
Ormai Teresa Papavero la conoscete no? Figlia di un noto criminologo, molto presente in questo romanzo e “abbandonata” dalla madre in tenera età, ha sviluppato l’autostima di una cozza, ciononostante, come una novella Bridget Jones, cucca un sacco e si permette anche di trattare male gli spasimanti (tutti dei gran gnocchi) – questa è una mia personale interpretazione con cui l’autrice si è detta del tutto in disaccordo – La nostra Papavero sta aprendo un B&B a Strangolagalli, sembra che tutto vada per il meglio, ma siamo pur sempre in un romanzo della Moscardelli e quindi qualcosa deve succedere. Non è che manca un timbro del comune o della camera di commercio, eh no, avendo l’onore di tirare giù personalmente l’ultimo tramezzo, all’interno dall’intercapedine ci trova uno scheletro. Il resto ve lo leggete. Io da brava blogger rilevo alcune cose. Che sapesse scrivere lo avevamo capito dal primo romanzo, che avesse un’anima gialla così ben sviluppata no; mi spiego meglio. I morti assassinati le indagini e le intuizioni decisive c’erano anche nei precedenti, ma in questo la trama gialla che peraltro coinvolge personalmente Teresa, prende il sopravvento ed è decisamente più articolata e completa, tutto questo senza nulla togliere, ma anzi quasi per contrasto esaltandola, la parte relativa alle follie che inevitabilmente accadono, un po’ per la location un po’ perché pare che sia una calamita per disastri. Irriverente con la giusta dose di ironia e giocosità alterna momenti drammatici a grasse risate. Alla presentazione in presenza, che coraggiosamente ha fatto ieri sera e per la quale dopo quasi un anno senza, non smetterò mai di ringraziarla, le ho chiesto “conto” di questa anima giallo noir, se avessi letto (cosa che farò al più presto) La vita non è un film, mi sarei risparmiata la domanda. C’è l’ha da sempre e devo dire che da lettrice piuttosto “esperta”, ha anche uno stile decisamente assimilabile ai tanti autori, penso a Malvaldi Recami Savatteri, tanto per citarne alcuni, e allo stesso tempo decisamente personale e diverso. L’equilibrio fra le parti nere/gialle e quelle decisamente umoristiche è perfetto. Scritto durante il lockdown, con la necessità che abbiamo avuto tutti di ingannare l’angoscia, ha confessato di avere inizialmente fatto fatica, ma di avere poi capito di voler regalare alle lettrici e lettori, quello che meglio le riesce, sorrisi intelligenza e ironia. Vi lascio a ripulirvi la mente dai pensieri bui e a rilassarvi qualche ora a Strangolagalli – Per i brividi ci si sposta in Emilia Romagna.

Mi hai messo curiosità e lo proverò. Ma Recami? Ho letto solo il primo della casa di ringhiera e mi ha lasciato perplesso.
Ma guarda Aurelio, io adoro la casa di ringhiera, tutta la serie, ma la ferocia che raggiunge nelle commedie nere è meravigliosa. Certo ti deve piacere l’umorismo nero 😉