Dai libri alla tv e ritorno, con tappa a teatro. Che Maurizio de Giovanni sia un concentrato di talenti, ormai lo sappiamo, che Gassmann sia un regista coi fiocchi anche, Gallo e la Rocca (nominati solo perché sono i più noti, ma vedo una luminosa carriera anche per gli altri) hanno ampiamente dimostrato di essere attori di prim’ordine. Prendi tutto, miscela e metti il risultato su un palcoscenico. Una meraviglia. Potrei raccontarvi la trama, che è tutto tranne quello che ti aspetti, potrei parlarvi dei dialoghi che sono meravigliosamente calibrati per farci ridere (a volte un po’ amaramente ma non troppo), per farci riflettere su tante cose, tutte quelle cose che messe insieme compongono le nostre vite. Una storia d’amore a 360 gradi, quello fra un uomo e una donna, un amore grande, di quelli che tutti vorremmo incontrare una volta nella vita. L’amore dei e per i figli, con tutte le sue contraddizioni, coi non detto che pesano molto più delle parole e generano conflitti che soccombono comunque all’amore. Non è il silenzio il protagonista, è tutto quello che c’è in quel silenzio. de Giovanni, esattamente come fa nei libri, è riuscito a mettere in un testo teatrale le difficoltà di comunicare, anche e soprattutto in famiglia, anche se c’è amore. E lo spettacolo è proprio la rappresentazione di come si superi quel silenzio, di come si impari che c’è altro e oltre. La regia è superba, lo stile Gassmann è inconfondibile e studiato apposta sui testi di Maurizio, o almeno così a me è sembrato, gli attori di gran calibro, hanno reso al meglio un testo perfetto. Ci ho trovato, ed è tutto un merito, la scarna ricchezza di Edoardo, e potrei citare tanti altri grandi, ma Eduardo li ha raccolti tutti. Meglio di così non riesco a dirlo, cadrei nell’esaltazione e non è mai un bene, ma vi consiglio proprio di cuore, di andare a vederlo, anche se non siete appassionati di teatro, potrebbe essere una grande occasione per cominciare ad amarlo. (foto credit Teatro Carcano)
