Musica sull’abisso, l’abisso in cui sono caduti almeno nove ex studenti della stessa classe del liceo Cicerone, un abisso di disperazione di perversione e infine di morte, un abisso in cui non si cade da soli. L’ispettore Medici, sempre alle prese con una madre leggermente invadente che nel frattempo ha aperto a Bologna un negozio con la Circassa (ve la ricordate l’erborista un po’ strega de Le spose sepolte?), viene incaricata dell’indagine su un suicidio sospetto, che in effetti si rivelerà essere ben altro e porterà a rivedere casi ormai dati per insoluti suicidi o scomparse volontarie. Una storia nera piena di colpi di scena, in cui la Oliva, sullo sfondo di una Bologna insolitamente cupa, ci trascina dietro all’ispettrice (che mi dicono non esistere come qualifica ma a me suona meglio) Medici, che con il supporto dei suoi sogni “rivelatori” e di un intuito investigativo notevole, tirerà fuori dall’abisso vivi e morti. Come sempre la trama è veicolo di argomenti che sappiamo stare a cuore all’autrice (come dovrebbe essere per tutti), che ne parla inserendoli coerentemente nel racconto. Bella la “rivincita” del tutto personale che in qualche modo si prende Micol nei confronti del suo sottoposto, il sovrintendente Iacobacci, che nonostante i gradi la ignora in quanto femmina (oltre che in quanto paraculato), bella la storia d’amore che le ridà fiducia negli uomini, dopo la delusione del precedente rapporto e decisamente molto buono il colpo di scena finale. Personalmente mi manca un po’
quella sottile cattiveria divertente de Le sultane, ma rimane una bella prova di Marilù che consiglio di non perdere. Ah fra le altre cose c’è una playlist di autrici non troppo note ma che valgono la pena di un ascolto.
