Ne avevo parlato dicendovi poche cose, avevo bisogno di assimilare le mille cose che ci sono in Rondini d’inverno, lasciando da parte i colpi di scena nella vita del commissario dagli occhi verdi, lasciando da parte lo strazio del dottor Modo e di Maione che si fondono in un’unica storia, sia pur per ragioni diverse, vorrei concentrarmi su un particolare che per me è stato scioccante. I collegamenti mentali che trovate di seguito, sono ovviamente frutto della mia mente che tanto a bolla non è ed è cosa nota, ma ovviamente i commenti sono aperti sia al confronto (qui o sulla pagina FB è uguale), sia con chi legge, sia eventualmente de Giovanni che se vuole può dichiarare pubblicamente la mia follia. Non so voi, ma io mi sono chiesta da quando è iniziato il ciclo delle canzoni – Con Anime di vetro proseguito con Serenata senza nome- chi fossero il vecchio e il ragazzo, era come se non riuscissi a farli incontrare con le Storie che stavo leggendo. Un po’ come quando guardi un quadro di Escher. Leggendo Sipario alla fine, il mistero viene svelato e lì è partito il tour mentale che mi ha “sconvolta”. Il mio adorato Maurizio mi ha perculata senza che io minimamente me ne rendessi conto. va da sè che il pensiero mi è volato come una rondine impazzita ai Guardiani, al tempo che non c’è, o meglio che è conseguenza di sè stesso. Al fatto che le Storie, quando sono frutto di una mente geniale, possono davvero trasportarti in qualunque punto dello spazio e del tempo senza che tu, viaggiatore anche sgamato se vogliamo, sia preso per mano e portato ad accettare le circonvoluzioni del mondo in cui ti stai lasciando andare. Ecco, son riuscita anche a contenere lo spoiler. A presto prestissimo, intanto per chi non l’avesse letta, vi lascio il link della recensione “vera”, che qui si sa, lascio volare i pensieri 😉 Ci vediamo a Bookcity2017
