Consigli e sconsigli – part 2

Facciamo una cosa un po’ diversa dal solito, fuori dal mio solito schema. Vi consiglio un libro senza averlo letto. Ohibò, la colei è impazzita. No, è che ho letto gli altri libri dell’autore e mi son piaciuti perchè il ragazzo non è uno che strapubblica, non è nelle liste dei best sellers (almeno che io sappia), ma sa quello fa. Questo non ho avuto ancora il tempo di leggerlo, però metti che ascoltiate i miei consigli, metti che qualcuno si fidi di me, a Natale mancano pochi giorni e magari decidete di metterlo sotto l’albero. Le storie di Ferdinando Pastori sono dure e cattive. Non fa sconti a nessuno. Se c’è da descrivere un morto squartato lo fa, e di sicuro non sta molto attento ad usare un linguaggio “pulito”, i suoi protagonisti si muovono a Milano, fra Brera il Castello e le vie del centro, ma le racconta con la voce che ha chi ci vive, non i turisti o i fighetti da movida e nemmeno dei ricconi. Vabbè in conclusione, lo consiglio sulla fiducia, va da sé che se dopo averlo letto dovessi scoprire che vi ho mentito, prima lo picchio e poi lo obbligo a rimborsarvi l’acquisto.

Qui cambiamo completamente gioco, è un racconto, anzi un raccontino da poche fermate di metro, eppure Sepulveda ne fa una chicca di quelle che ti soddisfano. Un killer è una brutta persona no? Per definizione, e invece il killer che ci racconta la storia non sembra per niente così. Oddio, ammazzare ammazza, ma senza far soffrire le vittime, e soprattutto oh, un lavoro è un lavoro, soprattutto quando i soldi che arrivano sono davvero tanti. Questo sarà il suo ultimo lavoro. Un killer non può avere famiglia e invece lui si è innamorato, chissà come sarà la sua vita dopo? Ragazzi dico una banalità, perchè che Sepulveda sia bravo mi pare assodato, ma quando una roba è scritta bene, condita con l’ironia che è propria dell’autore, anche 70 pagine, le leggi proprio volentieri.

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Autore: Coleichelegge

Innamorata perennemente incazzata politicamente scorretta inesorabilmente libera

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