Sono una di quelle che guarda i programmi di Barbara D’Urso, lo faccio per sentirmi migliore, motivazione idiota ma così è, poi però ci sono delle fiction che ti fanno capire quanto la buona televisione possa essere utile. Ah certo non è molta, ma quando capita è un piacere di quelli belli. Parlo de La strada di casa 2, prodotta da Barbareschi, regia di Donna e un cast di attori che portano sul set tutta la loro bravura (spesso arrivando dal teatro). La prima serie, incentrata su una truffa alimentare, si era conclusa con il “colpevole” che pagava il suo debito con la giustizia e già mi era sembrato un buon messaggio, ma qui, nella seconda serie, si sono raggiunte delle vette notevoli. Con una fluidità eccezionale, accostando le vicende una all’altra senza la minima sbavatura. Gli argomenti che vengono trattati sono tanti, attuali e vecchi come il mondo. Si affronta la malattia neurologica, l’alzhaimer di Gloria, cinquantenne, e delle ripercussioni che una cosa del genere può avere sulla famiglia e sulla persona che ne viene colpita, si parla di violenza sulle donne, senza enfasi ma con un velato suggerimento (oddio, velato), a qualunque donna ne sia vittima, non la denuncia, che si dovrebbe ormai dare per scontata, come scontata dovrebbe essere la certezza della pena, ma di non tacere mai, di parlarne, con le madri i padri le amiche le sorelle, e di affrontare senza paura, e superandole (vergogna e paura), affrontare spiazzando gli uomini violenti, che mediamente (ovvio che ci sono le eccezioni), davanti a una reazione ferma e decisa, restano impotenti. C’è il messaggio che parlando, si può superare anche la violenza sessuale, si può farla diventare un brutto ricordo che non impedisce di vivere. L’amore h una parte fondamentale, tutto l’amore, quello familiare fra coniugi, quello per e dei figli, dei fratelli degli amici. L’amore per se stessi, quello che ti impone di essere coerente con i tuoi principi, anche se ti dovesse costare la libertà o la faccia, perchè una coscienza pulita ripaga sempre. Insomma, in attesa del’ultima puntata, che si preannuncia al cardiopalma sul serio, consiglio a chiunque non l’abbia vista, di mettersi comodo/a sul divano, con Raiplay. Scommettiamo che poi mi ringraziate? Anche per la colonna sonora. (foto reperita in rete, credit Optimagazine)
