Pubblicato nella collana vintage delle Edizioni Le Assassine, All’una e trenta è un giallo del 1915. Il protagonista Damon Gaunt, è uno Sherlock Holmes americano che nonostante sia cieco, riesce a vedere e soprattutto a intuire quel che la polizia non sempre scopre. Un uomo è stato ucciso nel suo studio, dove ogni sera si ritirava per concludere la sua giornata con un drink. Il maggiordomo esclude che qualcuno sia entrato in casa dopo che se ne sono andati gli ultimi ospiti della cena e giura che quando è accaduto, Garret Appleton era vivo e vegeto. La richiesta di indagare viene fatta a Gaunt dal fratello della vittima, Yates, che si preoccupa soprattutto per la discrezione che ritiene necessaria a preservare il buon nome della famiglia. Il detective, stimato e rispettato anche dalla polizia, scoprirà a dispetto della sua menomazione, una valanga di indizi che lo mettono di fronte a una soluzione inaspettata. Autrice prolifica e ahimè morta giovanissima, la Ostrander ha usato diversi pseudonimi per gli oltre trenta romanzi che ha scritto. Fu la prima ad inventarsi un detective così particolare. Un’abilità deduttiva notevolmente acuta, gli altri sensi sviluppatissimi a supplire quel la vista non può dare, ma soprattutto il saper cambiare prospettiva quando necessario. Insomma, non eccezionale, ma un piacevole intrigo con cui vale passare qualche ora, soprattutto se si amano le atmosfere di inizio secolo scorso
