendente di polizia che vorrebbe diventare commissario, si ritrova a svolgere quella che da un favore diventa la sua prima indagine. un vero peccato che il Tornaghi sia così pigro? Pignolo? Impegnato? Insomma cinque anni per scrivere un libro sono parecchi, ma devo dire che ne è valsa la pena. Ha una scrittura fluida e pulita, tenere botta per quasi 700 pagine senza ricorrere alla tensione al colpo di scena o alla sospensione, non è affatto facile, eppure il romanzo scorre, pagina dopo pagina come acqua quando hai sete. la trama è quella di un giallo ma definirlo così sarebbe riduttivo, è un osservatorio su un mondo che in piccolo riproduce le schifezze a cui purtroppo siamo abituati, è una raccolta di caratteri e di personalità, a differenza di tanti altri autori, i suoi protagonisti, alcuni perlomeno, non hanno lati buoni e lati cattivi, hanno apparenza ed essenza. I cattivi sono delle merde e i buoni lo sono davvero. Certo essendo il ragazzo molto dotato di talento, individuarli non sono così facilmente individuabili, così come non lo sono le motivazioni degli uni e degli altri.
