Anno domini 1387, a Milano Giangaleazzo Visconti, primo duca di Milano, fa gettare le fondamenta di Santa Maria Nascente, sul perimetro di Santa Maria Maggiore e Santa Tecla, che vengono “sacrificate” alla nuova costruzione. Non sarà solo una chiesa, il progetto è enorme e dovrà rappresentare a tutti, il potere del duca, dei Visconti di Milano. Si sa che in quegli anni, la vita della gente era promiscua, le vite dei nobili erano intrecciate strettamente con quelle di chi per loro lavorava o gravitava nella loro sfera. Facile che nascessero storie anche d’amore o comunque rapporti, e nascevano anche figli, non voluti o forse non accettabili. Cristina Fantini usa ottimamente le vite di nobili e gente comune, per raccontarci la storia di un monumento che tutto i mondo conosce, che rappresenta poco al di sotto di San Pietro in Vaticano, la religione cattolica nel mondo. Ma quante vite, quante segrete battaglie, quanto orgoglio e quanti segreti è costata la costruzione della cattedrale, lo sanno in pochi. Davvero un bel romanzo, scritto rispettando la Storia ma mettendoci la giusta dose di fiction equilibrandoli e rendendo la lettura rilassante e interessante allo stesso tempo, con anche il giusto grado di suspance in qualche punto. Una lettura consigliata a chi ama gli intrighi e i personaggi forti. Fra un giro sui social, e qualche partita a carte, io lo prenoterei in libreria o su Amazon. Fino al 3 aprile dobbiamo passare il tempo in casa, e con Nel nome della pietra, garantisco che lo passate bene.
