Tornano le miss Marple del Giambellino – Alla guida Rosa Teruzzi

E quindi eccoci qui, Sonzogno riporta in libreria le tre donne che tanti lettori aspettavano. Stavolta il morto è fuori da una balera all’Ortica (un quartiere di Milano per gli esteri), e Iole Libera e Vittoria, se ne occupano con competenze diverse. Vittoria in quanto poliziotta, Libera e la sua incontenibile mamma Iole, “assoldate” da Franca, l’amica ricchissima di Iole che tanta parte ha avuto nelle loro vite. D’altra parte, se ti arrestano il maggiordomo – che è l’unico essere umano con cui hai un rapporto, no, niente di fisico, ma un vero rapporto umano – vuoi riportartelo a casa (soprattutto perchè sai con certezza che tutto potrebbe tranne uccidere qualcuno) e non vai troppo per il sottile.
Niente, l’ho già scritto e mi ripeto. Rosa Teruzzi non ha pretese di essere la nuova Christie, è “umile”, non si da arie da grande autrice e intanto scrive romanzi che reggono perfettamente il confronto con tanti noiristi e giallisti (d’altra parte conosce Scerbanenco come pochi e non è scuola da poco). La lunga esperienza come giornalista (credo principalmente di nera), le hanno dato la capacità di inventarsi storie gialle che non fanno una piega, reggono fino alla fine e tutto sono tranne gialletti. Non cerca effetti speciali ma incastra i pezzi come in un puzzle di quelli complicati. Le donne della sua vita le hanno dato l’imput per inventarsi una famiglia di Donne. Il bello di questi tre personaggi è che sono totalmente autosufficienti, realizzate, senza frustrazioni. Iole alla sua veneranda età, ha più uomini di una tronista ed essendo una figlia dei fiori vive le sue storie con un candore e una pulizia che raramente si incontra. Libera, vedova finalmente pacificata con la morte del marito, ha i suoi desideri (e desideratori, come cavolo mi è uscita non lo so ma mi diverte e ce la lascio) ma senza ossessioni, il suo atelier di fiori, i libri la famiglia e gli amici le danno una vita piena e serena. Vittoria vive la sua storia (che pare importante) con la leggerezza che viene dalla consapevolezza di non averne “bisogno”. Nessun rancore nei confronti del genere maschile, nessun desiderio di rimarcare la propria libertà e autonomia, solo la semplicità di vivere, esseri umani in mezzo ad esseri umani. E poi c’è il garbo, vero che Rosa appare una persona garbata e gentile, ma ancora più vero che oltre ad apparirlo, lo è. E questa gentilezza esce anche nei suoi romanzi. Nessun eccesso, nessuna parolaccia, cioè neanche un cacchio credo, contemporaneamente nessuna melensaggine. Niente svenevolezze ma personaggi pieni di sfumature. Se non l’avete ancora letta leggetela, se avete letto i precedenti affrettatevi, perchè un buon giallo, che ti pacifica, non è così facile da trovare e quando si trova un autore capace di reggere sulla lunga distanza, bisogna tenerselo stretto.

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Autore: Coleichelegge

Innamorata perennemente incazzata politicamente scorretta inesorabilmente libera

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