Commedia nera n° 3 – L’atroce delitto di via Lurcini

La codina pungente di Francesco Recami torna a fare capolino, sempre travestita da elegante libriccino con la copertina blu, ma come sempre letale. Ha più volte dichiarato il fiorentino, che il suo intento è di mettere sotto i riflettori e alla gogna, le situazioni paradossali a cui siamo ormai assuefatti, perchè di stretta attualità. In realtà, il nostro più che un riflettore usa una lampada di wood, presente quella luce blu che si usa per vedere quello che la luce naturale non lascia vedere? Ecco bravi, come in CSI. Scopriamo così una verità che molti credono essere una leggenda metropolitana, la realtà di molti homeless o senzatetto che dir si voglia, i quali sottostanno alla tirannia di altri che per amore o per forza, vivono la stessa situazione ma sono più sgamati o cattivi, o forse solo senza scrupoli, non saprei dire. Nello specifico un ex imprenditore, tale Franzes, a sua volta caduto in disgrazia, si è “appropriato” di uno spazio adiacente alla stazione ferroviaria e affitta gli spazi (si insomma, i mq a 2 alla volta), ad altri apparenti disperati, per pochi spicci, ma non solo. Grazie all’arrivo di un coreografo di fama mondiale che vede nel luogo lo spazio perfetto per la sua kermesse, il deposito a Santa Maria Novella, trasformato in una location, frutterà un bel po’ di soldini a Franzes. Sconcertanti sorprese (per le anime candide), Recami svolge alla perfezione il ruolo del karma, ed esattamente come il karma è politicamente scorretto, senza la minima ombra di pietà nei confronti di chicchessia. L’umorismo va oltre l’ironia diventando sarcasmo e probabilmente per questo diverte moltissimo anche parlando (a voler essere pignoli), di un problema assolutamente drammatico. A mio avviso, un’ulteriore dimostrazione che spesso, l’ironia, anche spinta, è la strada migliore per inquadrare i problemi.

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Autore: Coleichelegge

Innamorata perennemente incazzata politicamente scorretta inesorabilmente libera

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