Sempre complicato parlare di un’opera prima, almeno io con gli esordienti sono sempre un po’ più critica, sarà che ho letto talmente tante cose belle nella vita, che ho sempre il timore di restare delusa o insoddisfatta, soprattutto quando si parla di noir. Ebbene devo dire che Elliot, difficilmente delude e ci ha visto giusto pubblicando il primo romanzo di un’autrice che mantiene quel che promette. Un’andata e ritorno dall’inferno all’inferno. La Violi, un architetto reggiano trasferitasi a Treviso, ha scritto un noir puro direi, senza l’ausilio della trama investigativa come spesso accade. Tutto ruota intorno a Nicola, figlio illegittimo che come unica eredità dal padre ha avuto una malattia genetica che avrà conseguenze piuttosto gravi. Ancora bambino, per una serie di coincidenze, incontra il padre sposato e con un figlio legittimo. Pur instaurando un rapporto molto poco intimo, come un uomo adulto potrebbe fare con un ragazzino qualsiasi che graviti nella comunità, questo viene inacidito dall’ostilità palese, della moglie che soffre forse di una irrazionale gelosia retroattiva e da una sottaciuta gelosia del figlio legittimo che pur sentendosi forte nel suo ruolo riconosciuto, teme irrazionalmente di perderlo. Passano così gli anni dell’adolescenza di Nicola e Mauro, in una sorta di complicità contro il resto del mondo e come accade fra complici, non fidandosi mai completamente uno dell’altro. Ha una scrittura cruda tagliente ma che affascina, com’è affascinante la presenza dell’acqua che diventa personaggio, accoglie si intorbidisce può arrivare ad uccidere per poi tornare a scorrere placidamente. Una storia di uomini e donne stravolti nel loro essere, dal dolore dall’amore e da quanto i sentimenti possano essere crudeli.
